La scultura che ci presenta Barillà, deriva da una evoluzione che parte dagli inizi del 2001 con i primi spazi metallici e si concretizza superando l'idea di installazione .
Con questa ottica nasce una nuova opera.
Con la mediazione di 4 tavole geometriche ideate dall'artista, si viene a creare una struttura metallica più evoluta di quelle che l' hanno preceduta, una Tecnocontenitor-scultura; la prima composizione di questo pensiero: “Opera dallo spazio misurato”.
Le fasi della costruzione sono documentate in 107 immagini fotografiche, che verranno successivamente raccolte in una pubblicazione.
L’opera rappresenta il progetto di una costruzione realizzabile, le misure in scala ci evidenziano che l'altezza che può sviluppare è di 190 metri con tre superfici quadrate in vetro di 55 metri di lato, attraversate da pali in acciaio; queste aree sono agibili e permettono allo spettatore , con l'aiuto di un progetto architettonico di supporto, ad esempio ascensori, di entrare nello spazio interno, ove saranno fruibili: video proiezioni, suoni, luci, spazi sensoriali ecc… .
L' architettura si deve porre in equilibrio al fianco della grande scultura; l'idea è quella di un museo che si confronta con tutte le arti e non le contamina, come ormai accade ovunque da decenni in Europa e nel Mondo. La conseguenza è un artificioso equilibrio nel quale l'opera d'arte , inserita nel contesto dell'Architettura, risulta degradata a elemento decorativo o addirittura a oggetto feticistico. Barillà esprime la richiesta di spazi nuovi, luoghi dove l'arte possa esibire se stessa.