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Renzo Borella – Beart Museum
Installazione in cui vivono opere fondamentali dalla storia dell’arte, dal Discobolo di Mirone al Crucifix di Cimabue, dalla Chambre di Van Gogh all’Urlo di Munch rivisitate da un orso.
Comunicato stampa
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Con la libertà di chi è riuscito a costruirsi una carriera artistica priva di vincoli, debiti, condizionamenti di ogni sorta, Renzo Borella mette a fuoco in questa mostra il proprio contrastato rapporto con l'arte. Non tanto con la pratica artistica, che è attività spontanea e felice, quanto con quel gigantesco complesso formato dalla storia e dalla critica dell'arte, fatto di documenti, giudizi, scoperte, ricostruzioni, scambi, speculazioni. Molti artisti diffidano di questo enorme apparato prodotto da coloro che, a vario titolo, hanno a che fare con l'arte ma artisti non sono; e controverso, fatto di invidia e ammirazione, di distanza ed emulazione, è anche il rapporto con gli altri artisti; delicata e decisiva è la questione di come gestire, nella propria attività, l'inevitabile influenza dei maestri e dei compagni.
Naturalmente, trattandosi di Borella, la questione viene trattata con pensosa levità, col tocco ironico ed autoironico che è una sua precipua caratteristica. Come in molte sue mostre, il gioco comincia dal titolo; ma in questa mostra assume un ruolo più accentuato, a indicare che la fragilità della condizione dell'artista e dell'uomo in generale è cresciuta, che affermare fiducie e valori è sempre più difficile, che la presunzione di chi 'fa sul serio' è sempre più ingenuità. Addirittura viene messa in discussione, anche rispetto alla precedente produzione, l'audacia di creare opere d'arte che abbiano un senso di per sè, avulse dal contesto che le accoglie, trasportabili e vendibili senza sapere. La fragilissima, deperibile operazione del Bear(t) Museum si sviluppa interamente nello spazio dell'artista, dove va colta come una fioritura destinata a sparire con l'inverno.
Abbiamo dunque una cavalcata di opere che chiunque riconosce o dovrebbe riconoscere, ricondotte al loro grado zero con un'operazione di segno duplice: sottolineare da un lato l'essenza, il nucleo eterno del loro fascino; sfrondarne dall'altro la superfetazione degli entusiasmi estatici e delle idolatrie frutto di autoritarie suggestioni e diktat scolastici.
Il bear, l'orso, sostituisce la figura umana; non il selvaggio, iracondo e pericoloso predatore che ha esercitato nei secoli un affascinante terrore archetipico paragonabile a quello del lupo o del leone, ma l'orso-gioco, l'orsetto dell'infanzia che, più o meno grosso, fa compagnia ai piccoli. Le opere sottoposte a questo trattamento vengono dunque allo stesso tempo ridimensionate e rese più amichevoli, più innocue e depotenziate di tutti quei significati che il tempo e gli uomini ci hanno voluto mettere.
Si consideri tuttavia che questo 'scherzo' richiede un occhio e una perizia non comuni, e molto più tempo e pazienza di quanto si possa immaginare: il presupposto per considerare riuscito il gioco è la riconoscibilità immediata del modello, tutt'altro che semplice da ottenere con un rotolo di scotch che oltretutto, incollato su carta, non consente pentimenti e costringe a rifare da capo. Basta che un giunto, un incrocio, una torsione cadano in modo leggermente diverso e l'illusione sfuma. Probabilmente, questi lavori ironici e 'poveri' richiedono più virtuosismo di un quadro vero e proprio.
Non significa dunque, tutto ciò, che Borella, col suo orsismo (variante del cinismo, cioè '"alla maniera dei cani"), conserva ancora e più che mai il suo amore per l'arte? In quest'ottica, il Bear(t) Museum diventa un omaggio commovente e tenero, che dell'infanzia riprende, oltre al linguaggio, la capacità di emozionarsi e il recupero di una nuova innocenza. Questa Sistina-ina-ina finisce per assumere l'aria di un rito sacrificale, di un generoso atto gratuito e scaramantico per la sopravvivenza di un mistero chiamato arte.
Enrico Formica
21
settembre 2009
Renzo Borella – Beart Museum
Dal 21 settembre al 03 ottobre 2009
arte contemporanea
Location
OFFICINA BOTTEGHE D’ARTE
La Spezia, Via Napoli, 124, (La Spezia)
La Spezia, Via Napoli, 124, (La Spezia)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 17 alle 20 ( chiuso la domenica)
Vernissage
21 Settembre 2009, ore 18 – 22
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