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Rae Martini – The City
E’ la città l’habitat di Rae Martini. Lo è stato per il primo periodo delle sue produzioni, durato quasi quindici anni. Ora Rae si riappropria degli scorci di città che ha visto e vissuto e rivissuto.
Comunicato stampa
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Rosso.
La città è un inquietante capolavoro. Le pareti degli edifici circondano la quotidianità spaccate dal rumore di un martello pneumatico. La metropolitana passa sottoterra, la stessa terra che a volte si tinge di rosso. La metropolitana è veloce, il mondo è veloce. L’asfalto vibra sotto i piedi, i cartelloni pubblicitari non parlano più, gridano. Qualcuno li ascolta. La città ha la sua profondità.
Bianco.
La mia mente è la mia casa. Questa è la mia casa.
La gente corre, si consuma. Il brusio delle parole è una cascata di gocce, ogni goccia è un suono anonimo. Un parcheggio sotterraneo, le stazioni della metropolitana. Il cemento sembra molestare l’intimità della città, quasi alla ricerca della sua anima, del suo io. Tutto ha una sola espressione, anche il corpo. Ma io non lo vedo, vedo tutto bianco, ormai.
Nero.
Sono un artista che abita la città, vivo e rivivo le emozioni stradali su cui ho dipinto i miei studi e imparato la vita. Il più brutto dei wildstyle guarda benevolo una colante scritta a pennello: “Lasciare libero il passaggio.” Sulla saracinesca a fianco al ferramenta si accostano, si assomigliano, si sorridono. Il nero non li sfiora nemmeno. I cartoni buttati in strada sfoggiano la loro architettura ready made. Il giorno e la notte si annullano mentre il tempo scorre, la città cambia faccia, cambia i nostri ritmi. L’alba a Lambrate, via Porpora deserta, le rush hours in Buenos Aires. Le strade possono essere così diverse, anche se si appendono alla stessa aria.
Un aereo di linea mi passa sopra, non mi guarda, non mi distingue tra le geometrie degli edifici. Sono piccolo, ma non mi sento piccolo.
E’ la città l’habitat di Rae Martini. Lo è stato per il primo periodo delle sue produzioni, durato quasi quindici anni. Ora Rae si riappropria degli scorci di città che ha visto e vissuto e rivissuto.
Il tratto è energico, ha vigore, come sempre. Non ci sono incertezze nel rappresentare le emozioni dei mille particolari della sua migliore amica, ormai la conosce bene.
Tuttavia, il riferimento alla realtà è sottilissimo, appena percettibile in alcune opere, addirittura totalmente assente in altre.
Le opere manifestano la sofferta forza interiore, le sensazioni, la cultura dell’artista.
L’attenzione dello spettatore focalizzata il ritmo che fa coesistere gesto e contenuti, lo stesso ritmo che crea un linguaggio di emozioni e stati d’animo.
Le croci tornano e ritornano. Oltre a catturare in modo inconscio l’attenzione dell’occhio, esse sono, come diceva Mondrian, l’espressione di due forze opposte, esistono da ogni parte e dominano ogni cosa. La loro azione reciproca costituisce la vita, poiché l’equilibrio di ogni particolare aspetto della natura dipende dall’equivalenza degli opposti.
Questo spiega il privilegio della semplicità dei tre colori, e la rappresentazione dei gesti pittorici lontani dal virtuosismo tecnico, ma vibranti di energia e sentimento.
Perché Rae pensa che siamo quello che siamo, e quello che siamo si vede.
La città è un inquietante capolavoro. Le pareti degli edifici circondano la quotidianità spaccate dal rumore di un martello pneumatico. La metropolitana passa sottoterra, la stessa terra che a volte si tinge di rosso. La metropolitana è veloce, il mondo è veloce. L’asfalto vibra sotto i piedi, i cartelloni pubblicitari non parlano più, gridano. Qualcuno li ascolta. La città ha la sua profondità.
Bianco.
La mia mente è la mia casa. Questa è la mia casa.
La gente corre, si consuma. Il brusio delle parole è una cascata di gocce, ogni goccia è un suono anonimo. Un parcheggio sotterraneo, le stazioni della metropolitana. Il cemento sembra molestare l’intimità della città, quasi alla ricerca della sua anima, del suo io. Tutto ha una sola espressione, anche il corpo. Ma io non lo vedo, vedo tutto bianco, ormai.
Nero.
Sono un artista che abita la città, vivo e rivivo le emozioni stradali su cui ho dipinto i miei studi e imparato la vita. Il più brutto dei wildstyle guarda benevolo una colante scritta a pennello: “Lasciare libero il passaggio.” Sulla saracinesca a fianco al ferramenta si accostano, si assomigliano, si sorridono. Il nero non li sfiora nemmeno. I cartoni buttati in strada sfoggiano la loro architettura ready made. Il giorno e la notte si annullano mentre il tempo scorre, la città cambia faccia, cambia i nostri ritmi. L’alba a Lambrate, via Porpora deserta, le rush hours in Buenos Aires. Le strade possono essere così diverse, anche se si appendono alla stessa aria.
Un aereo di linea mi passa sopra, non mi guarda, non mi distingue tra le geometrie degli edifici. Sono piccolo, ma non mi sento piccolo.
E’ la città l’habitat di Rae Martini. Lo è stato per il primo periodo delle sue produzioni, durato quasi quindici anni. Ora Rae si riappropria degli scorci di città che ha visto e vissuto e rivissuto.
Il tratto è energico, ha vigore, come sempre. Non ci sono incertezze nel rappresentare le emozioni dei mille particolari della sua migliore amica, ormai la conosce bene.
Tuttavia, il riferimento alla realtà è sottilissimo, appena percettibile in alcune opere, addirittura totalmente assente in altre.
Le opere manifestano la sofferta forza interiore, le sensazioni, la cultura dell’artista.
L’attenzione dello spettatore focalizzata il ritmo che fa coesistere gesto e contenuti, lo stesso ritmo che crea un linguaggio di emozioni e stati d’animo.
Le croci tornano e ritornano. Oltre a catturare in modo inconscio l’attenzione dell’occhio, esse sono, come diceva Mondrian, l’espressione di due forze opposte, esistono da ogni parte e dominano ogni cosa. La loro azione reciproca costituisce la vita, poiché l’equilibrio di ogni particolare aspetto della natura dipende dall’equivalenza degli opposti.
Questo spiega il privilegio della semplicità dei tre colori, e la rappresentazione dei gesti pittorici lontani dal virtuosismo tecnico, ma vibranti di energia e sentimento.
Perché Rae pensa che siamo quello che siamo, e quello che siamo si vede.
24
febbraio 2005
Rae Martini – The City
Dal 24 febbraio al 25 marzo 2005
arte contemporanea
Location
SPACE4FREE
Milano, Via Giovanni Enrico Pestalozzi, 4, (Milano)
Milano, Via Giovanni Enrico Pestalozzi, 4, (Milano)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18
Vernissage
24 Febbraio 2005, ore 19
Sito web
www.raemartini.com
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