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Raffaele Minotto – Out of Focus
Un importante nucleo di opere che illustra i diversi temi affrontati dall’artista. Interni, paesaggi, banchetti, bagnanti, dipinti attraverso un sapiente uso della materia per restituire all’immagine il potere di colpire, “impressionare” la mente dell’osservatore attraverso il senso della vista.
Comunicato stampa
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Dopo l’evento inaugurativo della sede espositiva di Salerno, la SimonBart Gallery presenta una mostra personale dell’artista padovano Raffaele Minotto. In esposizione un importante nucleo di opere che ben illustra i diversi temi realizzati dall’artista con la propria particolare tecnica pittorica. Interni, paesaggi, banchetti, bagnanti, dipinti attraverso un sapiente uso della materia per restituire all’immagine il potere di colpire, “impressionare” la mente dell’osservatore attraverso il senso della vista.
La contemporaneità, col suo culto della sovraesposizione mediatica e visiva, riduce quotidianamente la nostra capacità di captare le immagini nella loro purezza primordiale. La necessità di riappropriarsi del processo di indagine della realtà mediante la pittura è emblematica nelle opere di Minotto, tese a travalicare la dimensione più immediata e superficiale delle figure per indagare ciò che sta “dietro l’immagine”.
L’esito artistico di tale ricerca è una pittura fortemente evocativa, appunto “out of focus”, locuzione inglese che designa una duplice accezione di sbiadito ma anche di sfuggente, nella quale l’immagine si concede gradualmente. Figure, spesso solo riflesse, da attendere, inseguire, cercare, che non si lasciano mai possedere completamente come gli ambienti in cui si stagliano. Gli interni signorili o i paesaggi campestri dipinti da Minotto, più che spazi fisici, sono spazi della memoria, luoghi metafisici, scrigni che custodiscono preziosi ricordi di famiglia o scorci di natura incontaminata con cui potersi riconciliare.
La sacralità dell’ambiente è resa dall’artista con una pittura decisamente materica ma al contempo evanescente, capace di restituire l’idea di posti riservati, forse inaccessibili. Le visioni di Minotto appaiono sospese in una dimensione onirica molto personale, come quando descrive la sala da pranzo della nonna, tesoro di memorie familiari e, proprio per questo, sempre gelosamente chiusa a chiave, o le passeggiate in luoghi che rimandano a ricordi di pace e spensieratezza: luoghi da preservare e custodire, momenti che l’artista vuole eternare sulla tela attraverso il proprio linguaggio.
Particolarmente ricorrente nelle opere in mostra risulta inoltre il soggetto della tavola imbandita che certifica l’interesse di Minotto per la Eat Art dell’artista svizzero Daniel Spoerri. Esattamente come nelle opere di Spoerri, Minotto realizza composizioni casuali di stoviglie e avanzi di cibo proiettati verso lo spettatore. La descrizione minuziosa è funzionale alla rievocazione di atmosfere familiari, in cui si indaga sul rapporto tra l’uomo e gli oggetti della quotidianità più ordinaria. Si tratta di ambienti e situazioni puntualmente pervasi da un sentimento di nostalgia ma altresì di compostezza, di domestica sicurezza, che fuggono qualsiasi fascinazione spettacolare per insinuarsi, come precisa Alberto Agazzani, “nel cuore segreto della realtà e restituirla con la magia dell’evocazione, del mistero, della seduzione”.
La contemporaneità, col suo culto della sovraesposizione mediatica e visiva, riduce quotidianamente la nostra capacità di captare le immagini nella loro purezza primordiale. La necessità di riappropriarsi del processo di indagine della realtà mediante la pittura è emblematica nelle opere di Minotto, tese a travalicare la dimensione più immediata e superficiale delle figure per indagare ciò che sta “dietro l’immagine”.
L’esito artistico di tale ricerca è una pittura fortemente evocativa, appunto “out of focus”, locuzione inglese che designa una duplice accezione di sbiadito ma anche di sfuggente, nella quale l’immagine si concede gradualmente. Figure, spesso solo riflesse, da attendere, inseguire, cercare, che non si lasciano mai possedere completamente come gli ambienti in cui si stagliano. Gli interni signorili o i paesaggi campestri dipinti da Minotto, più che spazi fisici, sono spazi della memoria, luoghi metafisici, scrigni che custodiscono preziosi ricordi di famiglia o scorci di natura incontaminata con cui potersi riconciliare.
La sacralità dell’ambiente è resa dall’artista con una pittura decisamente materica ma al contempo evanescente, capace di restituire l’idea di posti riservati, forse inaccessibili. Le visioni di Minotto appaiono sospese in una dimensione onirica molto personale, come quando descrive la sala da pranzo della nonna, tesoro di memorie familiari e, proprio per questo, sempre gelosamente chiusa a chiave, o le passeggiate in luoghi che rimandano a ricordi di pace e spensieratezza: luoghi da preservare e custodire, momenti che l’artista vuole eternare sulla tela attraverso il proprio linguaggio.
Particolarmente ricorrente nelle opere in mostra risulta inoltre il soggetto della tavola imbandita che certifica l’interesse di Minotto per la Eat Art dell’artista svizzero Daniel Spoerri. Esattamente come nelle opere di Spoerri, Minotto realizza composizioni casuali di stoviglie e avanzi di cibo proiettati verso lo spettatore. La descrizione minuziosa è funzionale alla rievocazione di atmosfere familiari, in cui si indaga sul rapporto tra l’uomo e gli oggetti della quotidianità più ordinaria. Si tratta di ambienti e situazioni puntualmente pervasi da un sentimento di nostalgia ma altresì di compostezza, di domestica sicurezza, che fuggono qualsiasi fascinazione spettacolare per insinuarsi, come precisa Alberto Agazzani, “nel cuore segreto della realtà e restituirla con la magia dell’evocazione, del mistero, della seduzione”.
04
febbraio 2017
Raffaele Minotto – Out of Focus
Dal 04 febbraio al 04 marzo 2017
arte contemporanea
Location
SIMONBART GALLERY
Salerno, Via Roma, 46, (Salerno)
Salerno, Via Roma, 46, (Salerno)
Orario di apertura
da lunedì al sabato ore 10-13 e 17-20
Vernissage
4 Febbraio 2017, ore 19.00
Autore