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Pierre-Etienne Morelle – Tenseness
Prima personale in Italia dedicata al giovane artista francese Pierre-Etienne Morelle in cui viene trattato il tema di forza e resistenza. Il risultato è un’analisi meticolosa dei rapporti tra spazio e visitatore, dove oggetti e materiali presenti creano situazioni estreme, in precario equilibrio.
Comunicato stampa
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Loom Gallery è lieta di presentare la prima mostra personale in Italia di Pierre-Etienne Morelle.
Le opere di Pierre-Etienne Morelle affrontano le caratteristiche fisiche e meccaniche delle materie prime, analizzano le sfide delle forze elementari attraverso risultati sperimentali; coinvolgendo il pubblico nella realizzazione del processo di creazione, esplorandone il fallimento previsto, attraverso installazioni, video e performance. Il risultato è una disamina dei rapporti derivanti tra lo spazio circostante e il visitatore: dove oggetti e materiali presenti creano situazioni estreme, che non possono essere facilmente mantenute e contenute, poiché in bilico e rischiose.
Il punto di partenza della mostra, è la de-costruzione del concetto classico di galleria, intesa come un santuario, e il modo di presentare al pubblico le opere d’arte. Il cubo bianco (l’archetipo di luogo espositivo modernista) da uno spazio sereno dove incontriamo le opere d’arte, è diventato il centro di dichiarazioni in materia di arte, quindi, un punto di intersezione dei conflitti.
Prima sostenuto, messo in dubbio, offeso, ferito e poi distrutto, lo spazio espositivo è diventato il veicolo primario dei messaggi dell’artista. Analogamente, la presentazione delle opere assume un’importanza indipendente, completa di contenuti; segnando i confini all’interno dei quali viene confermata l’impossibilità di evaderne. La cornice e il vetro proteggono l’ opera d’arte e ne garantiscono il ruolo; mettono in evidenza e circondano quella zona dove operano le regole peculiari; regole indipendenti e diverse dalla realtà di tutti i giorni.
La mostra alla Loom Gallery tenta di riflettere su questi due elementi cruciali dello stato dell’opera d’arte, e lo fa attraverso la sua scomposizione e de-costruzione. Annullando il rapporto tradizionalmente unito tra il telaio e il vetro, tra lo spettatore e lo spazio espositivo, si cerca di soppiantare i ruoli e il modo di presentare le opere d’arte. Il telaio e il vetro non cessano di sfidare i propri ruoli, e allo stesso tempo diventano opere d’arte essi stessi. In una lotta impari, la galleria-spazio (o il cubo bianco), soddisfa le aspettative e trasforma i gesti critici in opere d’arte.
Le opere di Pierre-Etienne Morelle affrontano le caratteristiche fisiche e meccaniche delle materie prime, analizzano le sfide delle forze elementari attraverso risultati sperimentali; coinvolgendo il pubblico nella realizzazione del processo di creazione, esplorandone il fallimento previsto, attraverso installazioni, video e performance. Il risultato è una disamina dei rapporti derivanti tra lo spazio circostante e il visitatore: dove oggetti e materiali presenti creano situazioni estreme, che non possono essere facilmente mantenute e contenute, poiché in bilico e rischiose.
Il punto di partenza della mostra, è la de-costruzione del concetto classico di galleria, intesa come un santuario, e il modo di presentare al pubblico le opere d’arte. Il cubo bianco (l’archetipo di luogo espositivo modernista) da uno spazio sereno dove incontriamo le opere d’arte, è diventato il centro di dichiarazioni in materia di arte, quindi, un punto di intersezione dei conflitti.
Prima sostenuto, messo in dubbio, offeso, ferito e poi distrutto, lo spazio espositivo è diventato il veicolo primario dei messaggi dell’artista. Analogamente, la presentazione delle opere assume un’importanza indipendente, completa di contenuti; segnando i confini all’interno dei quali viene confermata l’impossibilità di evaderne. La cornice e il vetro proteggono l’ opera d’arte e ne garantiscono il ruolo; mettono in evidenza e circondano quella zona dove operano le regole peculiari; regole indipendenti e diverse dalla realtà di tutti i giorni.
La mostra alla Loom Gallery tenta di riflettere su questi due elementi cruciali dello stato dell’opera d’arte, e lo fa attraverso la sua scomposizione e de-costruzione. Annullando il rapporto tradizionalmente unito tra il telaio e il vetro, tra lo spettatore e lo spazio espositivo, si cerca di soppiantare i ruoli e il modo di presentare le opere d’arte. Il telaio e il vetro non cessano di sfidare i propri ruoli, e allo stesso tempo diventano opere d’arte essi stessi. In una lotta impari, la galleria-spazio (o il cubo bianco), soddisfa le aspettative e trasforma i gesti critici in opere d’arte.
17
novembre 2016
Pierre-Etienne Morelle – Tenseness
Dal 17 novembre 2016 al 31 gennaio 2017
arte contemporanea
Location
LOOM GALLERY
Milano, Via Lazzaretto, 15, (Milano)
Milano, Via Lazzaretto, 15, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 12-19
Vernissage
17 Novembre 2016, h 19.00
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