Vi sono casi della vita, siano essi personali o collettivi, tanto dirompenti e potenti da alterare il nostro Io più profondo, allontanarci da esso, renderci irriconoscibili a noi stessi? Come rispondere, come ritrovarsi quando ogni riferimento sembra perduto? Come non abbandonarsi o cedere al dolore e alla frattura, ma trovare proprio nelle crepe il proprio Sé più profondo, la propria personale espressione di essere umano?
Lydia Lorenzi sembra aver trovato (da sempre) una risposta nella creazione artistica. Fratture, impercettibili pieghe, morbide ed invitanti curve, equilibri e simmetrie: ovunque si possa celare quel dettaglio prezioso in cui abita l’Io, diventa cifra della sua Arte. Memorie latenti trovano nuova forza in una vita rigenerata da colori o forme inattesi, ogni dolore, ogni trauma si ricompone e trova pace nella ricerca estetica, nella creazione di relazioni e risonanze fra materia, colore e luce. Ne nasce una consapevolezza senza retorica, raffinata e luminosa, che invita ad un proficuo riposo dell’anima e promuove un desiderio di condivisione che porta l’Artista fuori dal suo individuale laboratorio creativo, aprendosi ed esponendosi senza timore alla relazione con l’Altro da sé.
Raffaella Bresciani
13 giugno 2022