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Piero Fogliati – Fotofoneide
La personale raccoglie, nelle vaporose ed intrecciate stanze del castello, un’ampia esposizione dei lavori e dei disegni e progetti dell’artista di Torino.
Comunicato stampa
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FOTOFONEIDE
Il FAI Delegazione di Casale Monferrato ed Alessandria, con il castello Sannazzaro di Giarole
sono lieti di presentare la mostra personale dell’artista Piero Fogliati, Fotofoneide.
La personale raccoglie, nelle vaporose ed intrecciate stanze del castello, un’ampia esposizione
dei lavori e dei disegni e progetti dell’artista di Torino.
Tutto ha origine verso la fine degli anni ’50. Piero Fogliati (Canelli, 1930), avverte la forte volontà
di “uscire dal quadro” a favore di un maggior coinvolgimento dello sguardo, fuori dagli angusti
confini della tela. A Fogliati non interessa più riprodurre un oggetto, quanto creare delle sinergie
in grado di stimolare funzioni inconsce ed autonome della percezione. Questo intervento non
può che trovare nella città il suo soggetto ideale, la sua Città Fantastica. Il progetto è importante,
ambizioso, probabilmente realizzabile in un futuro molto lontano, quando si ripresenterà (nel
corso della ciclicità degli eventi) un’epoca altrettanto prodiga di straordinari personaggi (nell’arte
e nella politica) come quella del Rinascimento.
Il percorso creativo di Piero Fogliati parte dalla natura e dall’osservazione dei suoi fenomeni. La
luce, come elemento primordiale, da esplorare attraverso le trasparenze ottenute con oggetti e
materiali sempre più leggeri. L’idea dell’esito immateriale nasce proprio con questi primi
esperimenti legati all’emanazione luminosa naturale filtrata per mezzo di finissime reti d’ottone
dipinte e montate su strutture, geometricamente abbastanza definite, come i Funghi e le Vetrate.
Nella sua Città non solo il Tempio della luce ha il compito di creare una forma luminosa a tre
dimensioni, ma anche un altro elemento architettonico è dedicato alla sua manipolazione,
l’Edicola della luce adimensionale, una diffusione della luce nell’intero ambiente, tanto da
avvolgere completamente lo spettatore. In entrambi i casi la luce bianca viene plasmata oppure
diffusa, mantenendo la sua compattezza cromatica.
Con la Luce Fantastica Fogliati decide di scomporre la luce bianca nei suoi colori primari: rosso,
blu e verde. L’idea era quella di colorare con fasci di questa luce la pioggia, in modo che «le
gocce d’acqua scendessero portandosi dietro il prisma e quindi fossero colorate come
risplendenti di luce propria e non di luce riflessa».
Con essa Fogliati crea due delle sue opere fondamentali, l’Aura Cromatica e il Prisma
Meccanico, attraverso le quali ottiene la percezione di un esito cromatico immateriale. Questo
fascio di luce bianca “esplode” al contatto con forme in movimento in una miriade di sfumature di
colore puro percepite come un suggestivo e “domestico” arcobaleno.
La ricerca sul suono rappresenta una parte preponderante delle sperimentazioni di Piero Fogliati
che lo porta a concepire un grande Auditorium a rumore, una costruzione dalle pareti composte
da una serie di filtri in grado di rielaborare i rumori esterni e di riformularli all’interno in un nuovo
tessuto sonoro sempre variante.
Questi filtri non sono altro che gli Ermeneuti e le Latomie, strutture tubolari dalle forme simili ma
dagli esiti sempre diversi in base ad alcune variabili: i materiali strutturali, la forma e, solo per le
Latomie, i liquidi inseriti al loro interno. Il suono, nella sua espressione “disordinata”, si presenta
nella sua essenza pura di frequenza acustica che può variare a seconda della quantità di aria
introdotta dal compressore e dalla regolazione dei rubinetti posti nel corpo dell’opera. Afferma
l’artista: «Un’installazione di diverse Latomie aventi differente forma e dimensione genera un
ricco spettro timbrico e sonoro e può essere manovrata per produrre la parodia di un’orchestra di
strumenti».
Un’altra opera di fondamentale importanza indaga il suono nei suoi aspetti fisici, frequenza e
risonanza, senza mai trascurare l’aspetto visivo ed estetico: il Fleximofono. Costituito da una
serie di molle in acciaio armonico questa “scultura sonante” vibra al minimo movimento
producendo un “suono bianco”, una sorta di emissione acustica molto simile al sibilare del vento.
Anche gli insetti non sfuggono all’attenzione investigativa dell’artista. Come un entomologo
tecnologico Fogliati crea perfetti meccanismi che mettono in movimento appendici in forma di
asticelle d’acciaio, le quali producono dei suoni metallici che emettono frequenze in risonanza e
diffondono suggestive sonorità nell’ambiente circostante.
Il FAI Delegazione di Casale Monferrato ed Alessandria, con il castello Sannazzaro di Giarole
sono lieti di presentare la mostra personale dell’artista Piero Fogliati, Fotofoneide.
La personale raccoglie, nelle vaporose ed intrecciate stanze del castello, un’ampia esposizione
dei lavori e dei disegni e progetti dell’artista di Torino.
Tutto ha origine verso la fine degli anni ’50. Piero Fogliati (Canelli, 1930), avverte la forte volontà
di “uscire dal quadro” a favore di un maggior coinvolgimento dello sguardo, fuori dagli angusti
confini della tela. A Fogliati non interessa più riprodurre un oggetto, quanto creare delle sinergie
in grado di stimolare funzioni inconsce ed autonome della percezione. Questo intervento non
può che trovare nella città il suo soggetto ideale, la sua Città Fantastica. Il progetto è importante,
ambizioso, probabilmente realizzabile in un futuro molto lontano, quando si ripresenterà (nel
corso della ciclicità degli eventi) un’epoca altrettanto prodiga di straordinari personaggi (nell’arte
e nella politica) come quella del Rinascimento.
Il percorso creativo di Piero Fogliati parte dalla natura e dall’osservazione dei suoi fenomeni. La
luce, come elemento primordiale, da esplorare attraverso le trasparenze ottenute con oggetti e
materiali sempre più leggeri. L’idea dell’esito immateriale nasce proprio con questi primi
esperimenti legati all’emanazione luminosa naturale filtrata per mezzo di finissime reti d’ottone
dipinte e montate su strutture, geometricamente abbastanza definite, come i Funghi e le Vetrate.
Nella sua Città non solo il Tempio della luce ha il compito di creare una forma luminosa a tre
dimensioni, ma anche un altro elemento architettonico è dedicato alla sua manipolazione,
l’Edicola della luce adimensionale, una diffusione della luce nell’intero ambiente, tanto da
avvolgere completamente lo spettatore. In entrambi i casi la luce bianca viene plasmata oppure
diffusa, mantenendo la sua compattezza cromatica.
Con la Luce Fantastica Fogliati decide di scomporre la luce bianca nei suoi colori primari: rosso,
blu e verde. L’idea era quella di colorare con fasci di questa luce la pioggia, in modo che «le
gocce d’acqua scendessero portandosi dietro il prisma e quindi fossero colorate come
risplendenti di luce propria e non di luce riflessa».
Con essa Fogliati crea due delle sue opere fondamentali, l’Aura Cromatica e il Prisma
Meccanico, attraverso le quali ottiene la percezione di un esito cromatico immateriale. Questo
fascio di luce bianca “esplode” al contatto con forme in movimento in una miriade di sfumature di
colore puro percepite come un suggestivo e “domestico” arcobaleno.
La ricerca sul suono rappresenta una parte preponderante delle sperimentazioni di Piero Fogliati
che lo porta a concepire un grande Auditorium a rumore, una costruzione dalle pareti composte
da una serie di filtri in grado di rielaborare i rumori esterni e di riformularli all’interno in un nuovo
tessuto sonoro sempre variante.
Questi filtri non sono altro che gli Ermeneuti e le Latomie, strutture tubolari dalle forme simili ma
dagli esiti sempre diversi in base ad alcune variabili: i materiali strutturali, la forma e, solo per le
Latomie, i liquidi inseriti al loro interno. Il suono, nella sua espressione “disordinata”, si presenta
nella sua essenza pura di frequenza acustica che può variare a seconda della quantità di aria
introdotta dal compressore e dalla regolazione dei rubinetti posti nel corpo dell’opera. Afferma
l’artista: «Un’installazione di diverse Latomie aventi differente forma e dimensione genera un
ricco spettro timbrico e sonoro e può essere manovrata per produrre la parodia di un’orchestra di
strumenti».
Un’altra opera di fondamentale importanza indaga il suono nei suoi aspetti fisici, frequenza e
risonanza, senza mai trascurare l’aspetto visivo ed estetico: il Fleximofono. Costituito da una
serie di molle in acciaio armonico questa “scultura sonante” vibra al minimo movimento
producendo un “suono bianco”, una sorta di emissione acustica molto simile al sibilare del vento.
Anche gli insetti non sfuggono all’attenzione investigativa dell’artista. Come un entomologo
tecnologico Fogliati crea perfetti meccanismi che mettono in movimento appendici in forma di
asticelle d’acciaio, le quali producono dei suoni metallici che emettono frequenze in risonanza e
diffondono suggestive sonorità nell’ambiente circostante.
10
ottobre 2009
Piero Fogliati – Fotofoneide
Dal 10 ottobre al 13 novembre 2009
arte contemporanea
Location
CASTELLO DI SANNAZZARO
Giarole, Via Roma, 5, (Alessandria)
Giarole, Via Roma, 5, (Alessandria)
Orario di apertura
venerdì 17:00 - 19:00
sabato e domenica 10:00 - 12:00, 15:00 - 19:00
Tutti gli altri giorni su appuntamento.
Vernissage
10 Ottobre 2009, ore 18
Autore