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Riccardo Bonfadini – MateriaPop
Saranno presentate al pubblico circa trenta opere; assemblaggi, installazioni e sculture accomunate dalla ricerca su un unico materiale (la plastica) e da un’analisi coerente intorno ai temi della società dei consumi.
Comunicato stampa
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MATERIA POP
di
Riccardo Bonfadini
Fondazione San Domenico - Crema
20 Aprile – 5 Maggio 2013
Si inaugura sabato 20 aprile alle ore 18,00 presso la “Fondazione San Domenico” di Crema la mostra dell’artista Riccardo Bonfadini dal titolo “Materia Pop”a cura di Luca Pietro Nicoletti e Giulio Santabarbara.
Saranno presentate al pubblico circa trenta opere; assemblaggi, installazioni e sculture accomunate dalla ricerca su un unico materiale (la plastica) e da un’analisi coerente intorno ai temi della società dei consumi. Queste opere sono infatti espressione di unattento recupero dei materiali; nella fattispecie di plastiche. Sacchi, sacchetti, cellophane si sostituiscono ai tradizionali colori diventando elementi identificativi di un lavoro decisamente “Eco-Pop”.
Dall’introduzione in catalogo di Luca Pietro Nicoletti
“A Bonfadini è molto chiaro che l’arte contemporanea, come recita il titolo di un libro di Angela Vettese, Si fa con tutto: ogni strumento e ogni materiale, insomma, può prestarsi alla realizzazione dell’immagine. Ciò, però, non deve indurre ad attribuire un’eccessiva importanza, ai fini di una valutazione estetica, alla eventuale stravaganza del medium: questo, infatti, conta nella misura in cui condiziona i modi di costruzione dell’opera orientando il processo ideativo e immaginativo. Qualsiasi materiale impone dei limiti e richiede determinati accorgimenti, opponendo una sua resistenza, talvolta espressivamente significativa, a quei tentativi di snaturarne la vocazione formale. Così, le proprietà visive e meccaniche del materiale orientano le fasi operative, suggeriscono tecniche e soluzioni, sollecitano sperimentazioni. Bonfadini, in tal senso, ha pensato di servirsi di un procedimento appositamente studiato, di arricchire il discorso pittorico ben oltre le stesse pratiche della pittura.
Tutto questo è stato suggerito da uno sguardo sul quotidiano, sulla società dei consumi e sui suoi simboli più rappresentativi. Si è reso conto, così, del valore pervasivo delle sporte e buste di plastica nella vita di tutti i giorni, e ne ha fatto la materia prima d’elezione del suo percorso artistico. Riccardo, infatti, ha capito che questo materiale così effimero, e il concetto sotteso allo stesso utilizzo estensivo dei contenitori di plastica era un simbolo emblematico del tempo presente da tramandare. Fa parte della sensibilità moderna, infatti, il senso estetico per la rovina, per la restituzione del passato in forma frammentaria o in forme fossile: è quella traccia che restituisce il senso di una discontinuità con un passato di cui si percepiscono soltanto dei lacerti. Riccardo ha pensato, non a torto, che un futuro reperto del terzo millennio potesse essere, dunque, un reperto di plastica, un IndutrialFossil. […]Questo, però, è soltanto il primo livello di lettura dell’opera, il più immediato e il più appariscente. Se ci si sofferma con più attenzione, invece, ci si accorge di un livello iconologico più profondo, costituito dalla interazione fra immagine e linguaggio verbale, come se Bonfadini avesse costruito, non senza uno spirito ludico, un piccolo rebus da decifrare. […]È evidente quindi quanto questi lavori, rispetto al disimpegno tipico della Pop Art, rivendichino una funzione di denuncia, o almeno di messa in ridicolo dei poteri economici, anche se rappresentati nelle sue maniere meno nobili, che però sono le più pervasive e più penetranti all’interno della quotidianità”.
Riccardo Bonfadini
Nasce a Cremona nel 1971. Figlio d’arte impara a dipingere avendo come maestro il padre Pino.
Muovendo dalla tradizione figurativa approda all’astrattismo geometrico e alla poesia visiva – nuova scrittura. Nel 2007 vince quale migliore artista/pittore il premio “Delle Arti e della Cultura” istituito da Indro Montanelli.
Le sue creazioni, “Industrial Fossil” nate dall’utilizzo di sacchetti di plastica, sono connesse alla problematica più vitale del Pop.
Le ultime produzioni, “Wash” e il ciclo dei “PetitsJeux” prendono forma grazie ad una ironica visione della quotidianità; il recupero/riciclaggio degli oggetti, diventa funzionale al concetto.
Tra le varie mostre personali: nel 2007 espone al Circolo della Stampa di Milano in una mostra intitolata “Mondo Sf(p)ogliato”. Nel 2008 espone al Parlamento Europeo di Strasburgo con la mostra “Arte da Leggere”. Seguono altre mostre personali e collettive di rilievo a: Ginevra, Milano, Bergamo e Catania; nel 2010 partecipa ad Art Basel Miami Beach (U.S.A.) Exhibitalia con la Mazzoleni Art Gallery, a due edizioni di “MostraMi” ed a “AAM” (Arte Accessibile Milano). Nel 2012 è tra i vincitori del “Premio Ora”.
Vive e lavora a Soresina in provincia di Cremona.
di
Riccardo Bonfadini
Fondazione San Domenico - Crema
20 Aprile – 5 Maggio 2013
Si inaugura sabato 20 aprile alle ore 18,00 presso la “Fondazione San Domenico” di Crema la mostra dell’artista Riccardo Bonfadini dal titolo “Materia Pop”a cura di Luca Pietro Nicoletti e Giulio Santabarbara.
Saranno presentate al pubblico circa trenta opere; assemblaggi, installazioni e sculture accomunate dalla ricerca su un unico materiale (la plastica) e da un’analisi coerente intorno ai temi della società dei consumi. Queste opere sono infatti espressione di unattento recupero dei materiali; nella fattispecie di plastiche. Sacchi, sacchetti, cellophane si sostituiscono ai tradizionali colori diventando elementi identificativi di un lavoro decisamente “Eco-Pop”.
Dall’introduzione in catalogo di Luca Pietro Nicoletti
“A Bonfadini è molto chiaro che l’arte contemporanea, come recita il titolo di un libro di Angela Vettese, Si fa con tutto: ogni strumento e ogni materiale, insomma, può prestarsi alla realizzazione dell’immagine. Ciò, però, non deve indurre ad attribuire un’eccessiva importanza, ai fini di una valutazione estetica, alla eventuale stravaganza del medium: questo, infatti, conta nella misura in cui condiziona i modi di costruzione dell’opera orientando il processo ideativo e immaginativo. Qualsiasi materiale impone dei limiti e richiede determinati accorgimenti, opponendo una sua resistenza, talvolta espressivamente significativa, a quei tentativi di snaturarne la vocazione formale. Così, le proprietà visive e meccaniche del materiale orientano le fasi operative, suggeriscono tecniche e soluzioni, sollecitano sperimentazioni. Bonfadini, in tal senso, ha pensato di servirsi di un procedimento appositamente studiato, di arricchire il discorso pittorico ben oltre le stesse pratiche della pittura.
Tutto questo è stato suggerito da uno sguardo sul quotidiano, sulla società dei consumi e sui suoi simboli più rappresentativi. Si è reso conto, così, del valore pervasivo delle sporte e buste di plastica nella vita di tutti i giorni, e ne ha fatto la materia prima d’elezione del suo percorso artistico. Riccardo, infatti, ha capito che questo materiale così effimero, e il concetto sotteso allo stesso utilizzo estensivo dei contenitori di plastica era un simbolo emblematico del tempo presente da tramandare. Fa parte della sensibilità moderna, infatti, il senso estetico per la rovina, per la restituzione del passato in forma frammentaria o in forme fossile: è quella traccia che restituisce il senso di una discontinuità con un passato di cui si percepiscono soltanto dei lacerti. Riccardo ha pensato, non a torto, che un futuro reperto del terzo millennio potesse essere, dunque, un reperto di plastica, un IndutrialFossil. […]Questo, però, è soltanto il primo livello di lettura dell’opera, il più immediato e il più appariscente. Se ci si sofferma con più attenzione, invece, ci si accorge di un livello iconologico più profondo, costituito dalla interazione fra immagine e linguaggio verbale, come se Bonfadini avesse costruito, non senza uno spirito ludico, un piccolo rebus da decifrare. […]È evidente quindi quanto questi lavori, rispetto al disimpegno tipico della Pop Art, rivendichino una funzione di denuncia, o almeno di messa in ridicolo dei poteri economici, anche se rappresentati nelle sue maniere meno nobili, che però sono le più pervasive e più penetranti all’interno della quotidianità”.
Riccardo Bonfadini
Nasce a Cremona nel 1971. Figlio d’arte impara a dipingere avendo come maestro il padre Pino.
Muovendo dalla tradizione figurativa approda all’astrattismo geometrico e alla poesia visiva – nuova scrittura. Nel 2007 vince quale migliore artista/pittore il premio “Delle Arti e della Cultura” istituito da Indro Montanelli.
Le sue creazioni, “Industrial Fossil” nate dall’utilizzo di sacchetti di plastica, sono connesse alla problematica più vitale del Pop.
Le ultime produzioni, “Wash” e il ciclo dei “PetitsJeux” prendono forma grazie ad una ironica visione della quotidianità; il recupero/riciclaggio degli oggetti, diventa funzionale al concetto.
Tra le varie mostre personali: nel 2007 espone al Circolo della Stampa di Milano in una mostra intitolata “Mondo Sf(p)ogliato”. Nel 2008 espone al Parlamento Europeo di Strasburgo con la mostra “Arte da Leggere”. Seguono altre mostre personali e collettive di rilievo a: Ginevra, Milano, Bergamo e Catania; nel 2010 partecipa ad Art Basel Miami Beach (U.S.A.) Exhibitalia con la Mazzoleni Art Gallery, a due edizioni di “MostraMi” ed a “AAM” (Arte Accessibile Milano). Nel 2012 è tra i vincitori del “Premio Ora”.
Vive e lavora a Soresina in provincia di Cremona.
20
aprile 2013
Riccardo Bonfadini – MateriaPop
Dal 20 aprile al 05 maggio 2013
arte contemporanea
performance - happening
giovane arte
performance - happening
giovane arte
Location
FONDAZIONE SAN DOMENICO
Crema, Via Verdelli, 6, (Cremona)
Crema, Via Verdelli, 6, (Cremona)
Orario di apertura
da martedì a domenica 16-19
Vernissage
20 Aprile 2013, ore 18.00
Autore