Il fil rouge della mostra è la rappresentazione della moderna cultura Pop, che nei lavori dei tre artisti, seppur con modalità differenti, viene citata e allo stesso tempo ricontestualizzata in modo ironico e dissacrante: il risultato è una carrellata di opere che si rifanno direttamente alle icone Pop, riattualizzandole secondo linguaggi innovativi in cui modernità, tradizione e gioco si mescolano continuamente.
Se le figure plastiche dello scultore milanese Francesco De Molfetta recuperano con ironia i simboli della mitologia contemporanea, stravolgendoli e dando vita a opere iconoclaste e dissacratorie, le tele di Veronica Picelli, in cui la tecnica pittorica tradizionale è al servizio di simboli di contemporaneità, si presentano come superfici di monitor frammentate dai moderni pixel, i cui i soggetti innovativi richiamano alla mente l’immaginario pop anni Ottanta, i fumetti, i Manga giapponesi, alcune famose pubblicità.
Damiano Spelta, artista e designer milanese, si sofferma in modo più specifico sugli oggetti quotidiani, riproponendoli in modo iper-realistico, svuotandoli del proprio significato originale, spesso ingigantendoli e ricreandoli con l’ausilio di materiali più pregiati, intitolandoli con ironia e trasgressione. Nessun oggetto conserva così il proprio ruolo originario, ma si eleva ad altro: diventa un simbolo di estetica e contemporaneità.
I lavori di De Molfetta, Picelli e Spelta, si inseriscono nell’attuale panorama artistico contemporaneo, proprio come un barattolo di Pop Corn, in modo scoppiettante.
Una ventata di colore e ilarità che rende ancora più accattivanti le originali proposte dei tre giovani artisti