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Patrizia Baldan / Alain Santiago – Perdere/perdersi
E’ una mostra a tema,ispirata al concetto di perdere e perdersi. Attraverso le opere di due autori diversi,foto e sculture di vetro,vengono proposti luoghi comuni del nostro vivere quotidiano: perdere oggetti,perdere l’orientamento,perdersi nei pensieri,nel vuoto e nei sogni.
Comunicato stampa
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Patrizia Baldan e Alain Santiago esprimono il Senso del perdersi che la nostra cultura dà o nega alle persone, alle cose, alle forme del Tempo, ai ricordi, ai nomi. Non “La Perdita” in sé, dunque, quanto -l’accettazione della possibilità della Perdita- è il tema della prima delle tre mostre che ho il piacere di curare per gli spazi espositivi dell’”Aldo Moro” di Cordenons.
Patrizia Baldan progetta e disegna con estrema cura ed assoluta precisione tecnica la non/forma conclusiva delle sue sculture. Guidata dal senso femminile della creazione l’artista detta i principi base di ciò che sarà, e quindi attende il tempo del farsi, osserva le bolle muoversi dentro materie opache, indica trasparenze e vuoti, suggerisce lucidi profili di vetro che spingono verso nuovi spazi.
Ogni lavoro è un divenire lento, libero di mutare. Patrizia Baldan delinea non la struttura definitiva ma la libertà della perdita possibile. Bellissima perché inattesa pur se progettata.
Così avviene per la parola poetica che contiene sempre un senso ulteriore, che ci scopre ogni volta, che ci sorprende e ci sorpassa tutte le volte. Così avviene per i figli che crescono nel corpo della donna, estranei ed appartenenti, trovati e persi contemporaneamente.
Alain Santiago riflette sul rapporto disarmonico con cui si trova a vivere l’uomo contemporaneo nella natura sconosciuta. Estraneo in mezzo a onde di un mare troppo esteso egli si sorregge su un salvagente inadeguato. Come gli animali selvatici che attraversano attoniti una strada trafficata (sulle strisce pedonali ben s’intende), l’uomo osserva dalla parte sbagliata il mondo, dalla parte opposta dei pinguini che, tutti insieme, si rivolgono dall’altro lato, quello giusto. E tra uomo e donna stanno infiniti oggetti persi: occhiali, chiavi, guanti, parole e parole, cappelli e ombrelli, numeri, pin e password, … chiavi di lettura di un rapporto che continua, mai nato oppure già perso, sicuramente mai trovato. Su ogni opera/fotografia singola, sui dittici, sull’ installazione aleggia un’ironia accesa di colore, mai rassegnata, un tono di gioia per la vita che si concede imperfezioni, che accetta limiti, che ride dei difetti e delle perdite. Che non si aspetta e non cerca tanto di vincere, quanto di vivere.
Alessandra Santin
Patrizia Baldan progetta e disegna con estrema cura ed assoluta precisione tecnica la non/forma conclusiva delle sue sculture. Guidata dal senso femminile della creazione l’artista detta i principi base di ciò che sarà, e quindi attende il tempo del farsi, osserva le bolle muoversi dentro materie opache, indica trasparenze e vuoti, suggerisce lucidi profili di vetro che spingono verso nuovi spazi.
Ogni lavoro è un divenire lento, libero di mutare. Patrizia Baldan delinea non la struttura definitiva ma la libertà della perdita possibile. Bellissima perché inattesa pur se progettata.
Così avviene per la parola poetica che contiene sempre un senso ulteriore, che ci scopre ogni volta, che ci sorprende e ci sorpassa tutte le volte. Così avviene per i figli che crescono nel corpo della donna, estranei ed appartenenti, trovati e persi contemporaneamente.
Alain Santiago riflette sul rapporto disarmonico con cui si trova a vivere l’uomo contemporaneo nella natura sconosciuta. Estraneo in mezzo a onde di un mare troppo esteso egli si sorregge su un salvagente inadeguato. Come gli animali selvatici che attraversano attoniti una strada trafficata (sulle strisce pedonali ben s’intende), l’uomo osserva dalla parte sbagliata il mondo, dalla parte opposta dei pinguini che, tutti insieme, si rivolgono dall’altro lato, quello giusto. E tra uomo e donna stanno infiniti oggetti persi: occhiali, chiavi, guanti, parole e parole, cappelli e ombrelli, numeri, pin e password, … chiavi di lettura di un rapporto che continua, mai nato oppure già perso, sicuramente mai trovato. Su ogni opera/fotografia singola, sui dittici, sull’ installazione aleggia un’ironia accesa di colore, mai rassegnata, un tono di gioia per la vita che si concede imperfezioni, che accetta limiti, che ride dei difetti e delle perdite. Che non si aspetta e non cerca tanto di vincere, quanto di vivere.
Alessandra Santin
12
settembre 2009
Patrizia Baldan / Alain Santiago – Perdere/perdersi
Dal 12 al 26 settembre 2009
arte contemporanea
Location
CENTRO CULTURALE ALDO MORO
Cordenons, Via Traversagna, 4, (Pordenone)
Cordenons, Via Traversagna, 4, (Pordenone)
Orario di apertura
martedì,venerdì,sabato,domenica ore 16-18
Vernissage
12 Settembre 2009, ore 18,30
Autore
Curatore