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Richard Long – Really, really simple
Opere dal 1978 al 2004: sei opere appartenenti alla collezione privata di Giuseppe Panza di Biumo, mai presentate prima pubblicamente in Italia
Comunicato stampa
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“E’ un artista che fa arte vivendo con la natura. Richard Long dedica gran parte del suo tempo a lunghe escursioni in luoghi deserti dove la presenza umana è assente. La solitudine della natura non è solitudine, ma la presenza di un’entità più grande che ci ha creati e ci possiede. Il capire la nostra appartenenza a qualcosa che non muore, che esiste per sempre, conferisce un diverso significato alla nostra vita. Questo artista possiede la sapienza per sfuggire a questo destino.”
Giuseppe Panza di Biumo
Il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano è orgoglioso di presentare la mostra Really really simple. Richard Long, opere dal 1978 al 2002: dal 14 aprile al 25 giugno saranno esposte a Villa Panza (Va), la settecentesca villa di proprietà del FAI, sei opere appartenenti alla collezione privata di Giuseppe Panza di Biumo, mai presentate prima pubblicamente in Italia e un’opera della Galleria Tucci Russo (Torrepellice, Torino).
Sarà un’esposizione di opere monumentali di Richard Long, figlio ribelle della grande tradizione inglese, sia nel forte rapporto con la natura così come nel campo della scultura, uno dei maggiori esponenti viventi della Land Art, movimento nato in America intorno alla seconda metà degli anni ’60, che contraddistingue gli artisti che realizzano opere d’arte attraverso interventi sul paesaggio naturale.
Camminando per lunghi percorsi, rigorosamente a piedi e con un equipaggiamento essenziale, dai tardi anni sessanta l’artista ha attivato un rapporto personale con i paesaggi che ha attraversato. Camminare è lo sforzo fisico necessario perché l’opera abbia davvero senso: il corpo dell’artista si pone in un dialogo ricco anche se muto con l’area in cui disegnerà.
Per la mostra sono stati scelti sette importanti pezzi che rappresentano la più fedele testimonianza dell’operato e della poetica di Long. Si tratta di lavori su larga scala, realizzati con i materiali naturali cari all’artista, quali la pietra e il legno, destinati ad ambienti chiusi così come all’aria aperta e mai presentati prima d’ora al pubblico italiano.
Le sue composizioni consistono in forme geometriche, cerchi, rettangoli, lunghe linee. Opere di migliaia e migliaia di pietre, ciottoli e piccoli rami, che sono stati disposti casualmente all’interno di rigidi e precisissimi confini dimensionali: come Wood Line (1978), una lunga striscia di 14,30 metri per 2 metri esatti, Valle Pellice Stone Circle (1989), un cerchio del diametro di 5 metri o Meandering Line, una striscia rettangolare lunga 47 metri e larga 70 cm. allestite seguendo le indicazioni dell’artista, meticolosamente descritte e schematizzate in disegni autografi.
Da notare che a ciascun materiale corrisponde sostanzialmente un viaggio e che non può esistere un’opera se l’artista non ha vissuto un’esperienza di intima connessione con quel luogo.
Cerchi come l’Arizona Circle (1987) o linee come la Carrara Line (1985) esistono in quanto è esistita una Da
Cerchi come l’Arizona Circle (1987) o linee come la Carrara Line (1985) esistono in quanto è esistita una relazione del tutto personale tra l’artista e quel certo posto nel mondo, vicino al quale sono state esposte di solito per la prima volta. Richard Long ha camminato nel mondo dalla Lapponia al deserto del Sahara, portando indietro ogni sorta di materiale, compresi acqua e cenere, che sono poi diventati parte di opere.
Grazie a un meditato percorso espositivo, ideato direttamente dall’artista, le opere si confronteranno ora con gli spazi verdi di Villa Panza, ora con le architetture secolari, dalle raffinate decorazioni neoclassiche del Salone Impero alla purezza degli spazi e dei volumi dell’ottocentesca Scuderia.
Il movimento della Land Art, di cui Richard Long è uno dei massimi esponenti, raduna quegli artisti che realizzano interventi direttamente su paesaggio e natura, senza con ciò creare delle alterazioni permanenti e che, trasversalmente, toccano anche l’arte concettuale, il minimalismo, la body art e l’arte povera. Una delle significative innovazioni di questa corrente artistica consiste nell’aver liberato l’arte dalle convenzioni culturali che l’avevano costretta entro le misure rigide e obbligate del quadro e costretta in contesti chiusi quali gallerie e musei. Trattandosi di interventi sulla natura, queste opere hanno spesso un carattere effimero e sono destinate a ritornare a far parte di quel paesaggio da cui sono nate.
La mostra offre quindi un doppio livello di lettura: da un lato il piacere di lasciarsi coinvolgere dall’emozione di queste opere monumentali, dall’altro la messa a fuoco di un artista fondamentale per la storia dell’arte della seconda metà del XX secolo.
Dopo le mostre dedicate a Dan Flavin (2004) e a Lawrence Carroll (2005), il FAI prosegue a Villa Panza la ricognizione di grandi artisti contemporanei che Giuseppe Panza di Biumo, uno dei maggiori esperti internazionali, ha raccolto nella sua lunga “carriera” di collezionista e mecenate. Come è avvenuto con moltissimi altri artisti stranieri, Giuseppe Panza è uno dei primi collezionisti europei ad apprezzare l’arte di Long, acquistando numerose opere dell’artista inglese e non lasciandosi scoraggiare né dalle impegnative dimensioni dei lavori né dalla difficoltà espositiva.
L’esposizione è curata da Giuseppe Panza di Biumo e Lucia Borromeo.
La mostra è stata realizzata grazie al contributo di Nescafé, Pirelli RE, Prada, con il patrocinio di Provincia di Varese – Preziosità da Vivere e con il patrocinio dell’Università dell’Insubria.
Giuseppe Panza di Biumo
Il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano è orgoglioso di presentare la mostra Really really simple. Richard Long, opere dal 1978 al 2002: dal 14 aprile al 25 giugno saranno esposte a Villa Panza (Va), la settecentesca villa di proprietà del FAI, sei opere appartenenti alla collezione privata di Giuseppe Panza di Biumo, mai presentate prima pubblicamente in Italia e un’opera della Galleria Tucci Russo (Torrepellice, Torino).
Sarà un’esposizione di opere monumentali di Richard Long, figlio ribelle della grande tradizione inglese, sia nel forte rapporto con la natura così come nel campo della scultura, uno dei maggiori esponenti viventi della Land Art, movimento nato in America intorno alla seconda metà degli anni ’60, che contraddistingue gli artisti che realizzano opere d’arte attraverso interventi sul paesaggio naturale.
Camminando per lunghi percorsi, rigorosamente a piedi e con un equipaggiamento essenziale, dai tardi anni sessanta l’artista ha attivato un rapporto personale con i paesaggi che ha attraversato. Camminare è lo sforzo fisico necessario perché l’opera abbia davvero senso: il corpo dell’artista si pone in un dialogo ricco anche se muto con l’area in cui disegnerà.
Per la mostra sono stati scelti sette importanti pezzi che rappresentano la più fedele testimonianza dell’operato e della poetica di Long. Si tratta di lavori su larga scala, realizzati con i materiali naturali cari all’artista, quali la pietra e il legno, destinati ad ambienti chiusi così come all’aria aperta e mai presentati prima d’ora al pubblico italiano.
Le sue composizioni consistono in forme geometriche, cerchi, rettangoli, lunghe linee. Opere di migliaia e migliaia di pietre, ciottoli e piccoli rami, che sono stati disposti casualmente all’interno di rigidi e precisissimi confini dimensionali: come Wood Line (1978), una lunga striscia di 14,30 metri per 2 metri esatti, Valle Pellice Stone Circle (1989), un cerchio del diametro di 5 metri o Meandering Line, una striscia rettangolare lunga 47 metri e larga 70 cm. allestite seguendo le indicazioni dell’artista, meticolosamente descritte e schematizzate in disegni autografi.
Da notare che a ciascun materiale corrisponde sostanzialmente un viaggio e che non può esistere un’opera se l’artista non ha vissuto un’esperienza di intima connessione con quel luogo.
Cerchi come l’Arizona Circle (1987) o linee come la Carrara Line (1985) esistono in quanto è esistita una Da
Cerchi come l’Arizona Circle (1987) o linee come la Carrara Line (1985) esistono in quanto è esistita una relazione del tutto personale tra l’artista e quel certo posto nel mondo, vicino al quale sono state esposte di solito per la prima volta. Richard Long ha camminato nel mondo dalla Lapponia al deserto del Sahara, portando indietro ogni sorta di materiale, compresi acqua e cenere, che sono poi diventati parte di opere.
Grazie a un meditato percorso espositivo, ideato direttamente dall’artista, le opere si confronteranno ora con gli spazi verdi di Villa Panza, ora con le architetture secolari, dalle raffinate decorazioni neoclassiche del Salone Impero alla purezza degli spazi e dei volumi dell’ottocentesca Scuderia.
Il movimento della Land Art, di cui Richard Long è uno dei massimi esponenti, raduna quegli artisti che realizzano interventi direttamente su paesaggio e natura, senza con ciò creare delle alterazioni permanenti e che, trasversalmente, toccano anche l’arte concettuale, il minimalismo, la body art e l’arte povera. Una delle significative innovazioni di questa corrente artistica consiste nell’aver liberato l’arte dalle convenzioni culturali che l’avevano costretta entro le misure rigide e obbligate del quadro e costretta in contesti chiusi quali gallerie e musei. Trattandosi di interventi sulla natura, queste opere hanno spesso un carattere effimero e sono destinate a ritornare a far parte di quel paesaggio da cui sono nate.
La mostra offre quindi un doppio livello di lettura: da un lato il piacere di lasciarsi coinvolgere dall’emozione di queste opere monumentali, dall’altro la messa a fuoco di un artista fondamentale per la storia dell’arte della seconda metà del XX secolo.
Dopo le mostre dedicate a Dan Flavin (2004) e a Lawrence Carroll (2005), il FAI prosegue a Villa Panza la ricognizione di grandi artisti contemporanei che Giuseppe Panza di Biumo, uno dei maggiori esperti internazionali, ha raccolto nella sua lunga “carriera” di collezionista e mecenate. Come è avvenuto con moltissimi altri artisti stranieri, Giuseppe Panza è uno dei primi collezionisti europei ad apprezzare l’arte di Long, acquistando numerose opere dell’artista inglese e non lasciandosi scoraggiare né dalle impegnative dimensioni dei lavori né dalla difficoltà espositiva.
L’esposizione è curata da Giuseppe Panza di Biumo e Lucia Borromeo.
La mostra è stata realizzata grazie al contributo di Nescafé, Pirelli RE, Prada, con il patrocinio di Provincia di Varese – Preziosità da Vivere e con il patrocinio dell’Università dell’Insubria.
13
aprile 2006
Richard Long – Really, really simple
Dal 13 aprile al 03 settembre 2006
arte contemporanea
Location
VILLA PANZA
Varese, Piazza Litta, 1, (Varese)
Varese, Piazza Litta, 1, (Varese)
Orario di apertura
10 –18 (tutti i giorni escluso i lunedì non festivi). Ultimo ingresso ore 17.30
Vernissage
13 Aprile 2006, ore 11.30
Ufficio stampa
NOVELLA MIRRI
Ufficio stampa
SIMONETTA BIAGIONI
Autore