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Pittura elettrica #1
un ciclo di mostre diviso in due capitoli dove saranno esposti alcuni tra i più interessanti artisti delle ultime generazioni, in un panorama composito che raccoglie spunti e soluzioni differenti sotto il segno della qualità
Comunicato stampa
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La galleria GiaMaArt studio nasce a Vitulano, nei pressi di Benevento, come spazio espositivo, ma anche come centro progettuale e di promozione, dedicato prevalentemente alla giovane pittura d’immagine in dialogo con tutte le più avanzate tendenze e forme espressive della contemporaneità.
Lo spazio ha l’ambizione di diventare una sorta di piccola Kunsthalle nel cuore del Sannio ed è diretto da Gianfranco Matarazzo, che ha al suo attivo l’organizzazione di una serie di importanti eventi espositivi pubblici di arte contemporanea.
Il progetto, curato in collaborazione con Lorenzo Canova, vuole così presentare un ciclo di mostre diviso in due capitoli dove saranno esposti alcuni tra i più interessanti artisti delle ultime generazioni, in un panorama composito che raccoglie spunti e soluzioni differenti sotto il segno della qualità.
Si intende così verificare come la pittura possa essere ancora uno dei linguaggi più adatti a scrutare e ad indagare in profondità dietro le apparenze rapidissime che affollano il “rumore bianco” degli eventi simultanei dell’attualità. La pittura rappresenta, insomma, proprio per la sua maggiore lentezza esecutiva e concettuale, un fondamentale “metodo” di intuizione e di significazione della realtà e delle nostre inquietudini, di interpretazione dei problemi della comunicazione, e può essere ancora uno degli strumenti centrali per un’arte che vuole tentare di dare una forma al mondo e alla sua complessità. Si vuole dimostrare dunque che la pittura possa non soltanto dialogare, scambiare informazioni e spunti creativi con le nuove tecnologie, ma che possa anche costituire il sostrato tecnico e concettuale di un nuovo modo di concepire il video e l’animazione d’artista.
Il progetto presenterà dunque due mostre in cui le opere pittoriche si confronteranno sempre con un’opera di animazione realizzata da un artista attivo anche nel campo della pittura e della scultura: nel primo capitolo, infatti, i dipinti di Alessandro Bazan, Marco Colazzo, Fulvio di Piazza, Stefania Fabrizi saranno esposti insieme ad un video di Luca Matti, mentre nel secondo capitolo i quadri di Angelo Bellobono, Mauro di Silvestre, Adriano Nardi, Igor Verrilli si confronteranno con un’animazione digitale di Silvano Tessarollo. Del resto, oggi la stessa pittura, pur mantenendo vivi i suoi legami millenari e i suoi riferimenti storici, non può fare a meno di avere uno sguardo “elettronico” legato alle comunicazioni di massa, agli schermi televisivi, ai monitor dei computer e alle proiezioni video e cinematografiche contemporanee. Inoltre, seguendo l’intuizione di Marcel Duchamp, che vedeva la pittura moderna come un vero e proprio ready made “voluto” perché i suoi colori sono realizzati in modo seriale nelle fabbriche e non più con la sapienza artigianale della bottega, si potrebbe paradossalmente ipotizzare che anche la pittura sia divenuta, almeno in parte, un’arte “elettronica”, non solo per un “occhio” spesso mediatico, che in molti casi permette una progettazione del quadro al computer, ma anche per il suo corpo fisico nato attraverso gli strumenti digitali della realizzazione industriale sorretta da tecnologie informatiche di precisione. D’altronde, possiamo notare come il video di animazione sia costruito a sua volta attraverso una serrata elaborazione“pittorica” dove ogni fotogramma è “dipinto” o meglio composto da un più o meno complesso disegno preparatorio: il colore della pittura che scorre per fissarsi sul supporto diviene così il colore che scorre nei fotogrammi trasmessi dal monitor. Il corpo fluido dell’immagine in movimento ritrova dunque la sua anima “antica” nell’elemento del disegno, quello che da Michelangelo a Vasari, da Federico Zuccari fino al classicismo, e, in qualche modo, ad una certa arte concettuale, è sempre stato ritenuto l’elemento mentale e “divino” che sostiene l’edificio della stesura e della significazione dell’opera finale, fissata sulla tela o sul supporto elettronico. Alcuni lavori su carta degli artisti presentati accompagneranno così, come in una sorta di racconto parallelo, il percorso della mostra: sarà allora proprio il disegno l’elemento di congiunzione che legherà le diverse opere e le differenti forme espressive, il territorio di confine dove il progetto e le tecniche si separano, si uniscono e si scontrano in quel costante sviluppo dialettico che segna con forza le dinamiche, le aperture teoriche ed esecutive dell’arte contemporanea
Capitolo 2
30 settembre – 2 dicembre 2006
Angelo Bellobono (Roma 1964, vive a Roma)
Mauro di Silvestre (Roma 1968, vive a Roma)
Adriano Nardi (Rio de Janeiro- Brasile- 1964, vive a Roma)
Igor Verrilli (Benevento 1969, vive a Benevento)
Silvano Tessarollo (Bassano del Grappa 1956, vive a Tezze Sul Brenta)
Lo spazio ha l’ambizione di diventare una sorta di piccola Kunsthalle nel cuore del Sannio ed è diretto da Gianfranco Matarazzo, che ha al suo attivo l’organizzazione di una serie di importanti eventi espositivi pubblici di arte contemporanea.
Il progetto, curato in collaborazione con Lorenzo Canova, vuole così presentare un ciclo di mostre diviso in due capitoli dove saranno esposti alcuni tra i più interessanti artisti delle ultime generazioni, in un panorama composito che raccoglie spunti e soluzioni differenti sotto il segno della qualità.
Si intende così verificare come la pittura possa essere ancora uno dei linguaggi più adatti a scrutare e ad indagare in profondità dietro le apparenze rapidissime che affollano il “rumore bianco” degli eventi simultanei dell’attualità. La pittura rappresenta, insomma, proprio per la sua maggiore lentezza esecutiva e concettuale, un fondamentale “metodo” di intuizione e di significazione della realtà e delle nostre inquietudini, di interpretazione dei problemi della comunicazione, e può essere ancora uno degli strumenti centrali per un’arte che vuole tentare di dare una forma al mondo e alla sua complessità. Si vuole dimostrare dunque che la pittura possa non soltanto dialogare, scambiare informazioni e spunti creativi con le nuove tecnologie, ma che possa anche costituire il sostrato tecnico e concettuale di un nuovo modo di concepire il video e l’animazione d’artista.
Il progetto presenterà dunque due mostre in cui le opere pittoriche si confronteranno sempre con un’opera di animazione realizzata da un artista attivo anche nel campo della pittura e della scultura: nel primo capitolo, infatti, i dipinti di Alessandro Bazan, Marco Colazzo, Fulvio di Piazza, Stefania Fabrizi saranno esposti insieme ad un video di Luca Matti, mentre nel secondo capitolo i quadri di Angelo Bellobono, Mauro di Silvestre, Adriano Nardi, Igor Verrilli si confronteranno con un’animazione digitale di Silvano Tessarollo. Del resto, oggi la stessa pittura, pur mantenendo vivi i suoi legami millenari e i suoi riferimenti storici, non può fare a meno di avere uno sguardo “elettronico” legato alle comunicazioni di massa, agli schermi televisivi, ai monitor dei computer e alle proiezioni video e cinematografiche contemporanee. Inoltre, seguendo l’intuizione di Marcel Duchamp, che vedeva la pittura moderna come un vero e proprio ready made “voluto” perché i suoi colori sono realizzati in modo seriale nelle fabbriche e non più con la sapienza artigianale della bottega, si potrebbe paradossalmente ipotizzare che anche la pittura sia divenuta, almeno in parte, un’arte “elettronica”, non solo per un “occhio” spesso mediatico, che in molti casi permette una progettazione del quadro al computer, ma anche per il suo corpo fisico nato attraverso gli strumenti digitali della realizzazione industriale sorretta da tecnologie informatiche di precisione. D’altronde, possiamo notare come il video di animazione sia costruito a sua volta attraverso una serrata elaborazione“pittorica” dove ogni fotogramma è “dipinto” o meglio composto da un più o meno complesso disegno preparatorio: il colore della pittura che scorre per fissarsi sul supporto diviene così il colore che scorre nei fotogrammi trasmessi dal monitor. Il corpo fluido dell’immagine in movimento ritrova dunque la sua anima “antica” nell’elemento del disegno, quello che da Michelangelo a Vasari, da Federico Zuccari fino al classicismo, e, in qualche modo, ad una certa arte concettuale, è sempre stato ritenuto l’elemento mentale e “divino” che sostiene l’edificio della stesura e della significazione dell’opera finale, fissata sulla tela o sul supporto elettronico. Alcuni lavori su carta degli artisti presentati accompagneranno così, come in una sorta di racconto parallelo, il percorso della mostra: sarà allora proprio il disegno l’elemento di congiunzione che legherà le diverse opere e le differenti forme espressive, il territorio di confine dove il progetto e le tecniche si separano, si uniscono e si scontrano in quel costante sviluppo dialettico che segna con forza le dinamiche, le aperture teoriche ed esecutive dell’arte contemporanea
Capitolo 2
30 settembre – 2 dicembre 2006
Angelo Bellobono (Roma 1964, vive a Roma)
Mauro di Silvestre (Roma 1968, vive a Roma)
Adriano Nardi (Rio de Janeiro- Brasile- 1964, vive a Roma)
Igor Verrilli (Benevento 1969, vive a Benevento)
Silvano Tessarollo (Bassano del Grappa 1956, vive a Tezze Sul Brenta)
29
aprile 2006
Pittura elettrica #1
Dal 29 aprile al 23 settembre 2006
arte contemporanea
Location
GIAMAART STUDIO
Vitulano, Via Iadonisi, 14, (Benevento)
Vitulano, Via Iadonisi, 14, (Benevento)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 17–20 e per appuntamento
Vernissage
29 Aprile 2006, ore 18,30
Autore
Curatore