Domenica 16 dicembre alle ore 18.00, presso il Foyer del Teatro Alessandro Bonci di Cesena, verrà
presentato il libro/catologo edito per i tipi de IL VICOLO - Editore, a corredo e completamento del progetto
di poesia, filosofia e arti Ciò che ci rende umani.
«[...] Ciò che ci rende umani è un progetto, ideato dal Teatro Valdoca, di tale speciale sostanza che
si è fatto bere dalla gente come l’inchiostro da una carta assorbente, parafrasando Jean Paul Sartre.
Un editore sceglie anche in base a un’attrazione. [...] Ne è emersa una ulteriore conferma che è tempo
di prendere possesso della nostra vita e arginare il flusso delle cose. [...] Ecco: credo che un libro teso
a documentare un evento qual è stato Ciò che ci rende umani conservi una sua funzione attiva. Perché
fissa il ricordo fra immagini e parole, in frammenti capaci di riattivare le subsidenze del pensiero [...]»
(Marisa Zattini, da Nota editoriale in catalogo).
Il libro/catologo - composto da 176 pagine, Euro 20 - documenta gli incontri con ENZO BIANCHI, LUCE
IRIGARAY, MASSIMO CACCIARI, MILO DE ANGELIS, i laboratori condotti da Melina Mulas, Paola Farneti,
Chandra Livia Candiani, Francesca Proia, Franco Arminio, gli incontri con le scuole e la mostra
dell’artista ERICH TURRONI - “de visu” attraverso immagini, testi e poesie. Le fotografie - tutte rigorosamente
in B/N - sono il frutto di un lavoro di “laboratorio” diretto da Melina Mulas e svolto da Andrea Bartolini,
Antonella Bracci, Federica Giorgetti, Maria Goradesky, Germana Gullotta, Giada Pagliarani e Simona
Tonna. Scrive nel suo testo introduttivo Mariangela Gualtieri, poeta e drammaturga: «Che cos’è la città
se non la porta dell’amore verso l’universo? Eravamo partiti da queste sorprendenti parole del poeta
Adonis e la città ha risposto, come non faceva da tempo. Ci è venuta vicino, piena di attesa e di
fervore. Credo che tutti, fra il pubblico, abbiano sentito che c’era contentezza. Molta. Per quell’essere
insieme, a farci belli, a farci nuovi e attenti, a svegliarci a vicenda da un torpore pericoloso. Si era
insieme, per una volta non a riempirci lo stomaco, non a fare i consumatori di qualcosa, ma ad
ascoltare delle parole. Parole accurate, vive, intorno ad una domanda urgente: che cosa ci rende
umani? [...]»