L’artista presenta in questa sua ultima fatica una serie di opere dedicate al paesaggio. Un paesaggio interiore certamente che brucia e divampa, ora in modo cocente come è lo stesso autore o verde e lussureggiante come spesso e la speranza. Scrive Piero Longo che presenta l’artista in catalogo: “(…) Le sue doti naturali e la profonda conoscenza delle tecniche pittoriche hanno certamente contribuito a trasformare la sua ricerca pittorica in autentica re-invenzione del colore ma è chiaro, considerando le opere dell’esordio e il suo percorso creativo, che gli esiti raggiunti nelle tele più recenti sono il frutto di una volontà estetica che vuole esprimere la gioia di vivere e i colori del mondo sfidando il dolore e il grigiore che l’assediano da ogni parte.
Per altro, la lettura critica delle sue opere ha fin qui interpretato coerentemente i vari livelli di percezione cui si rivolge la pittrice quanto, come in uno specchio ustorio, si rimira nelle sue tele affidandosi alla variegata cromia del suo segno che implode ed esplode nel ritmo emotivo del suo dettato. In questo senso il fascino del suo operare pittorico può anche prescindere dall’immagine che forse ha provocato l’emozione poiché esso nasce e si manifesta proprio da quella accensione cromatica che fagocita tutto lo spazio della tela creando dimensioni “altre” dove ciascuno può ritrovarsi o perdersi e nelle quali la stessa pittrice dice di riconoscersi e di perdersi in forza di quell’ineffabile intuizione cromatica che trasfigura il mondo e le cose da cui era scaturita l’emozione. (…)