“Riccardo Musoni è un pittore che si è segnalato nei decenni per un canto trattenuto, quasi sommesso, di apprensione risentita ed elegia amara, mischiando vocazione civile e inquietudine esistenziale. […] In piccoli lavori in sequenza ci sono anche meditazioni dell’esperienza dell’informale, nell’uso di grumi, pigmenti che salgono sulla superficie come escrescenze, impasti che sottintendono l’immagine di evocazione naturalistica, la quale sembra, a sua volta, dissolversi nella stessa materia di cui è fatta: una ricerca da ultimo naturalismo immerso nella materia pittorica come se fosse essa stessa la terra, il campo di grano, il cratere del vulcano, la pioggia, il vento e la tempesta. […] Riccardo Musoni cerca le risonanze segrete di una partitura musicale con l’attenzione ai procedimenti linguistici, alla dialettica tra terrestre e aereo, pesante e leggero, alle strutture ritmiche. Negli ultimi anni ha maturato simboli e grafie più sottili, capaci di suggerire solitudini e grandi spazi, silenzi e distanze, “terre senza tempo”. […] Nell’equilibrio precario con gli elementi e i ritmi della natura e le stratificazioni delle civiltà va ora esplorando la dissoluzione e ricomposizione della forma pittorica come nuovo luogo di coscienza, in un lirismo meditativo più che contemplativo, e sempre inquieto, guastato e turbato. Non è mai stato così forte il legame esistenziale tra l’artista e l’opera, e per questo l’esplorazione dei limiti di un segno, di una linea di demarcazione del paesaggio o di una materia coincide con il confine estremo di un’esperienza, tracciato anche solo da una partitura di trasalimenti e sospiri.” (Fausto Lorenzi)