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Robert Sagerman
Per capire la storia e il significato della pittura astratta di Robert Sagerman incentrata sul processo compositivo, in cui pensiero e sentimento vengono sublimati, sono fondamentali sia l’idea dell’unità singola da ripetere in innumerevoli variazioni che l’atto di contare e registrare per iscritto i numeri di tratti dello stesso tono e colore applicati alla stessa composizione.
Comunicato stampa
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La stagione espositiva della Ermanno Tedeschi Gallery continua con la personale dell’artista statunitense Robert Sagerman, che presenta una decina di nuovi lavori.
…”Per capire la storia e il significato della pittura astratta di Robert Sagerman incentrata sul processo compositivo, in cui pensiero e sentimento vengono sublimati, sono fondamentali sia l’idea dell’unità singola da ripetere in innumerevoli variazioni che l’atto di contare e registrare per iscritto i numeri di tratti dello stesso tono e colore applicati alla stessa composizione. In questi quadri dalla valenza tattile, uniformi per struttura, che non suggeriscono alcuna forma al di là di quella del supporto pittorico, né danno risalto al piano del quadro, il colore si afferma come materia solida, tridimensionale, e si sporge dal supporto della tela verso di noi, come in un basso rilievo.
L’approccio di Sagerman al mezzo è altresì radicale per il fatto che non stende semplicemente il colore sul supporto da lui impiegato come i pittori hanno fatto dai tempi preistorici-- finché, invero, prima Seurat e poi Pollock cambiassero le regole del gioco. Sagerman prende la spatola, lo strumento dell’artigiano, che il nonno del’avanguardia Gustave Courbet ha impugnato per primo con una decisa autorità e affigge un’unità di colore sul supporto, dello stesso tono e dello stesso colore. Dopo che il supporto e’ coperto in gran parte da unità di colore monocrome, l’artista passa al primo, poi al secondo, infine al terzo strato, finché, raggiunto l’ennesimo livello, non gli sembri che un’ulteriore aggiunta infici il quadro, che risulta sempre essere più che una sinfonia cromatica o un’orchestrazione di toni. Dato che i quadri vengono costruiti con aggiunte successive mentre sono appesi al muro, queste unità si sporgono leggermente verso il basso per via della forza di gravità, in modo da sovrapporsi per certi versi come foglie.
Ogni unità materiale che viene asportata dalla tavolozza con la spatola acquisisce una dimensione scultorea, come se fosse stata masticata e le estremità tirate in modo da ottenere delle punte curvilinee, dando così un nuovo senso alla tecnica dello sgocciolamento e fornendo, inoltre, uno scarto radicale nella morfologia della pennellata. Una delle intenzioni di Sagerman è quella di mantenere per ogni unità lo stesso tono e colore. Un’altra è di infondere una dimensione plastica al colore e alla luce.
Nei quadri di Sagerman la materia si protende in avanti, in basso e al di fuori dei confini del supporto, cosicché queste manifestazioni del flusso di pensieri e sentimenti che contribuiscono alla creazione pittorica sembrano rimanere nell’aria, davanti al quadro, come immagine della decostruzione, visto che l’intelaiatura sottostante è nascosta allo sguardo, quando i quadri vengono visti da davanti. La ricchezza e la pienezza di queste rappresentazioni del nulla vengono messe in rilievo dalle ombre interne come in un rilievo intagliato, dando un’impressione di consistenza maggiore di quella che poi risulta esserci, e nello stesso tempo sottolineando il dramma pittorico.”… (dal testo critico di Michael Amy)
…”Per capire la storia e il significato della pittura astratta di Robert Sagerman incentrata sul processo compositivo, in cui pensiero e sentimento vengono sublimati, sono fondamentali sia l’idea dell’unità singola da ripetere in innumerevoli variazioni che l’atto di contare e registrare per iscritto i numeri di tratti dello stesso tono e colore applicati alla stessa composizione. In questi quadri dalla valenza tattile, uniformi per struttura, che non suggeriscono alcuna forma al di là di quella del supporto pittorico, né danno risalto al piano del quadro, il colore si afferma come materia solida, tridimensionale, e si sporge dal supporto della tela verso di noi, come in un basso rilievo.
L’approccio di Sagerman al mezzo è altresì radicale per il fatto che non stende semplicemente il colore sul supporto da lui impiegato come i pittori hanno fatto dai tempi preistorici-- finché, invero, prima Seurat e poi Pollock cambiassero le regole del gioco. Sagerman prende la spatola, lo strumento dell’artigiano, che il nonno del’avanguardia Gustave Courbet ha impugnato per primo con una decisa autorità e affigge un’unità di colore sul supporto, dello stesso tono e dello stesso colore. Dopo che il supporto e’ coperto in gran parte da unità di colore monocrome, l’artista passa al primo, poi al secondo, infine al terzo strato, finché, raggiunto l’ennesimo livello, non gli sembri che un’ulteriore aggiunta infici il quadro, che risulta sempre essere più che una sinfonia cromatica o un’orchestrazione di toni. Dato che i quadri vengono costruiti con aggiunte successive mentre sono appesi al muro, queste unità si sporgono leggermente verso il basso per via della forza di gravità, in modo da sovrapporsi per certi versi come foglie.
Ogni unità materiale che viene asportata dalla tavolozza con la spatola acquisisce una dimensione scultorea, come se fosse stata masticata e le estremità tirate in modo da ottenere delle punte curvilinee, dando così un nuovo senso alla tecnica dello sgocciolamento e fornendo, inoltre, uno scarto radicale nella morfologia della pennellata. Una delle intenzioni di Sagerman è quella di mantenere per ogni unità lo stesso tono e colore. Un’altra è di infondere una dimensione plastica al colore e alla luce.
Nei quadri di Sagerman la materia si protende in avanti, in basso e al di fuori dei confini del supporto, cosicché queste manifestazioni del flusso di pensieri e sentimenti che contribuiscono alla creazione pittorica sembrano rimanere nell’aria, davanti al quadro, come immagine della decostruzione, visto che l’intelaiatura sottostante è nascosta allo sguardo, quando i quadri vengono visti da davanti. La ricchezza e la pienezza di queste rappresentazioni del nulla vengono messe in rilievo dalle ombre interne come in un rilievo intagliato, dando un’impressione di consistenza maggiore di quella che poi risulta esserci, e nello stesso tempo sottolineando il dramma pittorico.”… (dal testo critico di Michael Amy)
09
febbraio 2010
Robert Sagerman
Dal 09 febbraio al 09 marzo 2010
arte contemporanea
Location
ERMANNO TEDESCHI GALLERY
Milano, Via Voghera, 14, (Milano)
Milano, Via Voghera, 14, (Milano)
Orario di apertura
da mart. a ven. 11-13 e 15-19, sabato e domenica su appuntamento.
Vernissage
9 Febbraio 2010, ore 18,30
Autore