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Robert Pan – Mappe
Le opere della mostra monzese “Mappe” rappresentano l’ultimissima produzione dell’artista – che lavora la resina da più di quindici anni – e fanno parte di una serie pensata come coerente evoluzione dei precedenti cicli pittorici di Pan, tra cui Lîlâ del 2006 e Zenit del 2008.
Comunicato stampa
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La stagione autunnale della galleria MARCOROSSI artecontemporanea di Monza si apre con l’attesa mostra personale dell’artista Robert Pan, nato nel 1969 a Bolzano, dove ancora oggi vive e lavora.
Dopo aver studiato Scultura all’Accademia di Belle Arti di Urbino, Pan ha vissuto e approfondito la sua ricerca a Parigi, Londra e New York. Negli anni Novanta ha allestito mostre personali in molte note gallerie italiane e austriache, e suoi lavori sono stati acquisiti in numerose collezioni private e pubbliche. Di lui hanno scritto, tra gli altri, Luca Beatrice, Peter Weiermair, Danilo Eccher, Marina Mojana.
Per il mese di febbraio 2010 è già in preparazione il progetto di una monumentale esposizione di sue opere di grande formato, che occuperanno i quasi 400 mq del Museo d’Arte Moderna di Bolzano.
Pan è un artista astratto che lavora la resina da più di quindici anni. I materiali e le tecniche che utilizza per la creazione delle sue opere sono senza dubbio la cifra che lo rende artista originale e immediatamente riconoscibile. Di fatto però all’artista non interessa che si indaghi troppo l’aspetto del “fare”, perché sostiene convinto che lo scandaglio della procedura tolga parte della magia e della sopresa che coinvolgono l’osservatore al momento dell’osservazione dell’opera.
Le grandi macchie e i puntini, le sfumature metalliche, le piccole forme indecifrabili: tutte le variabili del lavoro finito concorrono a formare macro- e micro-cosmi che rimandano in primis all’astronomia, ma anche alla natura in generale, con possibili richiami alle immagini della biologia e della geologia.
Scrive Marina Mojana: “Le sue opere hanno due facce e molte vite. Viste dal retro, alla rovescia, sono infatti cariche di pigmenti colorati, che affiorano in modo caotico come sulla tavolozza”, mentre, una volta compiute, viste di fronte, presentano “una superficie tersa, compatta, liscia e preziosa come un’ambra antica”.
I colori - che l’artista mescola come un alchimista - colano, deviano sinuosi, si depositano e si scoprono, come fossero mossi da forze di gravità e spinte centrifughe non prevedibili, fino a creare quadri-scultura di fortissimo impatto visivo.
Le opere di Pan infatti sono “oggetti tridimensionali che contengono infinite costellazioni policrome al loro interno” e possono essere lette come “cosmogonie senza titolo, ma classificate da sequenze numeriche, le coordinate necessarie per rintracciarle nel suo firmamento fantastico” (Marina Mojana, 2006).
Dopo aver studiato Scultura all’Accademia di Belle Arti di Urbino, Pan ha vissuto e approfondito la sua ricerca a Parigi, Londra e New York. Negli anni Novanta ha allestito mostre personali in molte note gallerie italiane e austriache, e suoi lavori sono stati acquisiti in numerose collezioni private e pubbliche. Di lui hanno scritto, tra gli altri, Luca Beatrice, Peter Weiermair, Danilo Eccher, Marina Mojana.
Per il mese di febbraio 2010 è già in preparazione il progetto di una monumentale esposizione di sue opere di grande formato, che occuperanno i quasi 400 mq del Museo d’Arte Moderna di Bolzano.
Pan è un artista astratto che lavora la resina da più di quindici anni. I materiali e le tecniche che utilizza per la creazione delle sue opere sono senza dubbio la cifra che lo rende artista originale e immediatamente riconoscibile. Di fatto però all’artista non interessa che si indaghi troppo l’aspetto del “fare”, perché sostiene convinto che lo scandaglio della procedura tolga parte della magia e della sopresa che coinvolgono l’osservatore al momento dell’osservazione dell’opera.
Le grandi macchie e i puntini, le sfumature metalliche, le piccole forme indecifrabili: tutte le variabili del lavoro finito concorrono a formare macro- e micro-cosmi che rimandano in primis all’astronomia, ma anche alla natura in generale, con possibili richiami alle immagini della biologia e della geologia.
Scrive Marina Mojana: “Le sue opere hanno due facce e molte vite. Viste dal retro, alla rovescia, sono infatti cariche di pigmenti colorati, che affiorano in modo caotico come sulla tavolozza”, mentre, una volta compiute, viste di fronte, presentano “una superficie tersa, compatta, liscia e preziosa come un’ambra antica”.
I colori - che l’artista mescola come un alchimista - colano, deviano sinuosi, si depositano e si scoprono, come fossero mossi da forze di gravità e spinte centrifughe non prevedibili, fino a creare quadri-scultura di fortissimo impatto visivo.
Le opere di Pan infatti sono “oggetti tridimensionali che contengono infinite costellazioni policrome al loro interno” e possono essere lette come “cosmogonie senza titolo, ma classificate da sequenze numeriche, le coordinate necessarie per rintracciarle nel suo firmamento fantastico” (Marina Mojana, 2006).
26
settembre 2009
Robert Pan – Mappe
Dal 26 settembre al 31 ottobre 2009
arte contemporanea
Location
MARCOROSSI ARTECONTEMPORANEA
Monza, Via Vittorio Emanuele, 44, (Milano)
Monza, Via Vittorio Emanuele, 44, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 11.00 - 19.00
Vernissage
26 Settembre 2009, ore 17.00 - 22.00
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