Il terzo e ultimo appuntamento della Rassegna d’Arte “Percorsi sperimentali. Monte Isola 2007” è dedicato alla scultura e alla pittura. Presso l’Ufficio Turistico di Piazza Ligustri (Località Peschiera Maraglio) espongono infatti lo scultore bresciano Remo Bombardieri e del pittore bergamasco Oliviero Falconi. Scrive il curatore dell’esposizione, Simone Fappanni, in catalogo: «la trasformazione della forma in materia e, parimenti, il percorso inverso, che si osserva quando si accostano particolari esperienze artistiche, permette di osservare un sorta di processo maieutico, prendendo deliberatamente a prestito un linguaggio tipicamente socratico, che consente di avvicinare il “discorso” creativo a una sorta di meta-narrazione, i cui confini si espandono e moltiplicano caleidoscopicamente. È questo il caso dell’iter compositivo dello scultore Remo Bombardieri e del pittore Oliviero Falconi. La perfezione e l’armonia formale delle opere di Bombardieri discende da un colloquio, vivo e quotidiano, con la materia. L’artista riesce a plasmarla con estrema disinvoltura, definendo aeree sculture che paiono liberarsi nell’aria nonostante la fisicità, estrema e caratterizzante, che le ancora saldamente a terra. Questo volgersi verso l’infinito o forse sarebbe ancora più appropriato dire “verso l’altrove”, crea un moto ascensionale davvero incessante. Bombardieri è, in questo senso, uno sperimentatore di tecniche e partiture ideative veramente originali e uniche, tanto che il suo personalissimo contributo alla tecnica scultorea va sicuramente tenuto in altissima considerazione Particolari effetti cromatici e di consistenza dinamica sono un punto estremamente saldo e distintivo del suo stile, veramente unico e identificabile. Una modulazione introspettiva dalle tinte calibrate che, quasi improvvisamente, procedono verso un crescendo di toni. È questa la prima emozione che si avverte scorrendo la recente produzione di Falconi. Questo suo procedere lungo il confine dell’astrattismo senza mai abbandonare completamente la forma, anzi intonando ad essa l’intera impaginazione del quadri, non soffre di alcuna sgrammaticatura. Essa, infatti, si nutre di una appassionata meditazione che conduce l’artista a sondare gli angoli più riposti dell’inconscio, portandoli liricamente alla ribalta di un reale che risulta, nei suoi lavori, la deframmentazione, poi ricomposta armonicamente, di elementi pulsanti, gravidi di un mistero mai arcano, ma sempre e comunque riflessi speculari di una simbologia che risuona nel gesto creativo come nelle tinte».