Lo Studio d’Arte Forlenza di Teramo, giunto al suo settimo appuntamento con i grandi protagonisti dell’arte del secondo Novecento, presenta, per la prima volta in una Galleria dell’Abruzzo e per la prima volta insieme in una doppia personale dal titolo Ronzii nella foresta, la pittura più recente del grande maestro americano, nato nell’Ohio nel 1934, Robert Carroll che espone, dal ciclo Foresta, circa 25 dipinti ad olio su tela, insieme a 10 significativi lavori di recente realizzazione eseguiti da sua figlia Jessica, incentrati sul tema delle Api. Comune denominatore è l’esperienza che insieme essi hanno condiviso in numerose ricognizioni attraverso parchi, riserve, santuari, sia nord americani che europei. “Le Foreste stanno a Robert Carroll come le Ninfee a Claude Monet”, scrive la curatrice della mostra Maria Cristina Ricciardi, riconoscendo con una forte ed eloquente equazione, il senso di straordinaria familiarità che l’artista americano vive con i luoghi della sua pittura e la natura di questa, che negando il limite angusto di un paesaggismo tout-court, si apre al mistero che è dentro ognuno di noi. “E’ un tema, quello della Foresta, che ben riflette la condizione attuale del suo pensiero, insieme razionale e poetico, un tempo più pervaso dalla nevrosi della realtà quotidiana, ed oggi maggiormente impiegato ad esplorare il senso panico dell’esistenza”. E’ una mostra che preannunciai un grande progetto espositivo chiamato Garden Party che include, oltre all’intenso ciclo Foresta ulteriori quattro sezioni (Stagno, Caverna, Giardino e Deserto) a cui l’artista sta recentemente lavorando. Come suggerisce il titolo della mostra, nella foresta interviene un ronzio che sembra annunciare l’arrivo di qualcosa. Sono le piccole Api di Jessica Carroll, il risultato di un significativo ciclo di lavori con cui la scultrice mette a punto, con esiti molto efficaci - scrive la curatrice - una recente fase della propria indagine artistica. I suggerimenti che ella trae dal mondo naturale, non le provengono casualmente. A monte, c’è il suo lungo peregrinare attraverso i grandi parchi naturali di numerosi Paesi in Europa, America, Africa, India, una esperienza importante, congiuntamente a quella della fotografia che le allena l’occhio alla considerazione del particolare, allo studio della bellezza sfuggente degli animali e di quelle forme viventi tanto piccole eppure così complesse nella loro esistenza di semplici organismi naturali. Una attenzione sensibile verso il mondo e le sue implicazioni, come non potrebbe non essere, con un padre pittore, una madre, Simona Mastrocinque, scrittrice (figlia del famoso regista Camillo Mastrocinque, autore di tanti indimenticabili film di Totò), un fratello compositore. Una mostra significativa ed importante. Da non perdere.