Rita Siragusa sta dedicando la sua ricerca recente piegando la materia all’intuizione di uno

spazio in bilico, attraversando da opposte tentazioni. Da un lato il vincolo del progetto e delle

metodologie esecutive, dall’altro la libertà di determinare volta per voltail meccanismo delle

apparizioni, il gioco delle variazioni formali che non è mai risolvibile in se stesso, ma sempre

in rapporto all’ambiente in cui la scultura sogna la sua infinita proiezione. La geometria solida

è un modello di studio su cui intervenire per rompere gli equilibri, una tensione preliminare

che esplora la forza elementare dei perimetri, li tiene in sospeso come elementi di un sistema

mobile che la fantasia disintegra come forma irregolare che va oltre il suo stesso punto

d’appoggio. Questo vitalismo è funzionale all’idea di costruttivitàspiazzante. L’interpretazione

dell’opera diventa, così, compito e ricostruzione delle fasi progettuali, verifica di rimandi

spaziali interni ed esterni, sedimentazione di valori cromatici e segnici, modulazione e

compenetrazione di vuoto e pieno, analisi della tensione tra forme, contraddizioni insanabile

tra immobilità e dinamismo scultoreo.