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Renzogallo – L’ombra delle idee
La monografica si presenta come una sorta di percorso esplorativo della poetica di Renzogallo (Roma, 1943), con stazioni di sosta – come negli antichi Cammini spirituali – riassuntive della sua articolata ricerca, formalizzata attraverso più linguaggi: pittura, scultura, installazione e architettura
Comunicato stampa
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Si inaugura a Roma, a Label201, nell’ambito della 18. Giornata del Contemporaneo di AMACI _ Associazione dei Musei d'Arte Contemporanea Italiani, la mostra L’ombra delle idee dell’artista Renzogallo, con un testo di Barbara Martusciello.
La monografica si presenta come una sorta di percorso esplorativo della poetica di Renzogallo (Roma, 1943), con stazioni di sosta – come negli antichi Cammini spirituali – riassuntive della sua articolata ricerca, formalizzata attraverso più linguaggi: pittura, scultura, installazione e architettura.
Come chiarisce nel testo critico Barbara Martusciello, parole e concetti quali Lentezza, Essenzialità, Profondità, ma anche Soglia e Spazio inteso come Territorio fisico e dello specifico dell’arte, sostanziano le opere di Renzogallo. Esse si alimentano in gran parte di lacerti riusati e nobilitati appositamente, confermando l’attenzione dell’artista per le questioni ecologiche, che affronta non da oggi ma da decenni. Tali residui li individuiamo anche in mostra: dei giornali, ovvero della loro carta, le parole, stropicciate, lette, la cenere che resta dopo l’azione catartica del fuoco; e delle strutture con legni e ferri delle sue edificazioni, che qui sono di dimensioni contenute ma altrove più monumentali, open air, landartistiche. Tutte queste materie e le configurazioni costruite con esse hanno anche una valenza simbolica. Infatti, il rapporto tra Natura e Cultura, quindi pure Architettura, e tra un al di qua e un oltre, tra le idee e le concretizzazioni delle idee, espressi da accenni rappresentativi di soglie e passaggi di cui Renzogallo fa largo uso, rientrano in questo palesamento valoriale in cui è basilare un apparentamento con riflessioni filosofiche: non a caso, il titolo della mostra menziona il De umbris idearum in latino, di Giordano Bruno (Parigi nel 1582). L’ombra delle idee, per Renzogallo sono progetti in nuce, promesse, (pre)visioni, indicazioni che l’arte fornisce: seguirle, superare l’uscio, quegli usci, forzare ogni confine, scegliere all’interno del binomio luce/oscurità, dell’antinomia Nous plotiniano/Materia bruta dipende da ognuno di noi: singolarmente e come comunità. In questo, l’afflato è politico (restituendo al termine l’autenticità dei suoi inizi). Andare oltre l’apparenza, lo sfruttamento – ad esempio del suolo e delle risorse naturali –, l’ombra delle cose e di quel che siamo e di come agiamo, è possibile, suggerisce Renzogallo, attraverso l’Arte per l’Arte. Concettualisticamente, con bidimensionalità e tridimensionalità minimalista.
Un colore, il rosso, è dominante in questa esposizione tanto quanto il nero lo è nell’altra mostra di Renzogallo a Roma alla galleria Divario (a cura di Aldo Iori) in corso dal 23 settembre all’11 novembre 2022. Il rosso come un segno di richiamo, convoca proprio la luce, quella vitalità calda che il nero a suo modo contiene (imprigiona?): il nero assoluto è l’unico colore che può esistere in natura senza la necessità di alcuna luce, a differenza di tutti gli altri. Nel caso di Oltre, da Divario, il nero di Renzogallo è dato da ciò che resta di giornali inceneriti; in questo, il rosso delle strutture – quasi città ideali potenziali – e di un materiale nobile qual è il raso, contrapposto a materiali poveri come le carte dei quotidiani dipinti e con bruciature, è evidenziatore, segnale originario, suggerimento pittorico che può vincere l’oscurità: quel sonno della ragione (El sueño de la razón produce monstruos: Goya docet) che l’Arte può risvegliare.
La monografica si presenta come una sorta di percorso esplorativo della poetica di Renzogallo (Roma, 1943), con stazioni di sosta – come negli antichi Cammini spirituali – riassuntive della sua articolata ricerca, formalizzata attraverso più linguaggi: pittura, scultura, installazione e architettura.
Come chiarisce nel testo critico Barbara Martusciello, parole e concetti quali Lentezza, Essenzialità, Profondità, ma anche Soglia e Spazio inteso come Territorio fisico e dello specifico dell’arte, sostanziano le opere di Renzogallo. Esse si alimentano in gran parte di lacerti riusati e nobilitati appositamente, confermando l’attenzione dell’artista per le questioni ecologiche, che affronta non da oggi ma da decenni. Tali residui li individuiamo anche in mostra: dei giornali, ovvero della loro carta, le parole, stropicciate, lette, la cenere che resta dopo l’azione catartica del fuoco; e delle strutture con legni e ferri delle sue edificazioni, che qui sono di dimensioni contenute ma altrove più monumentali, open air, landartistiche. Tutte queste materie e le configurazioni costruite con esse hanno anche una valenza simbolica. Infatti, il rapporto tra Natura e Cultura, quindi pure Architettura, e tra un al di qua e un oltre, tra le idee e le concretizzazioni delle idee, espressi da accenni rappresentativi di soglie e passaggi di cui Renzogallo fa largo uso, rientrano in questo palesamento valoriale in cui è basilare un apparentamento con riflessioni filosofiche: non a caso, il titolo della mostra menziona il De umbris idearum in latino, di Giordano Bruno (Parigi nel 1582). L’ombra delle idee, per Renzogallo sono progetti in nuce, promesse, (pre)visioni, indicazioni che l’arte fornisce: seguirle, superare l’uscio, quegli usci, forzare ogni confine, scegliere all’interno del binomio luce/oscurità, dell’antinomia Nous plotiniano/Materia bruta dipende da ognuno di noi: singolarmente e come comunità. In questo, l’afflato è politico (restituendo al termine l’autenticità dei suoi inizi). Andare oltre l’apparenza, lo sfruttamento – ad esempio del suolo e delle risorse naturali –, l’ombra delle cose e di quel che siamo e di come agiamo, è possibile, suggerisce Renzogallo, attraverso l’Arte per l’Arte. Concettualisticamente, con bidimensionalità e tridimensionalità minimalista.
Un colore, il rosso, è dominante in questa esposizione tanto quanto il nero lo è nell’altra mostra di Renzogallo a Roma alla galleria Divario (a cura di Aldo Iori) in corso dal 23 settembre all’11 novembre 2022. Il rosso come un segno di richiamo, convoca proprio la luce, quella vitalità calda che il nero a suo modo contiene (imprigiona?): il nero assoluto è l’unico colore che può esistere in natura senza la necessità di alcuna luce, a differenza di tutti gli altri. Nel caso di Oltre, da Divario, il nero di Renzogallo è dato da ciò che resta di giornali inceneriti; in questo, il rosso delle strutture – quasi città ideali potenziali – e di un materiale nobile qual è il raso, contrapposto a materiali poveri come le carte dei quotidiani dipinti e con bruciature, è evidenziatore, segnale originario, suggerimento pittorico che può vincere l’oscurità: quel sonno della ragione (El sueño de la razón produce monstruos: Goya docet) che l’Arte può risvegliare.
08
ottobre 2022
Renzogallo – L’ombra delle idee
Dall'otto al 20 ottobre 2022
arte contemporanea
Location
LABEL201
Roma, Via Portuense, 201, (Roma)
Roma, Via Portuense, 201, (Roma)
Orario di apertura
Inaugurazione ore 18-22
Luendi- giovedì su appuntamento
Vernissage
8 Ottobre 2022, 18-22
Autore
Autore testo critico