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Patiens
La mostra è di Italo Bolano, con la partecipazione di Marta Carlesi, artista legata a Bolano da una lunga amicizia che ne ha influenzato la pittura, sull’espressione della sofferenza umana e del suo valore.
Comunicato stampa
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PATIENS
all’Open Studio Italo Bolano
una mostra sulla sofferenza come esperienza espressiva
Inaugura giovedì 14 marzo alle ore 18.30, presso l’Open Studio Italo Bolano (via Fra’ Bartolomeo, 57 – Prato), la mostra Patiens di Italo Bolano (Portoferraio, 1936 – Prato, 2020), con la partecipazione di Marta Carlesi (Cagliari, 1935), artista legata a Bolano da una lunga amicizia che ne ha influenzato la pittura, sull’espressione della sofferenza umana e del suo valore.
La Fondazione continua così a portare avanti la sua missione, ossia quella, insieme alla promozione di giovani talenti, di mantenere viva la memoria di Italo Bolano e di farne conoscere al pubblico la vasta produzione ricevuta come preziosa eredità, un bagaglio umano e artistico che ha generato incontri, influenzato percorsi, aperto possibilità.
Non a caso, infatti, è questa un’occasione straordinaria in cui si affiancano ai suoi lavori anche opere dell’artista Marta Carlesi, di origini sarde e toscana di adozione (vive e lavora a Pistoia), che con Bolano ha nutrito negli anni un’amicizia fatta di colloqui sul senso dell’arte che si fa esigenza, spesso sofferta, radicale e determinante all’interno di vite intime e piccole di persone comuni, come quelle di ognuno di noi, per farne un capolavoro inedito, unico e irripetibile.
La mostra, dunque, presenta una selezione di lavori dedicati da Bolano al ciclo sul Cristo – uno dei quattro che, insieme a quelli sulla Donna Isola, sulla poesia di Mario Luzi e Napoleone, ha trattato a più e diverse riprese – che vanno da periodi dove la figura dell’uomo crocifisso è più riconoscibile e fisica ad altri invece più recenti dove ogni elemento si sfalda per lasciare spazio all’espressione diretta del dolore attraverso il colore puro in un gesto pittorico quasi violento, senza bisogno di mediazione.
Insieme a questi, che possono essere considerati metaforicamente degli autoritratti di una certa condizione, stato dell’anima che l’artista ha vissuto in momenti biografici esatti e puntuali, troviamo la Carlesi con una natura morta su tela dai fiori d’un generoso rosso carminio e con un disegno a sanguigna che ritrae un uomo sardo dai tratti marcati e profondi. Se la natura morta è trattata come fosse un corpo lacerato ma ancora pulsante come quelli bolaniani, quel volto penetrante è invece un paesaggio interiore in cui è Marta a riconoscersi e che restituisce un’identità, un nome, una storia a chi soffre e resiste sotto il peso di molte sfaccettate ingiustizie.
Come afferma la curatrice Erica Romano: “Al centro troviamo il patire inteso come un sentire nella carne la propria storia con cui dover fare i conti, ma anche nella doppia accezione di soffrire e tollerare, di un essere pazienti sopportando e/o attraversando il dolore, un patire allora che permette di percorrere due strade, lottare in modo consapevole contro le ingiustizie o esercitare il presunto diritto ad una rabbia distruttrice, un soffrire personale e collettivo che s’interroga intorno alla relazione con la propria e altrui libertà, al rapporto conflittuale con chi siamo e sul valore dell’esistenza nei suoi tempi più bui”.
CENNI BIOGRAFICI
ITALO BOLANO
Portoferraio (Isola d’Elba), 1936 – Prato, 2020
Compiuti gli studi ginnasiali, la madre lo manda a Firenze dove frequenta il liceo artistico e quindi si prepara per le abilitazioni all’insegnamento. Si specializza nello studio della composizione architettonica frequentando le lezioni del prof. Travaglia a Padova. Ha sempre dipinto e risale all’età di quattordici anni la sua prima mostra, mentre all’età di diciannove anni ha un incarico di insegnante di disegno e storia dell’arte nelle scuole medie superiori. All’inizio dell’insegnamento, contemporaneamente per necessità, costruisce la sua prima casa in località Magazzini ispirandosi all’architetto Le Corbusier, tanto da rimanere la prima e una tra le più moderne costruzioni all’Elba. Non tralascia mai la pittura, viaggia molto tra i continenti e l’Europa e studia in particolare i monumenti a Barcellona e Gerusalemme, nonché i musei e le loro sezioni didattiche.
Questo studio gli permetterà di costruire e organizzare un Museo all’Isola d’Elba, anche sulla scia del Centro Pompidou di Parigi. All’Isola d’Elba voleva creare una piccola “Spoleto d’Arte” su un grande terreno
abbandonato, un villaggio d’arte e di artisti dove il visitatore poteva trascorrere una giornata, nonché un Museo Internazionale d’Arte Moderna che, dopo poco, sarebbe stato possibile realizzare grazie ad una trentina di opere donate da grandi artisti: in un vigneto abbandonato per la crisi dell’agricoltura del dopoguerra, costruì il Centro culturale di San Martino che oggi porta il nome di Open Air Museum Italo Bolano. Il Museo è oggi fa parte di S.M.Ar.T. – Sistema Museale dell’Arcipelago Toscano della Regione Toscana. La sua pittura, invece, è passata dall’espressionismo figurativo all’espressionismo astratto, con ispirazione alla pittura gestuale americana e tedesca, sostanzialmente una pittura esistenziale. Le sue opere, con temi, sempre originali e nuovi, comprendono anche quattro cicli pittorici dedicati a Napoleone, a Gesù Cristo, alla poesia di Mario Luzi, del quale è stato grande amico, e alla Donna Isola.
La vita artistica di Italo Bolano è ricca di premi e di mostre allestite sia in gallerie private, in Italia e all’estero, sia in prestigiosi luoghi storici come Santa Croce a Firenze, il Palazzo dei Consoli a Gubbio, l’Abbazia di Chiaravalle, il palazzo Salmatoris, sede dell’armistizio di Cherasco, Il Museo di pittura Murale di San Domenico a Prato, la sala espositiva dell’Accademia delle Arti del Disegno a Firenze, residenze e musei napoleonici per le mostre riguardanti l’Imperatore stesso.
Sue opere si trovano in musei, gallerie pubbliche e private.
https://italobolano.com/italo-bolano/la-vita/
MARTA CARLESI
Cagliari, 1935 – vive e lavora a Pistoia
All'età di quattro anni si trasferisce a Pistoia, città nella quale si stabilirà in maniera definitiva nel 1949.
Inizia dipingere alla fine degli anni '50 sotto la guida del pittore Umberto Mariotti.
Nella Pistoia di quegli anni Marta ha l'occasione di conoscere vari artisti quali Remo Gordigiani, Pietro Bugiani, Corrado Zanzotto, Jorio Vivarelli e altri.
Segue un periodo di intensa artistica durante il quale alterna la pittura all'attività di restauratrice. Proprio in quegli anni ottiene molteplici e importanti riconoscimenti in occasione di concorsi e premi di pittura e allestisce mostre personali sia in Italia – Prato, Cagliari, Palermo – sia all'estero: Norimberga, Monaco di Baviera, Meersbug presso il Lago di Costanza e Amsterdam.
Dopo un periodo di allontanamento dalla pittura, ritorna a dipingere a partire dal 2004, partecipando a premi di pittura estemporanea e allestendo una personale all'Isola d'Elba nell'anno 2006.
all’Open Studio Italo Bolano
una mostra sulla sofferenza come esperienza espressiva
Inaugura giovedì 14 marzo alle ore 18.30, presso l’Open Studio Italo Bolano (via Fra’ Bartolomeo, 57 – Prato), la mostra Patiens di Italo Bolano (Portoferraio, 1936 – Prato, 2020), con la partecipazione di Marta Carlesi (Cagliari, 1935), artista legata a Bolano da una lunga amicizia che ne ha influenzato la pittura, sull’espressione della sofferenza umana e del suo valore.
La Fondazione continua così a portare avanti la sua missione, ossia quella, insieme alla promozione di giovani talenti, di mantenere viva la memoria di Italo Bolano e di farne conoscere al pubblico la vasta produzione ricevuta come preziosa eredità, un bagaglio umano e artistico che ha generato incontri, influenzato percorsi, aperto possibilità.
Non a caso, infatti, è questa un’occasione straordinaria in cui si affiancano ai suoi lavori anche opere dell’artista Marta Carlesi, di origini sarde e toscana di adozione (vive e lavora a Pistoia), che con Bolano ha nutrito negli anni un’amicizia fatta di colloqui sul senso dell’arte che si fa esigenza, spesso sofferta, radicale e determinante all’interno di vite intime e piccole di persone comuni, come quelle di ognuno di noi, per farne un capolavoro inedito, unico e irripetibile.
La mostra, dunque, presenta una selezione di lavori dedicati da Bolano al ciclo sul Cristo – uno dei quattro che, insieme a quelli sulla Donna Isola, sulla poesia di Mario Luzi e Napoleone, ha trattato a più e diverse riprese – che vanno da periodi dove la figura dell’uomo crocifisso è più riconoscibile e fisica ad altri invece più recenti dove ogni elemento si sfalda per lasciare spazio all’espressione diretta del dolore attraverso il colore puro in un gesto pittorico quasi violento, senza bisogno di mediazione.
Insieme a questi, che possono essere considerati metaforicamente degli autoritratti di una certa condizione, stato dell’anima che l’artista ha vissuto in momenti biografici esatti e puntuali, troviamo la Carlesi con una natura morta su tela dai fiori d’un generoso rosso carminio e con un disegno a sanguigna che ritrae un uomo sardo dai tratti marcati e profondi. Se la natura morta è trattata come fosse un corpo lacerato ma ancora pulsante come quelli bolaniani, quel volto penetrante è invece un paesaggio interiore in cui è Marta a riconoscersi e che restituisce un’identità, un nome, una storia a chi soffre e resiste sotto il peso di molte sfaccettate ingiustizie.
Come afferma la curatrice Erica Romano: “Al centro troviamo il patire inteso come un sentire nella carne la propria storia con cui dover fare i conti, ma anche nella doppia accezione di soffrire e tollerare, di un essere pazienti sopportando e/o attraversando il dolore, un patire allora che permette di percorrere due strade, lottare in modo consapevole contro le ingiustizie o esercitare il presunto diritto ad una rabbia distruttrice, un soffrire personale e collettivo che s’interroga intorno alla relazione con la propria e altrui libertà, al rapporto conflittuale con chi siamo e sul valore dell’esistenza nei suoi tempi più bui”.
CENNI BIOGRAFICI
ITALO BOLANO
Portoferraio (Isola d’Elba), 1936 – Prato, 2020
Compiuti gli studi ginnasiali, la madre lo manda a Firenze dove frequenta il liceo artistico e quindi si prepara per le abilitazioni all’insegnamento. Si specializza nello studio della composizione architettonica frequentando le lezioni del prof. Travaglia a Padova. Ha sempre dipinto e risale all’età di quattordici anni la sua prima mostra, mentre all’età di diciannove anni ha un incarico di insegnante di disegno e storia dell’arte nelle scuole medie superiori. All’inizio dell’insegnamento, contemporaneamente per necessità, costruisce la sua prima casa in località Magazzini ispirandosi all’architetto Le Corbusier, tanto da rimanere la prima e una tra le più moderne costruzioni all’Elba. Non tralascia mai la pittura, viaggia molto tra i continenti e l’Europa e studia in particolare i monumenti a Barcellona e Gerusalemme, nonché i musei e le loro sezioni didattiche.
Questo studio gli permetterà di costruire e organizzare un Museo all’Isola d’Elba, anche sulla scia del Centro Pompidou di Parigi. All’Isola d’Elba voleva creare una piccola “Spoleto d’Arte” su un grande terreno
abbandonato, un villaggio d’arte e di artisti dove il visitatore poteva trascorrere una giornata, nonché un Museo Internazionale d’Arte Moderna che, dopo poco, sarebbe stato possibile realizzare grazie ad una trentina di opere donate da grandi artisti: in un vigneto abbandonato per la crisi dell’agricoltura del dopoguerra, costruì il Centro culturale di San Martino che oggi porta il nome di Open Air Museum Italo Bolano. Il Museo è oggi fa parte di S.M.Ar.T. – Sistema Museale dell’Arcipelago Toscano della Regione Toscana. La sua pittura, invece, è passata dall’espressionismo figurativo all’espressionismo astratto, con ispirazione alla pittura gestuale americana e tedesca, sostanzialmente una pittura esistenziale. Le sue opere, con temi, sempre originali e nuovi, comprendono anche quattro cicli pittorici dedicati a Napoleone, a Gesù Cristo, alla poesia di Mario Luzi, del quale è stato grande amico, e alla Donna Isola.
La vita artistica di Italo Bolano è ricca di premi e di mostre allestite sia in gallerie private, in Italia e all’estero, sia in prestigiosi luoghi storici come Santa Croce a Firenze, il Palazzo dei Consoli a Gubbio, l’Abbazia di Chiaravalle, il palazzo Salmatoris, sede dell’armistizio di Cherasco, Il Museo di pittura Murale di San Domenico a Prato, la sala espositiva dell’Accademia delle Arti del Disegno a Firenze, residenze e musei napoleonici per le mostre riguardanti l’Imperatore stesso.
Sue opere si trovano in musei, gallerie pubbliche e private.
https://italobolano.com/italo-bolano/la-vita/
MARTA CARLESI
Cagliari, 1935 – vive e lavora a Pistoia
All'età di quattro anni si trasferisce a Pistoia, città nella quale si stabilirà in maniera definitiva nel 1949.
Inizia dipingere alla fine degli anni '50 sotto la guida del pittore Umberto Mariotti.
Nella Pistoia di quegli anni Marta ha l'occasione di conoscere vari artisti quali Remo Gordigiani, Pietro Bugiani, Corrado Zanzotto, Jorio Vivarelli e altri.
Segue un periodo di intensa artistica durante il quale alterna la pittura all'attività di restauratrice. Proprio in quegli anni ottiene molteplici e importanti riconoscimenti in occasione di concorsi e premi di pittura e allestisce mostre personali sia in Italia – Prato, Cagliari, Palermo – sia all'estero: Norimberga, Monaco di Baviera, Meersbug presso il Lago di Costanza e Amsterdam.
Dopo un periodo di allontanamento dalla pittura, ritorna a dipingere a partire dal 2004, partecipando a premi di pittura estemporanea e allestendo una personale all'Isola d'Elba nell'anno 2006.
14
marzo 2024
Patiens
Dal 14 marzo al 18 aprile 2024
arte contemporanea
Location
Open Studio Italo Bolano – Prato
Prato, Via Frà Bartolomeo, 57, (PO)
Prato, Via Frà Bartolomeo, 57, (PO)
Orario di apertura
su prenotazione
Vernissage
13 Marzo 2024, 18,30-20
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico