Che cosa resta, nella contemporaneità, nel gioco reiterato e complesso tra realtà e finzione? L’esigenza di essere sinteticamente coerenti, azzerando l’impatto visivo nella messa a fuoco del probabile - che cosa - da guardare. Nulla da dipingere: nulla da scolpire Ricominciare dalla sintesi. Così nasce la gamma della pittoscultografica, nella quale, le spatolate, le ombre, i tratteggi, confluiscono nelle pennellate, - oggetti cromoplastici nei quali l’essenza del colore e l’essenza della pietra è pronta per essere reinventata, rispondendo ad esigenze fuori finzione.
Il colore resta, nella forma tangibile, ancora termine di tensioni compositive e molteplici possibilità combinatorie nello spazio tridimensionale.

Pasquale Pitardi è nato a Cursi (Le) nel 1953, vive e lavora a Galatina. Fondamentale nel suo progetto è l’abbandono della rappresentazione di una scena. Nei passaggi che conducono alla sintesi delle pennellate, il campo d’indagine è quello prevalentemente delle potenzialità del colore, contemplato anche come elemento da reintrodurre nella malata/natura. A questo seguono le verifiche di materiali da supporto, dalla plastica, alle reti, lasciando aperte le possibilità; lasciando che l’opera possa essere in fieri