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Particolari Commestibili
l’Attic Studio si propone di indagare con modalità che vogliamo immaginare “commestibili” la realtà del nostro tempo attraverso il lavoro di sette artisti che si esprimono nel tentativo di individuare speranze, soluzioni e intraprendere strade nuove.
Comunicato stampa
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…”Credimi: la natura è un ristorante in cui tutti sono al tempo stesso al
tavolo e sul menu…”
Tratto da “Memorie di un Cuoco d'Astronave”, di Massimo Mongai, Ed. Mursia, 2000
Il romanzo di Mongai sopraccitato, narra dell'esperienza di un giovane cuoco terrestre imbarcato su un’astronave come vice Chef. La storia dimostra l'importanza del cibo nelle relazioni e grazie al protagonista viene salvata la galassia dalla distruzione.
In un mondo sempre più colpito dalle devastazioni ambientali e dalla recessione siamo giunti al punto in cui, dopo aver mangiato a sazietà, rischiamo di essere noi stessi mangiati in una sorta di vendetta che la natura, umiliata e saccheggiata, potrebbe avere su di noi, così come profetizza il romanzo di Mongai.
Quello che “avanza” da questo scenario preoccupante sono tuttavia dei “Particolari Commestibili” come intitola la mostra all’Attic Studio di Maura Lari che aprirà le porte il 19 settembre prossimo. Viviamo sotto la minaccia di forti cambiamenti e di fronte ad un futuro incerto
l’Attic Studio si propone di indagare con modalità che vogliamo immaginare “commestibili” la realtà del nostro tempo attraverso il lavoro di sette artisti che si esprimono nel tentativo di individuare speranze, soluzioni e intraprendere strade nuove. I giovani creativi possono trascendere i limiti che la tradizione e l’inerzia hanno imposto e intravedere qualche spiraglio. Sollevando problemi o esprimendo disagio gli artisti possono proporre un cambiamento, contribuire alla comprensione, accendere la speranza e incoraggiare l’evoluzione del pensiero in tempi critici come quelli in cui stiamo vivendo.
Mike Bennion, artista inglese e regista televisivo, utilizza la tecnica del collage per raccontare un mondo sommerso, dalla forte carica emotiva, dove il lento fluire del tempo, ha un peso profondo. Le sue “Little Love Boxes” sono come scrigni di ricordi e segreti che ci riportano al fascino e alla forza dell’ antico, del dimenticato, delle tracce indelebili che permangono nella memoria personale e collettiva. Una percezione, quella di Bennion, che ci rimanda a un mondo remoto e latente.
Il lavoro di Arianna Carossa guarda ai meccanismi segreti che governano la realtà ed ha una valenza simbolica sia a livello formale che materiale. Le installazioni dell’artista sono dense di significati profondi e rivelano, privilegiandoli, gli aspetti sacrali. Il filo conduttore nel lavoro della Carossa è infatti, l’aspetto religioso e antropologico.
Damiano Fasso basa il proprio lavoro sull’indagine delle identità sociali e del rapporto dell’uomo contemporaneo con il mondo che lo circonda attraverso l‘ironica stigmatizzazione dei suoi mali. Le sue opere si collocano tra neo-pop e concettuale e giocano con l'ambiguità dei messaggi. I tre quadri con figure di lattice in rilievo sullo sfondo bianco madreperla, realizzati appositamente per questa mostra, contengono espliciti riferimenti alla cultura orientale e riflessioni sul concetto di memoria come fonte di immortalità.
Luca Monterastelli assembla materiali, oggetti, forme che si propongono allo sguardo dello spettatore come un‘occasione di passaggio e di pensiero. L’artista, col suo lavoro, ci fa entrare in contatto con la misteriosa coscienza del tessuto del reale. “E’ plausibile” – dice l’artista – “che questo pezzo di cartone non sia un rappresentante della coscienza: ma che esso sia una parte della coscienza stessa. La materia fa parte di un’unica grande coscienza, smette di essere un limite, il finito dell’infinito, e diventa il mezzo per arrivare all’eterno.”
Attraverso l’uso di materiali “alternativi” e tecniche tipicamente femminili, componenti di un fare antico come il ricamo e il cucito, Monica Greco ci propone una sorta di manuale del paesaggio casalingo. Questa scelta linguistica rappresenta una pratica artistica inaspettata che sostituisce il pennello, capovolge i luoghi comuni e sovverte i ritmi della comunicazione cui la società moderna ci ha abituati.
Il lavoro di Luca Privitera prende in esame la rappresentazione dei temi relazionali e simbolici costituendo scenari sensibili e realtà nelle quali collidono diverse geografie, restituendo sensazioni oniriche passeggere eppure incredibilmente intense. Le tre fotografie esposte “Quanto dura un ricordo” mostrano il percorso di una ragazza che sta andando ad incontrare una persona a lei cara in un alternarsi di flash back che la protagonista rivive prima dell‘ incontro.
Enrico Zermani utilizza soprattutto la fotografia come strumento di indagine e la sua ricerca è rivolta al paesaggio che lo circonda e dove vive da sempre. Lo sguardo curioso dell’artista è volto allo spazio naturale e raffigura i luoghi del nostro tempo per scoprire immagini che siano anche nuove possibilità di percezioni. Zermani in occasione della mostra “Particolari Commestibili”, concentra la sua attenzione sulla fornace di Felegara, antica fabbrica di mattoni ormai dismessa e lasciata a consumarsi nel ricordo. Registrando le tracce lasciate dal tempo l’artista testimonia la vita produttiva che è stata, ne documenta l‘impegno lavorativo, la capacità creativa per dare un senso al presente e lasciare il compito al tempo di decidere sul futuro.
tavolo e sul menu…”
Tratto da “Memorie di un Cuoco d'Astronave”, di Massimo Mongai, Ed. Mursia, 2000
Il romanzo di Mongai sopraccitato, narra dell'esperienza di un giovane cuoco terrestre imbarcato su un’astronave come vice Chef. La storia dimostra l'importanza del cibo nelle relazioni e grazie al protagonista viene salvata la galassia dalla distruzione.
In un mondo sempre più colpito dalle devastazioni ambientali e dalla recessione siamo giunti al punto in cui, dopo aver mangiato a sazietà, rischiamo di essere noi stessi mangiati in una sorta di vendetta che la natura, umiliata e saccheggiata, potrebbe avere su di noi, così come profetizza il romanzo di Mongai.
Quello che “avanza” da questo scenario preoccupante sono tuttavia dei “Particolari Commestibili” come intitola la mostra all’Attic Studio di Maura Lari che aprirà le porte il 19 settembre prossimo. Viviamo sotto la minaccia di forti cambiamenti e di fronte ad un futuro incerto
l’Attic Studio si propone di indagare con modalità che vogliamo immaginare “commestibili” la realtà del nostro tempo attraverso il lavoro di sette artisti che si esprimono nel tentativo di individuare speranze, soluzioni e intraprendere strade nuove. I giovani creativi possono trascendere i limiti che la tradizione e l’inerzia hanno imposto e intravedere qualche spiraglio. Sollevando problemi o esprimendo disagio gli artisti possono proporre un cambiamento, contribuire alla comprensione, accendere la speranza e incoraggiare l’evoluzione del pensiero in tempi critici come quelli in cui stiamo vivendo.
Mike Bennion, artista inglese e regista televisivo, utilizza la tecnica del collage per raccontare un mondo sommerso, dalla forte carica emotiva, dove il lento fluire del tempo, ha un peso profondo. Le sue “Little Love Boxes” sono come scrigni di ricordi e segreti che ci riportano al fascino e alla forza dell’ antico, del dimenticato, delle tracce indelebili che permangono nella memoria personale e collettiva. Una percezione, quella di Bennion, che ci rimanda a un mondo remoto e latente.
Il lavoro di Arianna Carossa guarda ai meccanismi segreti che governano la realtà ed ha una valenza simbolica sia a livello formale che materiale. Le installazioni dell’artista sono dense di significati profondi e rivelano, privilegiandoli, gli aspetti sacrali. Il filo conduttore nel lavoro della Carossa è infatti, l’aspetto religioso e antropologico.
Damiano Fasso basa il proprio lavoro sull’indagine delle identità sociali e del rapporto dell’uomo contemporaneo con il mondo che lo circonda attraverso l‘ironica stigmatizzazione dei suoi mali. Le sue opere si collocano tra neo-pop e concettuale e giocano con l'ambiguità dei messaggi. I tre quadri con figure di lattice in rilievo sullo sfondo bianco madreperla, realizzati appositamente per questa mostra, contengono espliciti riferimenti alla cultura orientale e riflessioni sul concetto di memoria come fonte di immortalità.
Luca Monterastelli assembla materiali, oggetti, forme che si propongono allo sguardo dello spettatore come un‘occasione di passaggio e di pensiero. L’artista, col suo lavoro, ci fa entrare in contatto con la misteriosa coscienza del tessuto del reale. “E’ plausibile” – dice l’artista – “che questo pezzo di cartone non sia un rappresentante della coscienza: ma che esso sia una parte della coscienza stessa. La materia fa parte di un’unica grande coscienza, smette di essere un limite, il finito dell’infinito, e diventa il mezzo per arrivare all’eterno.”
Attraverso l’uso di materiali “alternativi” e tecniche tipicamente femminili, componenti di un fare antico come il ricamo e il cucito, Monica Greco ci propone una sorta di manuale del paesaggio casalingo. Questa scelta linguistica rappresenta una pratica artistica inaspettata che sostituisce il pennello, capovolge i luoghi comuni e sovverte i ritmi della comunicazione cui la società moderna ci ha abituati.
Il lavoro di Luca Privitera prende in esame la rappresentazione dei temi relazionali e simbolici costituendo scenari sensibili e realtà nelle quali collidono diverse geografie, restituendo sensazioni oniriche passeggere eppure incredibilmente intense. Le tre fotografie esposte “Quanto dura un ricordo” mostrano il percorso di una ragazza che sta andando ad incontrare una persona a lei cara in un alternarsi di flash back che la protagonista rivive prima dell‘ incontro.
Enrico Zermani utilizza soprattutto la fotografia come strumento di indagine e la sua ricerca è rivolta al paesaggio che lo circonda e dove vive da sempre. Lo sguardo curioso dell’artista è volto allo spazio naturale e raffigura i luoghi del nostro tempo per scoprire immagini che siano anche nuove possibilità di percezioni. Zermani in occasione della mostra “Particolari Commestibili”, concentra la sua attenzione sulla fornace di Felegara, antica fabbrica di mattoni ormai dismessa e lasciata a consumarsi nel ricordo. Registrando le tracce lasciate dal tempo l’artista testimonia la vita produttiva che è stata, ne documenta l‘impegno lavorativo, la capacità creativa per dare un senso al presente e lasciare il compito al tempo di decidere sul futuro.
19
settembre 2009
Particolari Commestibili
Dal 19 settembre al 24 ottobre 2009
arte contemporanea
Location
ATTIC STUDIO
Medesano, Strada Dei Ferrari, 30, (Parma)
Medesano, Strada Dei Ferrari, 30, (Parma)
Orario di apertura
aperto su appuntamento chiamando il 347 0394842
Vernissage
19 Settembre 2009, dalle 19.00. Durante la serata: dialogo con gli artisti. Relatore: Roberto Pinetti
Autore