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Proiezioni iperspazialiste
L’Iperspazialismo, che prosegue il discorso iniziato da Lucio Fontana, col celebre “Manifiesto blanco”, è una presa di coscienza di una visione ampliata dello spazio dovuta ai progressi scientifici e telematici, con una particolare attenzione all’individuo concepito quale frammento dell’universo
Comunicato stampa
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I consistenti attuali lavori degli Iperspazialisti rimandano, nel segno e nel ricordo, alle tante esperienze romane degli anni Sessanta, ad esempio di Calò, Cannella, Alviani e dell’abruzzese Di Fabio, ma anche dei campani del Gruppo “Geometria e Ricerca”, di cui si ricorda la prima monografia, pubblicata nel 1979, realizzata dall’Istituto Grafico Editoriale Italiano, di Napoli, di Rodolfo Rubino, curata da Luigi Paolo Finizio.
Il gruppo napoletano “Geometria e Ricerca” si formò nel 1976 con la partecipazione di Renato Barisani, Gianni De Tora, Carmine Di Ruggiero, Riccardo Riccini, Guido Tatafiore, Giuseppe Testa e, successivamente, di Riccardo Trapani.
L'intento creativo che li accomunava si muoveva sulla linea di continuità storica del linguaggio geometrico.
Per ciascuno, dall'interno del ventaglio delle proprie esperienze, si prospettò un solidale campo di ricerca: il campo dell'immaginario geometrico.
Nel complesso, il loro è stato certamente un fenomeno centrale nella cultura visiva partenopea.
Ritornando sugli artisti iperspazialisti considerati, vale a dire Luisa Bergamini, Giovanni Boldrini, Fabrizio Campanella, Alessandro Carlini, Maria Pia Daidone, Andrea P. Damiani, Anna Donati, Maria Cristina Fioretti, Giovenale, Cesare Iezzi, Ettore Le Donne, Giuseppe Masciarelli, Antonio Paciocco, Monica Pennazzi, Alessandro Perinelli, Massimo Pompeo, segnaliamo che intrigano per le soluzioni, suffragate da estremi particolarismi astratti, atte a dettagliare tensioni, abbinamenti, costruzioni e trasversali strutturazioni, che investigano percezioni cromatiche.
Sugli artisti hanno espresso attente considerazioni alcuni importanti critici e giornalisti ed il loro lavoro è stato sottolineato anche dal critico abruzzese Leo Strozzieri, che ha scritto in modo esaustivo sugli “Iperspazialisti”, tra l’altro, nel catalogo “Iperspazialismo e sue radici storiche”, che fece da corredo alla mostra “Movimento Iperspazialista e sue radici storiche”, dell’agosto 2005, realizzata a Popoli, in provincia di Pescara, alla Sala Comunale “Corradino D’Ascanio” (inventore, per chi non lo sapesse ancora, dell’elicottero e della vespa).
Nel volume, tra l’altro, fu riportata una documentazione fotografica dei vari protagonisti ed un saggio storico del curatore Leo Strozzieri, nonché interventi di altri sei studiosi italiani: Enrico Borgatti, Lino Cavallari, Eraldo Di Vita, Janus, Antonio Picariello e Maurizio Vitiello.
Sugli Iperspazialisti si è attivata un’attenzione critica ed i loro lavori, eleganti e ritmici, abbracciano il mondo delle coordinate comunicative.
L’Iperspazialismo, che prosegue il discorso iniziato da Lucio Fontana, col celebre “Manifiesto blanco”, è una presa di coscienza di una visione ampliata dello spazio dovuta ai progressi scientifici e telematici, con una particolare attenzione all’individuo concepito quale frammento dell’universo.
Maurizio Vitiello
Il gruppo napoletano “Geometria e Ricerca” si formò nel 1976 con la partecipazione di Renato Barisani, Gianni De Tora, Carmine Di Ruggiero, Riccardo Riccini, Guido Tatafiore, Giuseppe Testa e, successivamente, di Riccardo Trapani.
L'intento creativo che li accomunava si muoveva sulla linea di continuità storica del linguaggio geometrico.
Per ciascuno, dall'interno del ventaglio delle proprie esperienze, si prospettò un solidale campo di ricerca: il campo dell'immaginario geometrico.
Nel complesso, il loro è stato certamente un fenomeno centrale nella cultura visiva partenopea.
Ritornando sugli artisti iperspazialisti considerati, vale a dire Luisa Bergamini, Giovanni Boldrini, Fabrizio Campanella, Alessandro Carlini, Maria Pia Daidone, Andrea P. Damiani, Anna Donati, Maria Cristina Fioretti, Giovenale, Cesare Iezzi, Ettore Le Donne, Giuseppe Masciarelli, Antonio Paciocco, Monica Pennazzi, Alessandro Perinelli, Massimo Pompeo, segnaliamo che intrigano per le soluzioni, suffragate da estremi particolarismi astratti, atte a dettagliare tensioni, abbinamenti, costruzioni e trasversali strutturazioni, che investigano percezioni cromatiche.
Sugli artisti hanno espresso attente considerazioni alcuni importanti critici e giornalisti ed il loro lavoro è stato sottolineato anche dal critico abruzzese Leo Strozzieri, che ha scritto in modo esaustivo sugli “Iperspazialisti”, tra l’altro, nel catalogo “Iperspazialismo e sue radici storiche”, che fece da corredo alla mostra “Movimento Iperspazialista e sue radici storiche”, dell’agosto 2005, realizzata a Popoli, in provincia di Pescara, alla Sala Comunale “Corradino D’Ascanio” (inventore, per chi non lo sapesse ancora, dell’elicottero e della vespa).
Nel volume, tra l’altro, fu riportata una documentazione fotografica dei vari protagonisti ed un saggio storico del curatore Leo Strozzieri, nonché interventi di altri sei studiosi italiani: Enrico Borgatti, Lino Cavallari, Eraldo Di Vita, Janus, Antonio Picariello e Maurizio Vitiello.
Sugli Iperspazialisti si è attivata un’attenzione critica ed i loro lavori, eleganti e ritmici, abbracciano il mondo delle coordinate comunicative.
L’Iperspazialismo, che prosegue il discorso iniziato da Lucio Fontana, col celebre “Manifiesto blanco”, è una presa di coscienza di una visione ampliata dello spazio dovuta ai progressi scientifici e telematici, con una particolare attenzione all’individuo concepito quale frammento dell’universo.
Maurizio Vitiello
12
febbraio 2006
Proiezioni iperspazialiste
Dal 12 febbraio al 02 marzo 2006
arte contemporanea
Location
IL DIAPASON ARTE
Napoli, Via Giotto, 7A, (Napoli)
Napoli, Via Giotto, 7A, (Napoli)
Orario di apertura
feriali 10,30-13 e 17–20; festivi 11-13
Vernissage
12 Febbraio 2006, ore 11.30
Autore
Curatore