“Nell’accostarsi all’opera fotografica di Pino Lauria, una sensazione di sconcerto misto a stupore assale l’ignaro osservatore che per un attimo - ma comunque per quell’attimo! – sperimenta una sorta di “nudità” interiore, come di chi si trova, suo malgrado, al cospetto della imago primordiale del “Sé”, ovvero l’immagine inconscia del proprio “doppio” ancestrale intrauterino che prepotente affiora alla coscienza vigile, rivendicando il ruolo di matrice del pensiero tout court. L’attitudine introspettiva dell’artista si spinge così ad indagare le regioni germinali dello spirito, sconfinando – junghianamente parlando - nell’archetipo di Dio: è in altri termini il potere astrattivo del simbolo che si va oggettivando nella causa ancestrale che l’ha generato. Se da un lato l’Homme du Bapteme pare alludere all’idolo templare Baphomet, la stessa ambiguità vale altresì per Nigra sum sed formosa, Extravergine, Mea culpa, Settimo dolore, tutti titoli che equivalgono ad altrettanti “rebus” sul significato recondito della natura “divina” dell’uomo”. Luigi Pentasuglia
Per lorganizzazione della mostra ci si è avvalsi della collaborazione del gruppo AdMeridiem (www.admeridiem.it), della competenza artistica dello spazio RA comunicazionetotale per l'allestimento e per la grafica di Horus multimedia.