L’Associazione Culturale Metaverso, da sempre attenta a captare i segnali più stimolanti dell’underground romano, presenta la mostra di aerosol art “Push your name”! Mai slogan fu più adatto a descrivere una generazione, in bilico tra l’indeterminatezza dell’incognita (X) e la voglia d’infrangere l’anonimato! Nella dimensione alienante, satura, claustrofobica dell’habitat contemporaneo, le giovani brigate dello spray si radunano da un capo all’altro, pronte a sferrare l’attacco a colpi di…aerosol. La divisa è quella rituale - rigorosamente oversize - indice di appartenenza allo stesso gruppo, cementato da passioni e inquietudini comuni. Una corazza morbida nella quale difendersi dalle fragilità, stemperare le asprezze, a volte nascondersi. Tutto si gioca sulla contraddizione fisiologica tra apparenza e oscuramento, risonanza e clandestinità. La tag è lo strumento più rude, immediato, ancestrale per lasciare un segno indelebile del proprio passaggio. Come i graffiti rupestri dell’era preistorica, rivendica il bisogno di esprimere se stessi, tramite un linguaggio autentico e spontaneo. In un’epoca dominata dalla comunicazione, superpotere invasivo e martellante, l’atto estremo di libertà si compie sovvertendo l’ordine semantico dell’establishment. Perciò, accanto alle scritte che invadono lo spazio urbano, a scopo puramente commerciale, vediamo fiorire le lettere illeggibili e cacofoniche dei writers: una lingua straniera, che si contrappone alla koinè omologante dell’advertising. La sfida consiste nella formulazione di un contro-codice individuale, totalmente auto-referenziale; il nome parla di sé, del proprio diritto ad essere partecipi dello spazio sociale, inflazionato dal monopolio dell’informazione e dai megafoni mediatici. Alla sofisticazione artefatta dell’iconografia ufficiale i writers rispondono con il tratto genuino, sporco, gocciolante dello spray: una giungla rigogliosa e variopinta che avanza nel grigio della città.
“Push your name” vuole rendergli omaggio, facendosi contagiare dal germe del loro “fomento” giovanile. Dunque, respect per le nuove leve dell’underground romano, tra ebbrezza adolescenziale e continua ricerca di stile!
Maria Egizia Fiaschetti