A Guardare le opere di Patrizia Grieco si ha l’impressione di accedere ad un mondo di immagini e significati arcaici, misteriosi, seducenti, espressi con un linguaggio, quello dell’arte e della metafora , che non appartiene a chi osserva eppure a lui accessibile …
Il canto delle sirene, il ghigno del diavolo, il confine incerto e misterioso tra cielo e mare, la terra incandescente dei vulcani che avvolgono di fuoco il cielo, catene di schiavi che alzano le braccia per liberarsene, voli di angeli … immagini che da sempre popolano i miti raccontati sulle sponde del Mediterraneo, mare fra le terre, che separa e unisce culture diverse, veicolo di incontri, confronti e scontri, luogo di viaggi dai quali nessuno torna uguale a prima, senza portare con sè il ricordo dell’incontro: l’aver fatto esperienza di un altro diverso da sé.
Le opere di Patrizia Grieco affascinano probabilmente anche perché danno voce ai nostri sogni, alle nostre paure, alle nostre speranze, alle nostre tentazioni: ci parlano di noi attraverso un linguaggio ancestrale che non usiamo più ma la cui eco riusciamo, per fortuna, ancora ad intuire

La pittura di Vincenzo Liguori, in questo primo segmento del suo percorso artistico, è fortemente influenzata dalla presenza costante dell’insegnamento del suo maestro, Luciano Valeriani, dal quale egli ha appreso le tecniche della pittura en plein air e la capacità di cogliere ed esprimere le variazioni di luce e colore. Nella sua opera egli si rifugia, per realizzare una sintesi artistica e personale: l’incontro tra la passione dell’arte e il fascino dell’antico, la vitalità fanciullesca con la malinconia del ricordo.

Dott. Andrea Fronzino