La mostra, visibile dall’8 al 22 maggio, ospita le opere di quattordici giovani artisti: Paola Alviano, Antonella Catini, Paola Ceci, Marco De Matteo, Federico Farnesi, Daniela Foschi, Valeria Mariotti, Carla Mura, Monica Palermo, Giuliano Pastori, Umberto Salmeri, Maria Grazia Sangregorio, Fiorella Saura e Manuela Scannavini e degli orafi Lea Fekete, Marcoaurelio Lubica Poncik, JU Jewels di Raffaella Ciccia, Luciano Rossi e Maria Grazia Sangregorio.
Opere inedite, che riflettono la tematica della recessione e le risposte che l’arte è in grado di fornire al pubblico attento, al collezionista esperto o al semplice curioso.
L'arte è un lusso, per chi la produce e chi la colleziona, che in tempi di crisi non tutti possono permettersi. Con deliberata provocazione, viene anche proposta un’esposizione di gioielli, simboli del lusso e della vanità, ma pur sempre oggetti d’arte che racchiudono una lunga storia e un patrimonio di tecnica e inventiva.
E proprio in un contesto così apparentemente avverso, la mostra vuole invitare a riflettere sul ruolo dell’artista emergente. Un’artista che interpreti la crisi aggrovigliandosi nelle sue spire concettuali o la faccia esplodere con gesto rabbioso e il colore squillante sulla tela o piuttosto ne indaghi le ragioni nella vita quotidiana, dietro gli schermi e le facciate, negli interstizi della realtà che solo uno sguardo attento riesce a cogliere. È un'arte che fa della crisi il suo punto di partenza ma che sa guardare oltre. Perché ogni vero artista, anche quando documenta la realtà, è sempre un visionario.