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Ritorno al Cilento
L’esposizione rappresenta l’anteprima di una mostra molto più ampia da realizzarsi in un prossimo futuro. Le opere in mostra coprono un arco temporale che va dal Medioevo al tardo Barocco
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dopo la presentazione avvenuta nella sede della Soprintendenza di Salerno, diretta da Francesca Casule,
si inaugura oggi pomeriggio, giovedì 18 maggio ore 17.00 presso il Museo Archeologico di Paestum,
l’anteprima della mostra “RITORNO AL CILENTO”.
Il progetto scientifico è curato dal Prof. Francesco Abbate, emerito studioso della cultura artistica in Italia
meridionale, oggi Presidente del Centro Studi sulla Civiltà Artistica dell'Italia meridionale “Giovanni
Previtali”, e dal dott. Antonello Ricco, suo collaboratore. Si tratta di un evento culturale che di fatto, si pone
in diretta continuità con le precedenti mostre Il Vallo ritrovato (1989), Il Cilento ritrovato (1990) e Visibile
Latente (2004). L’esposizione rappresenta l’anteprima di una mostra molto più ampia la quale, ancorché
siano già stati compiuti gli studi e individuati i pezzi, sarà realizzata in un prossimo futuro. Tale Anteprima
serve dunque a dar conto, nelle more di un evento di maggior portata, della prosecuzione degli studi sul
Cilento e sul Vallo di Diano avvenuta nell’ultimo decennio, e a riaccendere l’interesse – non solo degli
specialisti – per l’argomento.
La sede espositiva è costituita da alcuni locali del Museo di Paestum, fornendo in tal modo alla
manifestazione una singolare caratteristica: viene infatti resa possibile la realizzazione, in un unico spazio,
del racconto della cultura figurativa della regione a sud del Sele, dall’Antichità alla fine del Settecento.
Questa particolare situazione ha fatto sì che si creasse una significativa sinergia tra il Centro Studi “Giovanni
Previtali” e l'Università degli Studi di Salerno, ai quali si deve la maggior parte delle ricerche, e tutti gli
Istituti del MiBACT operanti sul territorio, ossia il Parco Archeologico, che ospita, la Soprintendenza ABAP
che fornisce l’ossatura del supporto logistico, organizzativo ed operativo della mostra, ed il Polo Museale
della Campania, al quale la Riforma del Ministero ha attribuito le competenze relative alla Valorizzazione e
che ha volentieri aderito all’evento, mettendo a disposizione il proprio personale.
LE OPERE IN ESPOSIZIONE
Provengono tutte da istituzioni ecclesiastiche del Cilento e del Vallo di Diano, chiese, conventi, musei, delle
Diocesi di Teggiano e di Vallo della Lucania. Particolarmente preziosa è stata la sensibile disponibilità dei
due vescovi, S.E. Mons. Antonio De Luca Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro, e S.E. Mons. Ciro
Miniero, Vescovo della Diocesi di Vallo della Lucania, la collaborazione dei rispettivi Uffici per i Beni
Culturali diocesani, e dei singoli parroci e dirigenti di istituti.
Le opere coprono un arco temporale che va dal Medioevo al tardo Barocco. La mostra, infatti, si apre con
la preziosa scultura lignea di San Filadelfo, proveniente dall'Abbazia di Santa Maria di Pattano, attualmente
esposta presso il Museo diocesano di Vallo della Lucania. Segue il pregevole Cofanetto nuziale dei primi
anni del Quattrocento della cosiddetta Bottega degli Embriachi, con microsculture in osso raffiguranti la
Storia di Paride, quindi una straordinaria scultura di San Lucido, con la testa in rame, del terzo quarto del XV
secolo. Un dipinto su tavola di Cristoforo Faffeo, raffigurante la Natività, segna la pittura del tardo
Quattrocento. Il secolo successivo è ben rappresentato da due notevoli sculture, San Michele Arcangelo di
Roccadaspide e una Madonna con Bambino proveniente da Sassano. Ad esse si integra un altro dipinto su
tavola di scuola di Giovan Filippo Criscuolo raffigurante Lo sposalizio mistico di santa Caterina. Il Seicento
è ben rappresentato da una scultura in marmo raffigurante l'Immacolata attribuita Girolamo D'Auria, da una
notevole scultura lignea di San Francesco d'Assisi, da una Madonna con Bambino tra i santi Gennaro e
Biagio attribuita a Giovanni Ricca, pittore riberesco di recente scoperta. Al tardo XVII secolo appartengono
invece altre scoperte come una Sacra Famiglia restituita ad Andrea Malinconico e la Madonna dell'arco del
pittore cilentano Paolo De Matteis, allievo di Luca Giordano. Il Settecento è rappresentato da una Madonna
con Bambino e santi di Giovanni e Antonio Sarnelli, allievi del De Matteis, e soprattutto dal San Felice da
Cantalice di Domenico Antonio Vaccaro. La fine del secolo è rappresentata da una tela del pittore Nicola
Peccheneda, allievo di Francesco De Mura, particolarmente attivo nei territori del Vallo e della Basilicata.
Importanti sculture della vasta produzione napoletana del XVIII secolo presenti nel territorio esprimono la
rilevanza che tali opere hanno rivestito, sia sotto il profilo artistico, sia sotto quello religioso, per le località
di destinazione. L'esposizione contiene anche diversi oggetti liturgici in argento caratterizzanti un filone non
secondario della produzione artistica napoletana presente nelle aree della Campania meridionale.
Info ticket /La visita alla mostra, pur essendo gratuita, è subordinata all’acquisto del biglietto di ingresso al
Museo e all’Area archeologica (9 euro – ridotto 4.5 euro) in quanto inserita in sale del complesso musivo.
Gli orari di apertura della mostra rispetteranno, pertanto, quelli del museo (dalle ore 8.30 alle 19.30, ultimo
biglietto ore 18.50).
SITO WEB DEL PARCO ARCHEOLOGICO DI PAESTUM SEZIONE ORARI E TARIFFE AL
SEGUENTE LINK: http://www.museopaestum.beniculturali.it/i-templi
Ulteriori informazioni sul sito web www.ambientesa.beniculturali.it info 089 2573241 / FAX 089 318120
UFFICIO STAMPA Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino / Funzionario Responsabile Dott. Michele
Faiella/ email: sabap-sa.stampa@beniculturali.it - Per approfondimenti I luoghi e gli eventi
www.beniculturali.it - Numero verde 800 99 11 99 - MiBACT su Youtube, Facebook e Twitter.
si inaugura oggi pomeriggio, giovedì 18 maggio ore 17.00 presso il Museo Archeologico di Paestum,
l’anteprima della mostra “RITORNO AL CILENTO”.
Il progetto scientifico è curato dal Prof. Francesco Abbate, emerito studioso della cultura artistica in Italia
meridionale, oggi Presidente del Centro Studi sulla Civiltà Artistica dell'Italia meridionale “Giovanni
Previtali”, e dal dott. Antonello Ricco, suo collaboratore. Si tratta di un evento culturale che di fatto, si pone
in diretta continuità con le precedenti mostre Il Vallo ritrovato (1989), Il Cilento ritrovato (1990) e Visibile
Latente (2004). L’esposizione rappresenta l’anteprima di una mostra molto più ampia la quale, ancorché
siano già stati compiuti gli studi e individuati i pezzi, sarà realizzata in un prossimo futuro. Tale Anteprima
serve dunque a dar conto, nelle more di un evento di maggior portata, della prosecuzione degli studi sul
Cilento e sul Vallo di Diano avvenuta nell’ultimo decennio, e a riaccendere l’interesse – non solo degli
specialisti – per l’argomento.
La sede espositiva è costituita da alcuni locali del Museo di Paestum, fornendo in tal modo alla
manifestazione una singolare caratteristica: viene infatti resa possibile la realizzazione, in un unico spazio,
del racconto della cultura figurativa della regione a sud del Sele, dall’Antichità alla fine del Settecento.
Questa particolare situazione ha fatto sì che si creasse una significativa sinergia tra il Centro Studi “Giovanni
Previtali” e l'Università degli Studi di Salerno, ai quali si deve la maggior parte delle ricerche, e tutti gli
Istituti del MiBACT operanti sul territorio, ossia il Parco Archeologico, che ospita, la Soprintendenza ABAP
che fornisce l’ossatura del supporto logistico, organizzativo ed operativo della mostra, ed il Polo Museale
della Campania, al quale la Riforma del Ministero ha attribuito le competenze relative alla Valorizzazione e
che ha volentieri aderito all’evento, mettendo a disposizione il proprio personale.
LE OPERE IN ESPOSIZIONE
Provengono tutte da istituzioni ecclesiastiche del Cilento e del Vallo di Diano, chiese, conventi, musei, delle
Diocesi di Teggiano e di Vallo della Lucania. Particolarmente preziosa è stata la sensibile disponibilità dei
due vescovi, S.E. Mons. Antonio De Luca Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro, e S.E. Mons. Ciro
Miniero, Vescovo della Diocesi di Vallo della Lucania, la collaborazione dei rispettivi Uffici per i Beni
Culturali diocesani, e dei singoli parroci e dirigenti di istituti.
Le opere coprono un arco temporale che va dal Medioevo al tardo Barocco. La mostra, infatti, si apre con
la preziosa scultura lignea di San Filadelfo, proveniente dall'Abbazia di Santa Maria di Pattano, attualmente
esposta presso il Museo diocesano di Vallo della Lucania. Segue il pregevole Cofanetto nuziale dei primi
anni del Quattrocento della cosiddetta Bottega degli Embriachi, con microsculture in osso raffiguranti la
Storia di Paride, quindi una straordinaria scultura di San Lucido, con la testa in rame, del terzo quarto del XV
secolo. Un dipinto su tavola di Cristoforo Faffeo, raffigurante la Natività, segna la pittura del tardo
Quattrocento. Il secolo successivo è ben rappresentato da due notevoli sculture, San Michele Arcangelo di
Roccadaspide e una Madonna con Bambino proveniente da Sassano. Ad esse si integra un altro dipinto su
tavola di scuola di Giovan Filippo Criscuolo raffigurante Lo sposalizio mistico di santa Caterina. Il Seicento
è ben rappresentato da una scultura in marmo raffigurante l'Immacolata attribuita Girolamo D'Auria, da una
notevole scultura lignea di San Francesco d'Assisi, da una Madonna con Bambino tra i santi Gennaro e
Biagio attribuita a Giovanni Ricca, pittore riberesco di recente scoperta. Al tardo XVII secolo appartengono
invece altre scoperte come una Sacra Famiglia restituita ad Andrea Malinconico e la Madonna dell'arco del
pittore cilentano Paolo De Matteis, allievo di Luca Giordano. Il Settecento è rappresentato da una Madonna
con Bambino e santi di Giovanni e Antonio Sarnelli, allievi del De Matteis, e soprattutto dal San Felice da
Cantalice di Domenico Antonio Vaccaro. La fine del secolo è rappresentata da una tela del pittore Nicola
Peccheneda, allievo di Francesco De Mura, particolarmente attivo nei territori del Vallo e della Basilicata.
Importanti sculture della vasta produzione napoletana del XVIII secolo presenti nel territorio esprimono la
rilevanza che tali opere hanno rivestito, sia sotto il profilo artistico, sia sotto quello religioso, per le località
di destinazione. L'esposizione contiene anche diversi oggetti liturgici in argento caratterizzanti un filone non
secondario della produzione artistica napoletana presente nelle aree della Campania meridionale.
Info ticket /La visita alla mostra, pur essendo gratuita, è subordinata all’acquisto del biglietto di ingresso al
Museo e all’Area archeologica (9 euro – ridotto 4.5 euro) in quanto inserita in sale del complesso musivo.
Gli orari di apertura della mostra rispetteranno, pertanto, quelli del museo (dalle ore 8.30 alle 19.30, ultimo
biglietto ore 18.50).
SITO WEB DEL PARCO ARCHEOLOGICO DI PAESTUM SEZIONE ORARI E TARIFFE AL
SEGUENTE LINK: http://www.museopaestum.beniculturali.it/i-templi
Ulteriori informazioni sul sito web www.ambientesa.beniculturali.it info 089 2573241 / FAX 089 318120
UFFICIO STAMPA Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino / Funzionario Responsabile Dott. Michele
Faiella/ email: sabap-sa.stampa@beniculturali.it - Per approfondimenti I luoghi e gli eventi
www.beniculturali.it - Numero verde 800 99 11 99 - MiBACT su Youtube, Facebook e Twitter.
18
maggio 2017
Ritorno al Cilento
Dal 18 maggio al 30 agosto 2017
arte antica
Location
SCAVI E MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI PAESTUM
Capaccio, Via Magna Grecia, (Salerno)
Capaccio, Via Magna Grecia, (Salerno)
Biglietti
ingresso al Museo e all’Area archeologica (9 euro – ridotto 4.5 euro)
Vernissage
18 Maggio 2017, ore 17