Renato Mertens nasce a Tarcento nel 1927 da madre friulana e padre veneziano. Tra il 1945 e il 1950 vive a Venezia dove incontra De Pisis e Vedova. Si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza a Padova, ma frequenta con maggiore interesse l’ambiente artistico e gli studi di pittori veneti e friulani. In quel periodo conosce lo scultore Luciano Ceschia al quale lo unirà una salda amicizia nel tempo.
Negli anni dal ’51 al ’60 svolge la propria attività pittorica fra l’ambiente culturale dell’Alto Adige e quello friulano avviando una propria personale ricerca stimolata dagli esempi dei grandi maestri del primo Novecento e dalle più recenti sperimentazioni dell’informale.
Tra il 1961 e il 1971 vive ad Ancona, poi a Firenze, quindi a Roma. Qui, negli anni della contestazione, realizza i primi materici su tela con bruciature e plastica.
Del 1973 è la prima mostra personale in cui espone 30 acquerelli presso la galleria Agli artisti di Passons, presentato da Amedeo Giacomini.
Trasferitosi definitivamente a Firenze, avvia un’importante e duratura collaborazione con Perseo centroartivisive. Nel 1975 espone alla galleria Inquadrature di Firenze e si introduce più decisamente nell’ambiente culturale fiorentino, anche grazie al critico Tommaso Paloscia; contemporaneamente coltiva intensi rapporti con l’ambiente artistico ligure-apuano. Nel 1978 Federico Napoli lo introduce in catalogo nella personale presso la galleria Piero della Francesca di Arezzo e l’anno successivo Silvio Loffredo presenta la sua mostra allo studio Raffaella Spampanato di Lucca. Sue opere sono acquisite dal Museo Civico di Pordenone e, su segnalazione del critico Lodovico Gierut, dal Museo della Resistenza di Sant’Anna di Stazzema.
A partire da questi anni l’artista si rivolge a materiali inusuali e di recupero per realizzare collages e tecniche miste.