Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Presentazione del Libro “Le cattive compagnie” di Luca Marinangeli
Non so definire le cattive compagnie, ci ho provato, ma ho solo corso il rischio di fare un elenco, per altro molto confuso, tra persone malvagie e “cattive compagnie”. Ho cercato allora nei ricordi e a discernere tra le figure della memoria, esplorato tra i volti di chi ha condiviso con me la vita.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria Wikiarte in Via San Felice 18
è lieta di invitarvi sabato 20 Ottobre alle ore 17.30
alla presentazione del libro
"LE CATTIVE COMPAGNIE"
di Luca Marinangeli
Prefazione a cura del Prof.Alberto D’Atanasio
Non so definire le cattive compagnie, ci ho provato, ma ho solo corso il rischio di fare un elenco, per altro molto confuso, tra persone malvagie e “cattive compagnie”. Ho cercato allora nei ricordi e a discernere tra le figure della memoria, esplorato tra i volti di chi ha condiviso con me la vita e poi rivisto i conoscenti, i parenti, gli amici, i colleghi, gli amori. Ho ripensato a Luca quando lo vedevo con gli altri ragazzi della sua classe. Ero dietro i vetri di una finestra che non si poteva aprire perché il sistema basculante era rotto, se si apriva non rimaneva fissa, il rischio era che la parte alta finisse sulla testa oppure che la parte bassa si chiudesse sulle mani, bisognava trovare un equilibrio tra l’aria di fuori e quella interna all’aula. Ero al di là di un vetro obliquo, era di settembre i tigli del parco del liceo scientifico erano ancora verdi, l’estate quasi finita. Nel cortile tante magliette colorate e l’incoscienza orgogliosa di chi si ritrova all’inizio di una strada e la scuola media è già un lontano ricordo. Quando si entra in classe quei volti di ragazzini disarmano e in un attimo rivedi te tanti, troppi anni fa e poi tuo figlio e tutto ciò che sai è di sapere cose che non serviranno in quel momento. I ragazzi ti guardano come se fossi un alieno o un virus da accettare. Non pensano che tu sia una cattiva compagnia pensano che tu sia un cattivo compagno, da evitare e qualche volta hanno anche ragione. Gli insegnanti per nove studenti su dieci sono da tollerare, accettare, da trattare con la tipica strategia studentesca e gli esempi sono tanti. Ricordo che mentre spiegavo il concetto di luce e di ombra per gli impressionisti, in particolare in Monet una studentessa era così immersa nell’argomento che guardava fissa le immagini nel libro che teneva appoggiato al bordo del banco, appena scostata con la sedia io, dalla cattedra, immaginavo che il libro fosse posato sulla pancia perché la mano destra era all’interno delle pagine come a seguire le righe. Era così immersa in ciò che avevo spiegato e in ciò che vedeva nel libro che sembrava illuminata. E, in effetti, era illuminata, vedevo il suo volto schiarito da una luce, bastò fare pressione sui braccioli della sedia e superare il piano della cattedra per scoprire che la luce che attraeva e illuminava la studentessa non era quella che ispirò gli impressionisti, ma il display dell’iphone che teneva nascosto nel libro che fungeva da cortina… Sorrise, sorrisi anch’io rise tutta la classe. Avrei potuto usare maniere severe e ne avrei avuto il diritto, si scelse di guardarci negli occhi di fare qualche battuta e di capire, io mi alzai dalla cattedra solo un po’ e lei mise il gioco elettronico in tasca e il libro sul piano del banco. Le cattive compagnie ti portano a scoprirti e a scendere dalle rocche del tuo orgoglio, le cattive compagnie scuotono dalla noia e ti fanno revisionare la vita perché si possa ripartire e provarci ancora, nonostante tutto e nonostante tutti. Le cattive compagnie sono quelle che ti portano a dire, io vivo, io ci sono, nonostante tutto vada storto e tutti vengano contro. Ma sia ben chiaro che non si intendono per cattive compagnie i maestri cattivi saccenti e ignoranti, né i politici moderni che tagliano i finanziamenti all’istruzione cioè su ciò che forma i nuovi cittadini e alla conservazione della memoria cioè sulla storia e sull’arte, sui musei e le biblioteche. E sia altresì chiaro che non sono cattive compagnie gli amici per convenienza, quelli che ti sorridono davanti e ti pugnalano alle spalle quando non servi più. Le cattive compagnie così, come le intende Luca Marinangeli in questo suo primo libro, sono persone e situazioni che nel disagio come nella serenità ti fanno sentire ascoltato anche se taci e compreso anche quando non ci sei. È una cattiva compagnia la solitudine per un amore andato, l’angoscia per un amore non corrisposto, è una cattiva compagnia il pianto per un amico rapito dalla morte, è una cattiva compagnia il padre che non sa dare consigli che accompagna il figlio cercando di superare il disagio delle età e delle circostanze, è una cattiva compagnia l’amico che ti ascolta di notte dentro un’auto che diventa zattera tra mari tempestosi.
è lieta di invitarvi sabato 20 Ottobre alle ore 17.30
alla presentazione del libro
"LE CATTIVE COMPAGNIE"
di Luca Marinangeli
Prefazione a cura del Prof.Alberto D’Atanasio
Non so definire le cattive compagnie, ci ho provato, ma ho solo corso il rischio di fare un elenco, per altro molto confuso, tra persone malvagie e “cattive compagnie”. Ho cercato allora nei ricordi e a discernere tra le figure della memoria, esplorato tra i volti di chi ha condiviso con me la vita e poi rivisto i conoscenti, i parenti, gli amici, i colleghi, gli amori. Ho ripensato a Luca quando lo vedevo con gli altri ragazzi della sua classe. Ero dietro i vetri di una finestra che non si poteva aprire perché il sistema basculante era rotto, se si apriva non rimaneva fissa, il rischio era che la parte alta finisse sulla testa oppure che la parte bassa si chiudesse sulle mani, bisognava trovare un equilibrio tra l’aria di fuori e quella interna all’aula. Ero al di là di un vetro obliquo, era di settembre i tigli del parco del liceo scientifico erano ancora verdi, l’estate quasi finita. Nel cortile tante magliette colorate e l’incoscienza orgogliosa di chi si ritrova all’inizio di una strada e la scuola media è già un lontano ricordo. Quando si entra in classe quei volti di ragazzini disarmano e in un attimo rivedi te tanti, troppi anni fa e poi tuo figlio e tutto ciò che sai è di sapere cose che non serviranno in quel momento. I ragazzi ti guardano come se fossi un alieno o un virus da accettare. Non pensano che tu sia una cattiva compagnia pensano che tu sia un cattivo compagno, da evitare e qualche volta hanno anche ragione. Gli insegnanti per nove studenti su dieci sono da tollerare, accettare, da trattare con la tipica strategia studentesca e gli esempi sono tanti. Ricordo che mentre spiegavo il concetto di luce e di ombra per gli impressionisti, in particolare in Monet una studentessa era così immersa nell’argomento che guardava fissa le immagini nel libro che teneva appoggiato al bordo del banco, appena scostata con la sedia io, dalla cattedra, immaginavo che il libro fosse posato sulla pancia perché la mano destra era all’interno delle pagine come a seguire le righe. Era così immersa in ciò che avevo spiegato e in ciò che vedeva nel libro che sembrava illuminata. E, in effetti, era illuminata, vedevo il suo volto schiarito da una luce, bastò fare pressione sui braccioli della sedia e superare il piano della cattedra per scoprire che la luce che attraeva e illuminava la studentessa non era quella che ispirò gli impressionisti, ma il display dell’iphone che teneva nascosto nel libro che fungeva da cortina… Sorrise, sorrisi anch’io rise tutta la classe. Avrei potuto usare maniere severe e ne avrei avuto il diritto, si scelse di guardarci negli occhi di fare qualche battuta e di capire, io mi alzai dalla cattedra solo un po’ e lei mise il gioco elettronico in tasca e il libro sul piano del banco. Le cattive compagnie ti portano a scoprirti e a scendere dalle rocche del tuo orgoglio, le cattive compagnie scuotono dalla noia e ti fanno revisionare la vita perché si possa ripartire e provarci ancora, nonostante tutto e nonostante tutti. Le cattive compagnie sono quelle che ti portano a dire, io vivo, io ci sono, nonostante tutto vada storto e tutti vengano contro. Ma sia ben chiaro che non si intendono per cattive compagnie i maestri cattivi saccenti e ignoranti, né i politici moderni che tagliano i finanziamenti all’istruzione cioè su ciò che forma i nuovi cittadini e alla conservazione della memoria cioè sulla storia e sull’arte, sui musei e le biblioteche. E sia altresì chiaro che non sono cattive compagnie gli amici per convenienza, quelli che ti sorridono davanti e ti pugnalano alle spalle quando non servi più. Le cattive compagnie così, come le intende Luca Marinangeli in questo suo primo libro, sono persone e situazioni che nel disagio come nella serenità ti fanno sentire ascoltato anche se taci e compreso anche quando non ci sei. È una cattiva compagnia la solitudine per un amore andato, l’angoscia per un amore non corrisposto, è una cattiva compagnia il pianto per un amico rapito dalla morte, è una cattiva compagnia il padre che non sa dare consigli che accompagna il figlio cercando di superare il disagio delle età e delle circostanze, è una cattiva compagnia l’amico che ti ascolta di notte dentro un’auto che diventa zattera tra mari tempestosi.
03
novembre 2012
Presentazione del Libro “Le cattive compagnie” di Luca Marinangeli
03 novembre 2012
presentazione
incontro - conferenza
incontro - conferenza
Location
GALLERIA WIKIARTE
Bologna, Via San Felice, 18, (Bologna)
Bologna, Via San Felice, 18, (Bologna)
Orario di apertura
dalle 17.30 alle 19.00
Vernissage
3 Novembre 2012, h 17.30
Autore
Curatore