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Robert Maciejuk – Day for Night
Day for night è la definizione di un trucco cinematografico inventato negli Stati Uniti negli anni cinquanta che permette di ottenere, impiegando appositi filtri, l’effetto notte pur girando le riprese durante il giorno. Le foto notturne così ottenute non appaiono del tutto naturali: ad esempio l’azzurro risulta troppo azzurro e tutto il clima è piacevolmente finto. Questo è simile a quanto accade negli ultimi quadri di Robert Maciejuk.
Comunicato stampa
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I paesaggi grigi con macchie di colore appena accennate, trasognati paesaggi invernali, decorativi mazzi di fiori in vasi demodé e infine gli orsacchiotti di peluche noti a chiunque sia stato bambino in Polonia negli ultimi 30 anni - tutte queste rappresentazioni hanno qualcosa in comune. Se ad un primo sguardo ogni cosa sembra vera, appena un momento dopo qualcosa nel quadro ci intriga, esattamente come nella notte americana (questa è la definizione francese dell'effetto day for night. Francois Truffaut l'ha presa in prestito per titolare un suo film del 1963). La sensazione di discostamento dalla realtà è legata in parte al fatto che Robert Maciejuk dipinge soggetti che in precedenza sono già stati dipinti. Sceglie frammenti di una realtà artefatta, che nei suoi quadri, grazie alle mutate dimensioni, acquistano un nuovo significato. Gli orsacchiotti che verranno esposti all'Istituto non sono altri che i protagonisti delle favole "L'orsacchiotto Orecchiotto", odiato dalla maggior parte dei bambini per la sua saccenteria e l'aspetto alquanto triste e un po' sporco, e L'orsacchiotto Koralgol, un amico dell'Orecchiotto altrettanto noioso. Da anni ormai l'artista accumula vecchie cartoline riguardanti queste favole, nonché fotografie e ritagli di giornali, per poi "tagliarle", come il protagonista di Blow up di Antonioni e riportarne sulla tela i frammenti scelti. In questo modo dei particolari poco appariscenti diventano il leitmotiv delle sue opere
Robert Maciejuk dipinge a cicli, dedicandosi a un tema fino a quando non pensa di averlo esaurito. A metà degli anni novanta dipingeva quadri su cui trasportava i simboli grafici quali quelli della NATO o della BMW, la bandiera dell'Unione Europea, i segnali stradali, i teschi che segnalano un pericolo di morte e infine l'araldica dell'aviazione. Subito dopo è stato totalmente assorbito dal mondo degli orsacchiotti e dal mondo che li circonda. Il paradosso è che ciò che appare come il mondo dell'artista in realtà non gli appartiene del tutto, ma è rappresentato con tanta suggestività da sembrare davvero un fotogramma dell'infanzia. La maestria tecnica confonde ulteriormente e resta il dubbio se il loro messaggio sia ironico o se l'artista "parli" sul serio. Anche i paesaggi psichedelici sono in certa misura divertenti con la loro monotonia e la forma demodé che attrae. Il più delle volte la pittura iperrealistica è al servizio della quotidianità, mentre nel caso di Robert Maciejuk la riproduzione precisa della realtà serve a trasportare lo spettatore in un mondo irreale. Restando nel raggio d'azione di questi quadri lo spettatore è soggetto a turbamenti emotivi. Inserito nei tristi paesaggi onirici delle favole, in mezzo agli enormi, ubbidienti orsacchiotti sullo sfondo di muri dai colori tenui, spesso a pois, lo spettatore si trova a provare sentimenti ambivalenti: da una parte un sentimento che porta i pensieri verso il trascorrere del tempo, la solitudine o l'essere gradualmente defraudati della spensieratezza, dall'altra una sorta di eccitazione e soddisfazione per lo stare in uno spazio alternativi rispetto alla realtà. Il dualismo emotivo, questo stare in bilico tra l'ronia e la tristezza, tra il vuoto e la pienezza, sono le caratteristiche principali delle più recenti opere dell'artista. Realizzate su tela, tavola o parete, esse risultano non meno suggestive delle installazioni o dei video che usufruiscono in più del sonoro e del movimento. Lo sottolineo perché spesso mi sento porre la domanda se la pittura abbia ancora ragione di esistere. Tante volte se n'era decretata la fine, ma essa continua a esistere. Penso che i timori riguardo alla sua sopravvivenza siano legati per lo più ad un'apparente mancanza di spazio dell'immagine chiusa nelle due dimensioni. Robert Maciejuk è uno dei pittori che non hanno congelato la propria creatività e continua a operare sul piano bidimensionale con suggestività, creando nuovi spazi con le immagini dipinte.
La mostra sarà corredata dall'esposizione di una piccola parte della collezione di Robert Maciejuk di cartoline e "ritagli". Un filmato permetterà al pubblico italiano di fare conoscenza con gli orsetti Orecchiotto e Koralgol.
Anna Jagiello
Robert Maciejuk è nato nel 1965 a Biala Podlaska in Polonia. Vive e lavora a Varsavia. Ha studiato pittura all'Accademia di Belle Arti a Varsavia. Collabora con la Galleria Foksal e la Galleria Le Guern a Varsavia.
Mostre individuali (scelte):
2000 Transfers/Odyssey, Kunsthalle St. Gallen, Svizzera
2001 Folin/Riva Gallery, New York, USA
2002 What makes my breakfast taste so nice, Galleria Foksal, Varsavia, Polonia
2003 Honey, honey, Galleria Sektor 1, Katowice, Polonia
2004 Fun, Galleria Arsenal, Bialystok, Polonia
Robert Maciejuk dipinge a cicli, dedicandosi a un tema fino a quando non pensa di averlo esaurito. A metà degli anni novanta dipingeva quadri su cui trasportava i simboli grafici quali quelli della NATO o della BMW, la bandiera dell'Unione Europea, i segnali stradali, i teschi che segnalano un pericolo di morte e infine l'araldica dell'aviazione. Subito dopo è stato totalmente assorbito dal mondo degli orsacchiotti e dal mondo che li circonda. Il paradosso è che ciò che appare come il mondo dell'artista in realtà non gli appartiene del tutto, ma è rappresentato con tanta suggestività da sembrare davvero un fotogramma dell'infanzia. La maestria tecnica confonde ulteriormente e resta il dubbio se il loro messaggio sia ironico o se l'artista "parli" sul serio. Anche i paesaggi psichedelici sono in certa misura divertenti con la loro monotonia e la forma demodé che attrae. Il più delle volte la pittura iperrealistica è al servizio della quotidianità, mentre nel caso di Robert Maciejuk la riproduzione precisa della realtà serve a trasportare lo spettatore in un mondo irreale. Restando nel raggio d'azione di questi quadri lo spettatore è soggetto a turbamenti emotivi. Inserito nei tristi paesaggi onirici delle favole, in mezzo agli enormi, ubbidienti orsacchiotti sullo sfondo di muri dai colori tenui, spesso a pois, lo spettatore si trova a provare sentimenti ambivalenti: da una parte un sentimento che porta i pensieri verso il trascorrere del tempo, la solitudine o l'essere gradualmente defraudati della spensieratezza, dall'altra una sorta di eccitazione e soddisfazione per lo stare in uno spazio alternativi rispetto alla realtà. Il dualismo emotivo, questo stare in bilico tra l'ronia e la tristezza, tra il vuoto e la pienezza, sono le caratteristiche principali delle più recenti opere dell'artista. Realizzate su tela, tavola o parete, esse risultano non meno suggestive delle installazioni o dei video che usufruiscono in più del sonoro e del movimento. Lo sottolineo perché spesso mi sento porre la domanda se la pittura abbia ancora ragione di esistere. Tante volte se n'era decretata la fine, ma essa continua a esistere. Penso che i timori riguardo alla sua sopravvivenza siano legati per lo più ad un'apparente mancanza di spazio dell'immagine chiusa nelle due dimensioni. Robert Maciejuk è uno dei pittori che non hanno congelato la propria creatività e continua a operare sul piano bidimensionale con suggestività, creando nuovi spazi con le immagini dipinte.
La mostra sarà corredata dall'esposizione di una piccola parte della collezione di Robert Maciejuk di cartoline e "ritagli". Un filmato permetterà al pubblico italiano di fare conoscenza con gli orsetti Orecchiotto e Koralgol.
Anna Jagiello
Robert Maciejuk è nato nel 1965 a Biala Podlaska in Polonia. Vive e lavora a Varsavia. Ha studiato pittura all'Accademia di Belle Arti a Varsavia. Collabora con la Galleria Foksal e la Galleria Le Guern a Varsavia.
Mostre individuali (scelte):
2000 Transfers/Odyssey, Kunsthalle St. Gallen, Svizzera
2001 Folin/Riva Gallery, New York, USA
2002 What makes my breakfast taste so nice, Galleria Foksal, Varsavia, Polonia
2003 Honey, honey, Galleria Sektor 1, Katowice, Polonia
2004 Fun, Galleria Arsenal, Bialystok, Polonia
30
settembre 2004
Robert Maciejuk – Day for Night
Dal 30 settembre al 12 novembre 2004
arte contemporanea
Location
PALAZZO BLUMENSTHIL – ISTITUTO POLACCO DI CULTURA
Roma, Via Vittoria Colonna, 1, (Roma)
Roma, Via Vittoria Colonna, 1, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedi al venerdi, ore 14 - 19
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