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Pierpaolo Ramotto – Io son Beatrice che ti faccio andar
A Foligno, l’Art Gallery di Giovanni Remoli ospita una personale di Pierpaolo Ramotto. Disegni, fotografie, opere digitali, offrono uno spaccato della prolifica produzione dell’artista umbro, dedito alla narrazione della tensione spirituale che avvolge la figura.
Comunicato stampa
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La mostra riattiva l’ancestrale tradizione del Femminino sacro, custode della scintilla divina, che da Lilith in avanti, ha ispirato poliedrici modelli di femminilità. L'artista, dedito alla figura e alla portata mitologica che la avvolge - ascetica e sensuale al tempo stesso, sceglie di raggruppare un corpus che spazia da disegni ad opere digitali, tale da restituire un immaginario, quello dantesco, appartenente ad una realtà storica che presenta severe restrizioni alla libertà della donna. Una cultura misogina, quella medievale, che tuttavia non nega il fiorire di personalità emblematiche; da Ildegarda di Bingen a Matilde di Canossa, emergono nitidi profili di donne emancipate, studiose, potenti, a corredare un secolo ambiguo che pone il paradigma femminile dinanzi ad un bivio. La visione religiosa medievale prospetta alle donne due modelli: Eva e Maria; da una parte il varco che conduce a Satana, dall’altra la via d’accesso alla grazia divina, intuitivamente inarrivabile. Una nuova prospettiva giunge con il subentrare della letteratura cortese laica; la donna, sublime, incarna quelle virtù che nobilitano l’animo umano. In questo trapasso si inserisce la poetica stilnovista di Dante e l’ascendenza teologica che ne deriva, che subisce un ulteriore svolgimento nella Commedia: Beatrice da inerme destinataria dell’amore del poeta, agisce, anch’essa mossa da sentimento: ‘Amor mi mosse, che mi fa parlare’.
Gli epiteti che narrano la Beatrice di Dante, volgono ad elevare la bellezza femminile a bellezza divina, tradotta in fede e rivelazione della Verità, ma pur sempre donna vera e reale.
Beatrice è tanto evanescente sulla terra quanto corporea in cielo; suggella l’incontro di Dante con l’eros, avviando quel viaggio che tenderà ad agape, l’amore spirituale, disinteressato, salvifico. Il divino femminino proietta la scala che protende all'altissimo, in virtù dell’intercessione di Beatrice: ‘Io sono Beatrice che ti faccio andare’. Dal corpo dell’amata sulla terra, attraverso la sua trasfigurazione, il poeta sale di piano in piano; favorendo i dettami dell’amore terreno, ascende all’Empireo.
Il divino femminino è quindi una forza tesa a varcare i confini dell’umano, tensione spirituale dell’anima, processo di conoscenza superiore, necessariamente femminile.
Il lavoro di Pierpaolo Ramotto si dispiega dal disegno al più recente impiego nel digitale, nel quale l'ascendente pittorico dell’artista confluisce nell’immagine, piegata a suo piacimento; l’immagine digitale riproduce il suo gesto, seguendo il calcolo matematico e la numerazione Fibonacci. L’intenso studio sul panneggio si riversa nella caratteristica veste, cara all’iconografia dantesca, resa “sanguigna” per mezzo di un intervento di rosso mercuriale ricostruito con pigmenti presi in prestito dalla cromia del Perugino e Benozzo Gozzoli.
Gli epiteti che narrano la Beatrice di Dante, volgono ad elevare la bellezza femminile a bellezza divina, tradotta in fede e rivelazione della Verità, ma pur sempre donna vera e reale.
Beatrice è tanto evanescente sulla terra quanto corporea in cielo; suggella l’incontro di Dante con l’eros, avviando quel viaggio che tenderà ad agape, l’amore spirituale, disinteressato, salvifico. Il divino femminino proietta la scala che protende all'altissimo, in virtù dell’intercessione di Beatrice: ‘Io sono Beatrice che ti faccio andare’. Dal corpo dell’amata sulla terra, attraverso la sua trasfigurazione, il poeta sale di piano in piano; favorendo i dettami dell’amore terreno, ascende all’Empireo.
Il divino femminino è quindi una forza tesa a varcare i confini dell’umano, tensione spirituale dell’anima, processo di conoscenza superiore, necessariamente femminile.
Il lavoro di Pierpaolo Ramotto si dispiega dal disegno al più recente impiego nel digitale, nel quale l'ascendente pittorico dell’artista confluisce nell’immagine, piegata a suo piacimento; l’immagine digitale riproduce il suo gesto, seguendo il calcolo matematico e la numerazione Fibonacci. L’intenso studio sul panneggio si riversa nella caratteristica veste, cara all’iconografia dantesca, resa “sanguigna” per mezzo di un intervento di rosso mercuriale ricostruito con pigmenti presi in prestito dalla cromia del Perugino e Benozzo Gozzoli.
09
maggio 2024
Pierpaolo Ramotto – Io son Beatrice che ti faccio andar
Dal 09 al 19 maggio 2024
arte contemporanea
Location
Art Gallery Giovanni Remoli
Foligno, Via Venti Settembre, 12, (PG)
Foligno, Via Venti Settembre, 12, (PG)
Orario di apertura
da giovedì a domenica ore 10:30-12:30 e 16:30-19:00
Vernissage
9 Maggio 2024, 18:30
Autore