Date perse a cura di Patrizia Ferri è il titolo della personale di Pino Modica alla Galleria Altri Lavori in Corso, che segue quella dello scorso anno, che presenta l’ultimo ciclo di lavoro dell’artista piombinese che si manifesta come sviluppo dei cosidetti “Bersagli” del 1990, esposti per la prima volta alla Galleria Alice. Sono opere affascinanti, auratiche, di impatto e riflessive, dove la lastra di vetro, materiale elettivo per Modica, inizialmente era oggetto di uno sparo che per verificarne la resistenza lo connotava in termini estetici, enfatizzati dall’uso della luce, chiamando in causa l’intervento casuale del fruitore, secondo il motto duchampiano che è l’osservatore che fa l’opera. Il vero bersaglio è pertanto l’osservatore a cui l’artista, che abdica in parte al suo ruolo autoriale, affida il coefficiente d’arte di un’operazione basata su un metodo lucido e su una sottigliezza concettuale e poetica dove l’esperienza del quotidiano è il filo conduttore: la considerazione ovvero il portare alla coscienza tutti quei piccoli e apparentemente insignificanti azioni di tutti i giorni che vengono ripetute più o meno automaticamente, la cui evidenza e differenza disegna uno spazio reale e metafisico dove il senso ne amplifica il significato relativo in un orizzonte complesso dove si intrecciano vari livelli di lettura e di percezione. Date perse è l’ultima tappa della sua ricerca, che nasce dalla fusione dei due cicli precedenti dei “Piani di lavoro” e delle “Impronte” dove si passa dall’ azione indotta a verificare e mostrare la stratificazione di atti automatici o finalizzati ma sempre ripetitivi, solitamente sommersi e invisibili, in un processo di scanerizzazione , ingrandimento e coloritura dell’immagine a cui si aggiunge l’intervento manuale, enfatizzando l’empatia assoluta con il materiale che ne evidenzia la potenzialità espressiva e simbolica.

Il risultato finale di questa mostra sono, cinque grandi opere retroilluminate che, creando l’illuminazione stessa dello spazio espositivo lo connotano di un’auraticità densa di suggestioni , di un’ atmosfera particolare dove il fruitore può immergersi in un microcosmo amplificato fatto di timbri, date, appunti ecc. che raccontando della vita che trascorre immersa nel lavoro di un ufficio pubblico attraverso una visione ironicamente kafkiana, aprono a nuove e inaspettate chiavi di lettura. P.F.