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Riccardo Ranza – Identità Riconosciute
La mostra Identità riconosciute di Riccardo Ranza ci pone di fronte ad un nucleo complesso e strutturato di immagini, frutto di una ricerca finita e approfondita sul nudo e – più precisamente e al di là dei “generi” – sulla persona.
Comunicato stampa
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La mostra Identità riconosciute di Riccardo Ranza ci pone di fronte ad un nucleo complesso e strutturato di immagini, frutto di una ricerca finita e approfondita sul nudo e - più precisamente e al di là dei “generi” - sulla persona.
Una ricerca, quest’ultima, solo in apparenza distante dai lavori di reportage a cui Riccardo ci aveva abituati.
Lo sguardo allargato e documentaristico del reportage, che caratterizzava il recente libro fotografico su Medjugorje, si trasforma in questo caso in una visione soggettiva, mossa dalla volontà di raccontare e conoscere (anzi, come suggerisce il titolo, recognoscere, distinguere attraverso la ricognizione) la dimensione fisica e psichica del corpo.
Se le immagini dei credenti di Medjugorje narrano di un soggetto che spalanca la propria individualità verso il trascendente attraverso i riti e i gesti della fede, a volte disperati a volte incantati, nei corpi ritratti in questo nuovo ciclo di fotografie lo sguardo di chi scatta sembra attraversare l’umanità della carne per individuare una spiritualità più controversa e conflittuale.
Sotto la pelle, il corpo è trasparenza, ed è qui che emerge quella dimensione surreale - evocata anche dagli oggetti e dai simboli che compongono l’immagine - in bilico tra il sacro e il profano.
E’ quest’equilibrio instabile che lo scatto sa dirigere, plasmare e governare a dotare l’immagine di una forza che ci attrae e respinge, in una continua tensione fra conosciuto e ignoto di cui a noi tocca stabilire la soglia e il confine.
L’audacia della composizione, il cromatismo sapientemente controllato, lo studio delle luci e un equilibrato e creativo lavoro di postproduzione risolvono questa tensione estetica ponendola al di là di ogni conflitto.
Ancora una volta, le fotografie di Riccardo Ranza sembrano rendere visibili i diversi aspetti della sacralità e del misticismo, quasi che questo sia il “filo rosso” che, sotteso ad ogni lavoro, guida il Fotografo nei sentieri dell’arte e della realtà.
Testo di presentazione della mostra di Vittoria Broggini
BIOGRAFIA RICCARDO RANZA
La fotografia, per Riccardo Ranza è istituzione di famiglia, il padre, editore fotografico
fonda accanto a Lanfranco Colombo il Diaframma, che costituisce una pagina importante nella storia
della fotografia e una vetrina per grandi maestri italiani;
A 31 anni, attraverso una borsa di studio Tau-Visual, accede all’Istituto Italiano di Fotografia di Milano e intraprende un intenso percorso fotografico esplorando diverse culture e problematiche dell’immagine;
la moda gli permette di pubblicare su importanti riviste di settore, il reportage lo spinge verso sfide fotografiche e collaborazioni accanto a importanti marchi italiani, come Moto Guzzi che sponsorizza nel 1998 “La Croisiere des Sables” impresa scientifica ed umana ideata dall’esploratore Giancarlo Arcangioli e dal ricercatore Luciano Rossi.
Preziosa è stata la sua collaborazione accanto al maestro Mario De Biasi con il quale ha collaborato alla realizzazione di diversi volumi.
Nel 1998 vince il primo premio fotografico Nikon Nital all’Adidas streetball di Milano, nel 2002 è premiato al Concorso Photo-Moto Guzzi.
Nel 2006-2007 ha tenuto interventi di Fotografia presso l’Istituto Italiano di Fotografia di Milano.
Nel 2007ha tenuto interventi di fotografia nelle carceri di Varese (Miogni), in collaborazione con i fotografi Miriam Broggini e Marco Guariglia per iniziativa dell’associazione “Abrigliasciolta”.
Tra le mostre più importanti le personali “Croisière des Sables” a cura di M. Cavalli, Superstudio, Milano 1999, “Africa, coast to coast” Fresco Art – Milano, Container – Milano, 2002, e le collettive “I Chiaroscuri della Violenza” a cura di Errico Prada – collettiva (Triennale di Milano), 1998, “Luoghi Viaggi e Ritorni” a cura di Roberto Mutti - collettiva (Galleria Gonda - Milano), 2000, “Trame Metropolitane” collettiva (Musei di Porta Romana - Milano) 2002. “Varese in comune” a cura di M. Morandini, collettiva (Musei Civici di Villa Mirabello - Varese), 2008, “Mya Lurgo Gallery” collettiva (Lugano – Svizzera), 2006.
Tra le pubblicazioni più importanti“Croisiere des Sables” personale (volume ufficiale spedizione Moto Guzzi), “Montagne di Lombardia” [Mario De Biasi, Riccardo Ranza] (Parma Editore), “Trame Metropolitane” (volume ATM, Milano), “Opus” tutti i colori dell’industria Varesina [Nicoletta Romano, Riccardo Ranza] (Edizioni Quirici), “I Chiaroscuri delle Violenze” catalogo mostra Triennale di Milano [a cura di E. Prada] (SDP).
Una ricerca, quest’ultima, solo in apparenza distante dai lavori di reportage a cui Riccardo ci aveva abituati.
Lo sguardo allargato e documentaristico del reportage, che caratterizzava il recente libro fotografico su Medjugorje, si trasforma in questo caso in una visione soggettiva, mossa dalla volontà di raccontare e conoscere (anzi, come suggerisce il titolo, recognoscere, distinguere attraverso la ricognizione) la dimensione fisica e psichica del corpo.
Se le immagini dei credenti di Medjugorje narrano di un soggetto che spalanca la propria individualità verso il trascendente attraverso i riti e i gesti della fede, a volte disperati a volte incantati, nei corpi ritratti in questo nuovo ciclo di fotografie lo sguardo di chi scatta sembra attraversare l’umanità della carne per individuare una spiritualità più controversa e conflittuale.
Sotto la pelle, il corpo è trasparenza, ed è qui che emerge quella dimensione surreale - evocata anche dagli oggetti e dai simboli che compongono l’immagine - in bilico tra il sacro e il profano.
E’ quest’equilibrio instabile che lo scatto sa dirigere, plasmare e governare a dotare l’immagine di una forza che ci attrae e respinge, in una continua tensione fra conosciuto e ignoto di cui a noi tocca stabilire la soglia e il confine.
L’audacia della composizione, il cromatismo sapientemente controllato, lo studio delle luci e un equilibrato e creativo lavoro di postproduzione risolvono questa tensione estetica ponendola al di là di ogni conflitto.
Ancora una volta, le fotografie di Riccardo Ranza sembrano rendere visibili i diversi aspetti della sacralità e del misticismo, quasi che questo sia il “filo rosso” che, sotteso ad ogni lavoro, guida il Fotografo nei sentieri dell’arte e della realtà.
Testo di presentazione della mostra di Vittoria Broggini
BIOGRAFIA RICCARDO RANZA
La fotografia, per Riccardo Ranza è istituzione di famiglia, il padre, editore fotografico
fonda accanto a Lanfranco Colombo il Diaframma, che costituisce una pagina importante nella storia
della fotografia e una vetrina per grandi maestri italiani;
A 31 anni, attraverso una borsa di studio Tau-Visual, accede all’Istituto Italiano di Fotografia di Milano e intraprende un intenso percorso fotografico esplorando diverse culture e problematiche dell’immagine;
la moda gli permette di pubblicare su importanti riviste di settore, il reportage lo spinge verso sfide fotografiche e collaborazioni accanto a importanti marchi italiani, come Moto Guzzi che sponsorizza nel 1998 “La Croisiere des Sables” impresa scientifica ed umana ideata dall’esploratore Giancarlo Arcangioli e dal ricercatore Luciano Rossi.
Preziosa è stata la sua collaborazione accanto al maestro Mario De Biasi con il quale ha collaborato alla realizzazione di diversi volumi.
Nel 1998 vince il primo premio fotografico Nikon Nital all’Adidas streetball di Milano, nel 2002 è premiato al Concorso Photo-Moto Guzzi.
Nel 2006-2007 ha tenuto interventi di Fotografia presso l’Istituto Italiano di Fotografia di Milano.
Nel 2007ha tenuto interventi di fotografia nelle carceri di Varese (Miogni), in collaborazione con i fotografi Miriam Broggini e Marco Guariglia per iniziativa dell’associazione “Abrigliasciolta”.
Tra le mostre più importanti le personali “Croisière des Sables” a cura di M. Cavalli, Superstudio, Milano 1999, “Africa, coast to coast” Fresco Art – Milano, Container – Milano, 2002, e le collettive “I Chiaroscuri della Violenza” a cura di Errico Prada – collettiva (Triennale di Milano), 1998, “Luoghi Viaggi e Ritorni” a cura di Roberto Mutti - collettiva (Galleria Gonda - Milano), 2000, “Trame Metropolitane” collettiva (Musei di Porta Romana - Milano) 2002. “Varese in comune” a cura di M. Morandini, collettiva (Musei Civici di Villa Mirabello - Varese), 2008, “Mya Lurgo Gallery” collettiva (Lugano – Svizzera), 2006.
Tra le pubblicazioni più importanti“Croisiere des Sables” personale (volume ufficiale spedizione Moto Guzzi), “Montagne di Lombardia” [Mario De Biasi, Riccardo Ranza] (Parma Editore), “Trame Metropolitane” (volume ATM, Milano), “Opus” tutti i colori dell’industria Varesina [Nicoletta Romano, Riccardo Ranza] (Edizioni Quirici), “I Chiaroscuri delle Violenze” catalogo mostra Triennale di Milano [a cura di E. Prada] (SDP).
06
settembre 2008
Riccardo Ranza – Identità Riconosciute
Dal 06 al 20 settembre 2008
fotografia
Location
ASSOCIAZIONE CULTURALE CUNART
Cunardo, Via Delle Fornaci, 3, (Varese)
Cunardo, Via Delle Fornaci, 3, (Varese)
Orario di apertura
lun/sab 9.00-12.00 14.30-18.30 dom 15.00-18.30
Vernissage
6 Settembre 2008, ore 18
Autore