Pinella Lena nella mostra Archetipi espone una serie di circa 25 opere, tra
media e piccola dimensione.
La sua pittura è in realtà molte cose: è uno studio di forme e colori, è una
ricerca sentimentale, è una scoperta attraverso un mondo inesplorato o forse
solo dimenticato in cui il nipote l’ha condotta passo passo.
Quando guardiamo le sue pitture ci viene in mente una duplice dimensione:da
un punto di vista sembra che alcuni elementi conosciuti prendano forme
astratte, dall’altro lato, al contrario, sembra che dei semplice colori
possano diventare forme di vita precisa.
Sembra che la sua consapevolezza la porti a dipingere ambienti
irraggiungibili se non con una immersione totale.
La sua pittura rielabora emozioni primitive perse nel tempo. Così ritrovate
le trasforma in qualcosa di raccontabile, con una capacità di risolverle
graficamente solo con l’uso delle luci e delle sfumature.
Il suo è un paesaggio creativo senza limiti di segno, la sua mano ha un
gesto pittorico che si perde fluida guidata da una conoscenza e da una
solida creatività.
Pinella possiede l’energia per esplorare profondità intime, per caricarle
poi d’armonia verso un viaggio onirico.
Nei disegni dell’’artista ci si perde completamente, attraverso un ironia
nel raccontare che stupisce di particolari minuziosi.
La sua particolare tecnica di ecoline, un tipo di colore simile alla china
ma che si acquerella ancora più facilmente, sembra quindi essere l’ arma
perfetta per il suo tipo di racconto.