Ci troviamo davanti a delle sculture letteralmente fantasmatiche: a corpi, volti, braccia e piedi assenti e allo stesso tempo ben delineati nelle cavità di vestiti, guanti , calzature e maschere. Questi elementi sono stati bronzificati a partire da calchi in gesso. L’effetto è decisamente straniante: la compattezza della materia metallica si è trasformata in elaborate textures traforate, dato che gli indumenti calcati sono finemente ricamati e lavorati all’uncinetto.
Ma in realtà tutto è immobile, tutto è sospeso nel silenzio inesorabile del vuoto di vita: rimane solo la materia corrosa e sofferta, inerme e brillante, “exbronzo”, con il suo fascino estetico carico di risonanze e di echi di tutta la storia della scultura. Arte come consolazione metafisica.

Francesco Poli

Tra le sue ultime mostre personali si ricordano: Reggio Emilia , Palazzo Magnani nel 2003,
Vienna Istituto Italiano di cultura in collaborazione con la galleria 2000 & Novecento 2004
Si ricorda la sua presenza alla XLV Biennale di Venezia , “Insulae et Insulae” nel 1993.

Monografia in galleria ed. De Ferrari con testi di Francesco Poli, Massimo Donà, Sandro Parmigiani, Marinella Paderni, Maurizio Monero e brani poetici di Emanuele Marenco.