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Primo Novecento
L’esposizione è un tentativo di documentare attraverso i lavori di differenti artisti una stagione ricca di linguaggi pittorici, scegliendo le opere che in qualche modo li rappresentano e che sono in linea con la grande tradizione ottocentesca.
Comunicato stampa
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Sabato 27 marzo , presso la Nuova Galleria Campo dei Fiori in via di Monserrato 30 - Roma, si apre la mostra Primo Novecento a cura di Daina Maja Titonel.
L’esposizione è un tentativo di documentare attraverso i lavori di differenti artisti una stagione ricca di linguaggi pittorici, scegliendo le opere che in qualche modo li rappresentano e che sono in linea con la grande tradizione ottocentesca.
Si espongono 20 opere tutte dei primi anni del Novecento ad eccezione di una veduta del 1894 del pittore tedesco Willy Hamacher che apre la mostra con la forza di un tramonto divisionista sul porto di Genova. Sempre in ambito divisionista sono esposti un ritratto a mezza figura del pittore Enrico Lionne , maestro di Boccioni; una Maternità (1911) di Ferruccio Ferrazzi ispirata alla Madonna del Parto di Piero della Francesca; Valeria con fiocco verde (c. 1918) di Giovan Battista Crema .
Tre sono le nature morte di cui due accomunate dallo sfondo scuro in cui spicca con forza il colore dei fiori ritratti: violette per Francesco Trombadori e gladioli per Arturo Noci, la prima circa del 1915 e la seconda del 1934. E ancora violette nella natura morta di Cesare Maggi (1920 c.).
Di ispirazione simbolista i Glicini di Guido Marussig (1908 c.).
Di Armando Spadini si espone il Bozzetto per la Bagnante del 1923 mentre di Antonio Mancini è una Carmen del 1915.
Una sezione della mostra è invece dedicata a paesaggi, vedute e scorci di città: di Francesco Cangiullo è la Strada di Parigi circa del 1911, un anno prima dell’adesione da parte dell’artista al futurismo, opera ancora influenzata dall’impressionismo francese. Di Marussig è esposto Parco Vendramin (Venezia) del 1907, oltre ai Glicini. Per le vedute: Ischia di Romolo Leone e Gubbio la città vecchia (1926) dell’artista modenese Vellani Marchi. Per i paesaggi un olio di Amedeo Bocchi, Castel Giubileo, del quale si espone anche Villa Strohl-Fern (Roma 1930). Di Carlo Prada Paesaggio lacustre, dove un albero solitario si affaccia su di un lago tratteggiato alla maniera divisionista. Di Giulio Aristide Sartorio Stretto di Magellano, eseguito dall’artista durante il suo viaggio in America Latina nel 1924. E ancora un bellissimo pastello di Casciaro, Pergolato e mandorlo in fiore.
Conclude la rassegna un inedito capolavoro di Felice Carena , Nudo del 1927.
La mostra sarà aperta fino al 30 aprile.
L’esposizione è un tentativo di documentare attraverso i lavori di differenti artisti una stagione ricca di linguaggi pittorici, scegliendo le opere che in qualche modo li rappresentano e che sono in linea con la grande tradizione ottocentesca.
Si espongono 20 opere tutte dei primi anni del Novecento ad eccezione di una veduta del 1894 del pittore tedesco Willy Hamacher che apre la mostra con la forza di un tramonto divisionista sul porto di Genova. Sempre in ambito divisionista sono esposti un ritratto a mezza figura del pittore Enrico Lionne , maestro di Boccioni; una Maternità (1911) di Ferruccio Ferrazzi ispirata alla Madonna del Parto di Piero della Francesca; Valeria con fiocco verde (c. 1918) di Giovan Battista Crema .
Tre sono le nature morte di cui due accomunate dallo sfondo scuro in cui spicca con forza il colore dei fiori ritratti: violette per Francesco Trombadori e gladioli per Arturo Noci, la prima circa del 1915 e la seconda del 1934. E ancora violette nella natura morta di Cesare Maggi (1920 c.).
Di ispirazione simbolista i Glicini di Guido Marussig (1908 c.).
Di Armando Spadini si espone il Bozzetto per la Bagnante del 1923 mentre di Antonio Mancini è una Carmen del 1915.
Una sezione della mostra è invece dedicata a paesaggi, vedute e scorci di città: di Francesco Cangiullo è la Strada di Parigi circa del 1911, un anno prima dell’adesione da parte dell’artista al futurismo, opera ancora influenzata dall’impressionismo francese. Di Marussig è esposto Parco Vendramin (Venezia) del 1907, oltre ai Glicini. Per le vedute: Ischia di Romolo Leone e Gubbio la città vecchia (1926) dell’artista modenese Vellani Marchi. Per i paesaggi un olio di Amedeo Bocchi, Castel Giubileo, del quale si espone anche Villa Strohl-Fern (Roma 1930). Di Carlo Prada Paesaggio lacustre, dove un albero solitario si affaccia su di un lago tratteggiato alla maniera divisionista. Di Giulio Aristide Sartorio Stretto di Magellano, eseguito dall’artista durante il suo viaggio in America Latina nel 1924. E ancora un bellissimo pastello di Casciaro, Pergolato e mandorlo in fiore.
Conclude la rassegna un inedito capolavoro di Felice Carena , Nudo del 1927.
La mostra sarà aperta fino al 30 aprile.
27
marzo 2004
Primo Novecento
Dal 27 marzo al 30 aprile 2004
arte contemporanea
Location
NUOVA GALLERIA CAMPO DEI FIORI
Roma, Via di Monserrato, 30, (Roma)
Roma, Via di Monserrato, 30, (Roma)
Orario di apertura
lu-sa: 10.00 - 13.00 / 16.00 - 19.00 - ingresso libero
chiuso lunedì mattina e festivi
(in altro orario solo su appuntamento)
Vernissage
27 Marzo 2004, ORE 18.00 - 21.00