Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Paolo Scheggi
La mostra a cura di Franca Scheggi e Giuseppe Niccoli racconta Paolo Scheggi attraverso il colore (22 le opere esposte), un tema costante della sua ricerca fin dai primi anni’60.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Otto anni dopo la grande mostra antologica dedicata a Paolo Scheggi la Galleria d’Arte Niccoli ripropone Sabato 20
novembre, ore 18.00, un’intensa mostra monografica per approfondire la conoscenza di questo artista così “segreto”
e così importante.
Paolo Scheggi (Firenze 1940 - Roma 1971) ha attraversato gli anni Sessanta come una meteora. Inizia la sua attività
a Firenze per poi trasferirsi a Milano dal 1961, dove fin da primi tempi entra in contatto con i protagonisti della ricerca
artistica del capoluogo lombardo. Riflette sulle sperimentazioni dei linguaggi programmati, rielabora le esperienze
spazialiste di Lucio Fontana che dal 1962 ne segue l’opera con attenzione, rivestendo un ruolo di “raccordo” tra l’Italia
e il contesto internazionale, grazie agli scambi e alle collaborazioni con gruppi internazionali, dal Gruppo Nul al
Gruppo Zero, al movimento di Nove Tendencjie, attivo tra Zagabria, Parigi e Venezia dal 1961 al 1973.
Rapidamente, la sua ricerca passa dall’analisi della pittura come oggetto-struttura, costituita da elementi modulari
capaci di entrare in relazione con il fruitore e di stimolarne una percezione critica, alle Intersuperfici curve o a zone
riflesse, ammalianti “sirene pittoriche” dove il monocromo diventa richiamo carismatico dell’occhio e dello spirito. La
sua ricerca si rivolge poi all’estensione del quadro nello spazio, dialogando con il mondo della moda, con il cinema e
con il teatro, a partire dalla pionieristica Intercamera Plastica dedicata alle zone a-funzionali dell’architettura. Le esperienze
in ambito teatrale e performativo, gli interventi urbani, le collaborazioni a manifestazioni pubbliche, le ricerche
concettuali lo occuparono negli ultimi due anni: gli elementi costitutivi dell’opera si riducono a simbolici messaggi
consegnati ad una umanità futura.
La mostra a cura di Franca Scheggi e Giuseppe Niccoli racconta Paolo Scheggi attraverso il colore (22 le opere esposte), un
tema costante della sua ricerca fin dai primi anni’60, come dimostrano la sua presenza alle principali manifestazioni
dell’epoca (da Weiss auf Weiss a cura di Harald Szeemann alla Kunsthalle di Berna), l’invito che già nel 1966 gli giunse dalla
Biennale di Venezia (dove espose quattro Intersuperfici curve dal bianco, dal giallo, dal rosso e dal blu) e ancora - vent’anni
dopo alla Biennale del 1986 - l’inserimento della sua ricerca cromatica nel percorso che partendo dalle avanguardie storiche,
da Balla a Calder, arriva a Fontana e a Klein, a Manzoni, Castellani e Bonalumi.
È il colore, dalle squillanti cromie dei primi anni Sessanta, alle alternanze del bianco e del nero, opposti linguistici e concettuali
della fine degli anni ‘60, a contrassegnare le sue tappe creative. E’ il colore, anche nella sua assenza, o nella ripetizione
di una sola tonalità, a trasformare le opere bidimensionali in ambienti dove agire e sostare, facendo esperienza del proprio
esserci e sentire. È il colore a punteggiare, cangiante o assoluto, l’intera ricerca di Paolo Scheggi: testimonianza di un
linguaggio in perenne trasformazione, nato e costruito a partire da una profonda analisi dell’umanità alla quale la sua opera
riesce a rivolgersi, direttamente e senza veli, invitandola a viversi, coraggiosa e stupita, come spettacolo – ci direbbe Scheggi,
ancora oggi.
Completa la mostra una monografia con la riproduzione di tutte le opere esposte e con un ampio testo biografico di Ilaria
Bignotti che intende ricostruire, attraverso alcuni percorsi teorici, le diverse e intrecciate strade della sua ricerca.
In occasione della mostra, presso il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Parma, Piazzale della Pace 7/a, Aula
Mulas, lunedì 13 dicembre dalle ore 15 si terrà una giornata di studi dedicata all’artista dal titolo “Il caso Paolo Scheggi”;
interverranno Ilaria Bignotti, Silvia Casagrande, Elisabetta Modena,
Francesca Zanella.
novembre, ore 18.00, un’intensa mostra monografica per approfondire la conoscenza di questo artista così “segreto”
e così importante.
Paolo Scheggi (Firenze 1940 - Roma 1971) ha attraversato gli anni Sessanta come una meteora. Inizia la sua attività
a Firenze per poi trasferirsi a Milano dal 1961, dove fin da primi tempi entra in contatto con i protagonisti della ricerca
artistica del capoluogo lombardo. Riflette sulle sperimentazioni dei linguaggi programmati, rielabora le esperienze
spazialiste di Lucio Fontana che dal 1962 ne segue l’opera con attenzione, rivestendo un ruolo di “raccordo” tra l’Italia
e il contesto internazionale, grazie agli scambi e alle collaborazioni con gruppi internazionali, dal Gruppo Nul al
Gruppo Zero, al movimento di Nove Tendencjie, attivo tra Zagabria, Parigi e Venezia dal 1961 al 1973.
Rapidamente, la sua ricerca passa dall’analisi della pittura come oggetto-struttura, costituita da elementi modulari
capaci di entrare in relazione con il fruitore e di stimolarne una percezione critica, alle Intersuperfici curve o a zone
riflesse, ammalianti “sirene pittoriche” dove il monocromo diventa richiamo carismatico dell’occhio e dello spirito. La
sua ricerca si rivolge poi all’estensione del quadro nello spazio, dialogando con il mondo della moda, con il cinema e
con il teatro, a partire dalla pionieristica Intercamera Plastica dedicata alle zone a-funzionali dell’architettura. Le esperienze
in ambito teatrale e performativo, gli interventi urbani, le collaborazioni a manifestazioni pubbliche, le ricerche
concettuali lo occuparono negli ultimi due anni: gli elementi costitutivi dell’opera si riducono a simbolici messaggi
consegnati ad una umanità futura.
La mostra a cura di Franca Scheggi e Giuseppe Niccoli racconta Paolo Scheggi attraverso il colore (22 le opere esposte), un
tema costante della sua ricerca fin dai primi anni’60, come dimostrano la sua presenza alle principali manifestazioni
dell’epoca (da Weiss auf Weiss a cura di Harald Szeemann alla Kunsthalle di Berna), l’invito che già nel 1966 gli giunse dalla
Biennale di Venezia (dove espose quattro Intersuperfici curve dal bianco, dal giallo, dal rosso e dal blu) e ancora - vent’anni
dopo alla Biennale del 1986 - l’inserimento della sua ricerca cromatica nel percorso che partendo dalle avanguardie storiche,
da Balla a Calder, arriva a Fontana e a Klein, a Manzoni, Castellani e Bonalumi.
È il colore, dalle squillanti cromie dei primi anni Sessanta, alle alternanze del bianco e del nero, opposti linguistici e concettuali
della fine degli anni ‘60, a contrassegnare le sue tappe creative. E’ il colore, anche nella sua assenza, o nella ripetizione
di una sola tonalità, a trasformare le opere bidimensionali in ambienti dove agire e sostare, facendo esperienza del proprio
esserci e sentire. È il colore a punteggiare, cangiante o assoluto, l’intera ricerca di Paolo Scheggi: testimonianza di un
linguaggio in perenne trasformazione, nato e costruito a partire da una profonda analisi dell’umanità alla quale la sua opera
riesce a rivolgersi, direttamente e senza veli, invitandola a viversi, coraggiosa e stupita, come spettacolo – ci direbbe Scheggi,
ancora oggi.
Completa la mostra una monografia con la riproduzione di tutte le opere esposte e con un ampio testo biografico di Ilaria
Bignotti che intende ricostruire, attraverso alcuni percorsi teorici, le diverse e intrecciate strade della sua ricerca.
In occasione della mostra, presso il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Parma, Piazzale della Pace 7/a, Aula
Mulas, lunedì 13 dicembre dalle ore 15 si terrà una giornata di studi dedicata all’artista dal titolo “Il caso Paolo Scheggi”;
interverranno Ilaria Bignotti, Silvia Casagrande, Elisabetta Modena,
Francesca Zanella.
20
novembre 2010
Paolo Scheggi
Dal 20 novembre 2010 al 04 aprile 2011
arte contemporanea
Location
NICCOLI ARTE MODERNA
Parma, Borgo Bruno Longhi, 6, (Parma)
Parma, Borgo Bruno Longhi, 6, (Parma)
Orario di apertura
ore 9.30 – 12.30/15.30 – 19.00 Lunedì e festivi chiuso
Vernissage
20 Novembre 2010, ore 18
Autore
Curatore