Al di là del visibile di Giuseppe Salerno
Da sempre è aspirazione dell’uomo rappresentare attraverso un uso sapiente della tavolozza quell’incontro tra materia, colore e luce che in natura definisce la forma.
Riccardo Fioretti, che della tavolozza conosce bene i segreti, non appartiene alla categoria di chi nella replica tout court del mondo visibile trova la propria realizzazione. Da tempo le forme della realtà non lo interessano più in se stesse ma in quanto punto di partenza di un percorso che lo conduce alla scoperta di spazi altri, meglio idonei ad esprimerne il sentire profondo.
Un processo, quello perseguito dall’artista, nel quale il colore sfugge alla costrizione del confine determinando la progressiva smaterializzazione dell’esistente in affioranti atmosfere fluide, in divenire. E’ l’ascolto attento delle sue opere a consentirci di cogliere, al di là del visibile, l’intima aspirazione dell’artista ad andare oltre la dimensione del quotidiano intravedendo nella confluenza degli elementi, in un avvolgente magma esistenziale, il proprio appagamento.
Emblematiche in tal senso le due sedute di vimini che campeggiano in questa rassegna. Contenitori di vite, luoghi per loro natura della sosta e della riflessione, si dissolvono anch’esse in ambienti aperti, naturali, accoglienti, anticipatori di luoghi nuovi, circoscritti e infiniti allo stesso tempo, nei quali, accompagnato da storie accennate ed evanescenti tracce di
memoria, il colore, con il suo potere di velare e svelare, è il solo indiscusso protagonista.