"repertum – ogni dato emerso" nell’affascinante cornice del secolare Castello di San Martino della Vaneza, desidera essere l'occasione per riflettere sul patrimonio culturale che il Museo Archeolgico ospita, dove le opere di tre giovani artisti si misurano con lo spazio architettonico, attivando un dialogo con la storia del territorio e on i reperti, sottolineandone l'importanza della scoperta, in riferimento sia alle tracce della storia, sia al ritrovamento di nuovi dati. Un dialogo che inizia dal passato e si proietta al futuro. Alex Bellan presenta, nei sotterranei del Castello, "A seconda", un video di quindi ore che mostra il viaggio di una telecamera galleggiante tra le vie fluviali che collegano la città di Battaglia Terme (PD) al porto di Venezia, mentre Antonio Giotto occupa le stanze del Museo con "Supporti", contraddittori contrafforti in gesso oltre che si relazionerà con le antiche spade, emerse dai ritrovamenti subacquei."Malibdomanzia" è invece una serie di piccole sculture di piombo che riprendono una pratica divinatoria, la stessa acqua utilizzata per la fusione del piombo, che è quella del fiume Bacchiglione, viene rinchiusa in un contenitore per creare l'opera "Qualcosa accade, lentamente, ma accade", sperimentando così la creazione di mico-ecosistemi. Elena Hamerski, che aprirà il percorso espositivo al piano terra, allestisce la serie di lavori intitolati "Apolide": un lavoro cartografico che si corrisponde alle riproduzioni delle mappe presenti nel Museo, immaginando una nuova geografia e creando un mondo differente.