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Roberto Barni – Controversie
L’artista toscano propone un progetto appositamente pensato per il Chiostro dei Fiorentini del Convento dei Frari nel complesso della celebre Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, e costituito da quattro sculture monumentali in bronzo: Atto Muto, Capogiri d’oro, Camminare in croce, Doppia controversia
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Due mesi con Roberto Barni a Venezia, a quasi un trentennio dalla sua ultima
presenza in Laguna. L’artista toscano (Pistoia, 1939) dal 13 maggio al 3 luglio 2017
propone il progetto Controversie, appositamente pensato per il Chiostro dei
Fiorentini del Convento dei Frari nel complesso della celebre Basilica di Santa Maria
Gloriosa dei Frari, e costituito da quattro sculture monumentali in bronzo: Atto
Muto, Capogiri d’oro, Camminare in croce, Doppia controversia. L’inaugurazione
della mostra è fissata per sabato 13 maggio, dalle 16 alle 20.
LE OPERE IN ESPOSIZIONE
Queste, nel dettaglio, le opere di Roberto Barni in temporanea esposizione a Venezia,
supportata dalla Galleria Poggiali di Firenze.
Roberto Barni torna ad esporre a Venezia dopo le Biennali del 1980, 1984 e 1988
in occasione della quale aveva presentato la prima versione di Atto Muto
posizionata allora proprio all’ingresso del Padiglione Centrale ai Giardini, nella
quale tre personaggi, in quel caso bendati, sorreggevano silenti un piano circolare.
Il punto culminante di questo filone di ricerca è esposto in questa mostra e
costituisce un ulteriore momento di riflessione sulla condizione servile in cui si
trovano gli uomini. L’allusione del titolo al servomuto, mobile nato nel Settecento e
ancora presente in diverse versioni per sostenere, senza l’intervento della servitù,
oggetti, abiti o vivande riesce, per contrasto, a rendere palese la circostanza che,
anche nell’era dei robot domestici, agli uomini continuano ad essere assegnati i
ruoli più umili e alienanti.
In Capogiri d’oro, tre pedoni sono capovolti in una gabbia semi-conica, viene
presentata quella che potremmo chiamare “drammaticità del quotidiano”, che non è frutto di gesti epici in una situazione tragica, ma della drammatica incapacità di
governare la cultura materiale a cui abbiamo dato vita e di cui finiamo per essere
vittime.
Quattro uomini, congiunti per i piedi, separati da uno spazio pari ad un angolo retto,
percorrono direzioni opposte: si tratta di Camminare in croce- Qui il principale
riferimento simbolico sembra essere, non tanto quello religioso della croce vessillo
de Cristianesimo, ma l’accentuarsi dello smarrimento di uomini che camminano a
piccoli passi in quattro direzioni diametralmente opposte, formando una croce,
simbolo ormai secolarizzato di sofferenza. Uomini che, come ha osservato
acutamente Alberto Boatto, “hanno cessato di possedere il privilegio di
un’individualità, di una fisionomia riconducibile a una persona singola, per
presentarsi col profilo assottigliato di un emblema anonimo costantemente
affaccendato e in cammino”. Le diverse combinazioni di questi individui archetipici e
la loro collocazione in differenti contesti contribuiscono a rendere esplicito lo
specifico messaggio di ogni singola opera.
In Doppia controversia, una stele umana in cui la verticalità è accentuata dalla
posizione delle braccia aderenti al corpo sembra di poter leggere il tentativo di
emanciparsi collettivamente, pur partendo da posizioni differenti (uomini con il capo
alternativamente rivolto verso l’alto e verso il basso). A ciò si oppongono però
“controversie” più radicali che “si mettono di traverso” al processo di emancipazione
e impediscono la condivisione, indispensabile a tale processo, di almeno qualche
visione e qualche obiettivo.
CRONOLOGIA BIOGRAFICA DELL’ARTISTA
Roberto Barni nasce a Pistoia nel 1939.
Nel 1960 comincia ad esporre a Pistoia e a Firenze, pittura, fotografia, calchi, sculture, topografie
che presenta anche a Roma, nel 1963, dove conosce Cesare Vivaldi, il quale nel 1965 lo invita a
Revort/1, mostra organizzata nell’ambito del festival del ‘gruppo 63’ a Palermo.
Dal 1966 al 1973 espone allo Zoom Studio di Pistoia, da Flori a Firenze, alla Selected Artist
Galleries di New York, da Van de Loo a Monaco, da Charles Lienhard di Basilea.
Dal 1974 al 1978 espone alla “XXVIII” Biennale di Milano, ancora alla Galleria Flori di Firenze, alla
Galleria La Salita di Roma e alla Galleria Schema di Firenze, da Trisorio a Napoli e alla Galleria
Borgogna di Milano.
Nel 1977 partecipa anche alla mostra sull’arte italiana alla Galleria d’Arte Moderna di Torino.
Nel 1979 espone a Roma alla Galleria La Salita e in seguito da Pio Monti e da Cleto Poleina.
Nel 1982 Giovanni Carandente cura la sua mostra nel Comune di Spoleto, nell’ambito del Festival
dei due Mondi.
Nel 1983 è invitato alla Casa Masaccio di San Giovanni e nel 1984 da Maurizio Calvesi alla
Biennale di Venezia.
Del 1985 sono le mostre alla ‘Sala d’Arme’ di Palazzo Vecchio a Firenze, alla Galleria Eolia di
Parigi, alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, alla Galleria Debora Scharpe di New York.
Dal 1986 al 1987 ha studio a New York dove espone alla Galleria Di Laurenti con una mostra
curata da Sam Hunter, con la Galleria Marisa Del Re e nel 1987 al “Queen Museum” con una
personale curata da John Yau.
Nel 1985 Howard Fox l’aveva invitato alla mostra sull’arte italiana tenuta all’Hirschhorn Museum di
Washington e Akron Museum di Ohio e nel 1987 a “Avant.Garde in the Eighties” al County
Museum di Los Angeles.
Del 1986 è invece la mostra sull’arte italiana al Seibu Museum di Tokio.
Del 1988 sono le personali alla Galleria Maeght di Parigi e alla Galleria Il Milione di Milano e
soprattutto la partecipazione alla Biennale di Venezia con la prima versione di Atto Muto
posizionata proprio all’ingresso del Padiglione Centrale. Dello stesso anno sono le mostre al
Museo di Arte Contemporanea di Sidney e alla Tate Gallery di Londra.
Nel 1989 partecipa alla mostra-evento del Palais de Tokio. Nel 1990 è nella mostra sugli anni
ottanta nell’ex convento di San Francesco a Sciacca, curata da Philippe Daverio.
Nel 1992 Janus cura la sua personale alla ‘Tour Fromage’ ad Aosta; nel 1994 Giovanni
Carandente quella al ‘Museo Marino Marini’ di Firenze e nel 1995 Gerard Georges Lemaire quella
a Fort Griffon a Besançon.
Del 1997 sono le mostre personali a Palazzo Fabroni di Pistoia, al Museo di Belle Arti di Budapest
e del 1999 quella al Museo di Belle Arti di Reims.
Nel 2002 è presente al Kunstverein Ludwigsburg a cura di Agnes Kholmayer e alla Galleria
Poggiali di Firenze, nel 2005 al Castello Scaligero di Malcesine, alla Galleria Raab di Berlino e alla
Galleria Luis Serpa di Lisbona.
Nel 2007 alla Galleria Marlborough di Monaco e a Palazzo Pitti, Giardino di Boboli, Le Pagliere e
Museo Archeologico di Firenze, con la cura di Alberto Boatto, il grande progetto Gambe in spalla.
Nel 2008 a Palazzo Forti a Verona a cura di Giorgio Cortenova e a cavallo tra il 2008 e il 2009 alla
Fondazione Mudima di Milano con testi e catalogo di Achille Bonito Oliva e Lorand Heghyi; nel
2010 al Centro d’Arte Contemporanea ‘La Malmaison’ e Villa Rothschild di Cannes a cura di
Frederic Ballester; nel 2011-2012 al Museo Cobra di Amsterdam con Karel Appel a cura di Werner
Van Den Belt.
Del 2013 è la mostra alla Galleria Marlborough di Monaco con testo di Oliveer Kaeppelin e alla
Galleria Marlborough di Madrid.
In questi anni lavora in modo continuativo attraverso progetti appostiti con la Galleria Poggiali,
grazie al supporto della quale è presente, tra le altre, al Teatro India di Roma, al complesso dell’Ex
____
UFFICIO MEDIA
Marco Ferri
giornalismo e relazioni con i media
(Ord. Naz. Giornalisti, Elenco professionisti, tessera n. 064393)
cel. +39-335-7259518
@mail: marcoferri.press@gmail.com
Twitter: @marzocco58; Skype: marcoferri58
Monastero San Maurizio di Santo Stefano, Fondazione Gallo, in collaborazione con la Regione
Piemonte.
Lorand Heghy cura una serie di esposizioni in spazi museali in Cina tra il 2015 ed il 2016.
Nel maggio 2017 presenta all’Archivio di Stato di Venezia il progetto, appositamente concepito,
Controversie con il supporto della Galleria Poggiali di Firenze, consistente nella presentazione di
quattro sculture monumentali in bronzo: Capogiri d’oro, Camminare in croce, Doppia Controversia
ed Atto Muto.
Infine vanno citate alcune collezioni che ospitano opere di Roberto Barni in permanenza: la
Fondazione Giuliano Gori, Celle (Pistoia), Fondazione ‘Il Giardino di Daniel Spoerri, Seggiano,
Galleria d’Arte Moderna, Bologna Galleria d’Arte Moderna, Roma, Gabinetto Disegni e Stampe
degli Uffizi, Firenze Museo d’Arte Contemporanea ‘Luigi Pecci’, Prato Museo d’Arte
Contemporanea ‘Palazzo Forti’, Verona Museo d’Arte Moderna, Spoleto, Musée des Beaux-Arts,
Budapest, Queen Museum, New York, Tate Gallery, Print Collection, Londra, Galleria degli Uffizi,
Firenze (l’opera Passi d’oro collocata il 27 maggio 2013 in occasione del 20° anniversario della
bomba di via dei Georgofili, e Autoritratto/Scherzo, donato nell’aprile del 2014).
Tra le Istallazioni permanenti quelle a Bosco Rotondo, Helmond, Paesi Bassi, Isselkade,
Doesburg, Paesi Bassi Muzen Plan, L’Aja, Paesi Bassi Piazza del Comune, Gröningen, Paesi
Bassi Piazza Solidarietà, Certaldo, Piazza della Sala, Pistoia, Roseraie de Princesse Grace,
Monaco.
presenza in Laguna. L’artista toscano (Pistoia, 1939) dal 13 maggio al 3 luglio 2017
propone il progetto Controversie, appositamente pensato per il Chiostro dei
Fiorentini del Convento dei Frari nel complesso della celebre Basilica di Santa Maria
Gloriosa dei Frari, e costituito da quattro sculture monumentali in bronzo: Atto
Muto, Capogiri d’oro, Camminare in croce, Doppia controversia. L’inaugurazione
della mostra è fissata per sabato 13 maggio, dalle 16 alle 20.
LE OPERE IN ESPOSIZIONE
Queste, nel dettaglio, le opere di Roberto Barni in temporanea esposizione a Venezia,
supportata dalla Galleria Poggiali di Firenze.
Roberto Barni torna ad esporre a Venezia dopo le Biennali del 1980, 1984 e 1988
in occasione della quale aveva presentato la prima versione di Atto Muto
posizionata allora proprio all’ingresso del Padiglione Centrale ai Giardini, nella
quale tre personaggi, in quel caso bendati, sorreggevano silenti un piano circolare.
Il punto culminante di questo filone di ricerca è esposto in questa mostra e
costituisce un ulteriore momento di riflessione sulla condizione servile in cui si
trovano gli uomini. L’allusione del titolo al servomuto, mobile nato nel Settecento e
ancora presente in diverse versioni per sostenere, senza l’intervento della servitù,
oggetti, abiti o vivande riesce, per contrasto, a rendere palese la circostanza che,
anche nell’era dei robot domestici, agli uomini continuano ad essere assegnati i
ruoli più umili e alienanti.
In Capogiri d’oro, tre pedoni sono capovolti in una gabbia semi-conica, viene
presentata quella che potremmo chiamare “drammaticità del quotidiano”, che non è frutto di gesti epici in una situazione tragica, ma della drammatica incapacità di
governare la cultura materiale a cui abbiamo dato vita e di cui finiamo per essere
vittime.
Quattro uomini, congiunti per i piedi, separati da uno spazio pari ad un angolo retto,
percorrono direzioni opposte: si tratta di Camminare in croce- Qui il principale
riferimento simbolico sembra essere, non tanto quello religioso della croce vessillo
de Cristianesimo, ma l’accentuarsi dello smarrimento di uomini che camminano a
piccoli passi in quattro direzioni diametralmente opposte, formando una croce,
simbolo ormai secolarizzato di sofferenza. Uomini che, come ha osservato
acutamente Alberto Boatto, “hanno cessato di possedere il privilegio di
un’individualità, di una fisionomia riconducibile a una persona singola, per
presentarsi col profilo assottigliato di un emblema anonimo costantemente
affaccendato e in cammino”. Le diverse combinazioni di questi individui archetipici e
la loro collocazione in differenti contesti contribuiscono a rendere esplicito lo
specifico messaggio di ogni singola opera.
In Doppia controversia, una stele umana in cui la verticalità è accentuata dalla
posizione delle braccia aderenti al corpo sembra di poter leggere il tentativo di
emanciparsi collettivamente, pur partendo da posizioni differenti (uomini con il capo
alternativamente rivolto verso l’alto e verso il basso). A ciò si oppongono però
“controversie” più radicali che “si mettono di traverso” al processo di emancipazione
e impediscono la condivisione, indispensabile a tale processo, di almeno qualche
visione e qualche obiettivo.
CRONOLOGIA BIOGRAFICA DELL’ARTISTA
Roberto Barni nasce a Pistoia nel 1939.
Nel 1960 comincia ad esporre a Pistoia e a Firenze, pittura, fotografia, calchi, sculture, topografie
che presenta anche a Roma, nel 1963, dove conosce Cesare Vivaldi, il quale nel 1965 lo invita a
Revort/1, mostra organizzata nell’ambito del festival del ‘gruppo 63’ a Palermo.
Dal 1966 al 1973 espone allo Zoom Studio di Pistoia, da Flori a Firenze, alla Selected Artist
Galleries di New York, da Van de Loo a Monaco, da Charles Lienhard di Basilea.
Dal 1974 al 1978 espone alla “XXVIII” Biennale di Milano, ancora alla Galleria Flori di Firenze, alla
Galleria La Salita di Roma e alla Galleria Schema di Firenze, da Trisorio a Napoli e alla Galleria
Borgogna di Milano.
Nel 1977 partecipa anche alla mostra sull’arte italiana alla Galleria d’Arte Moderna di Torino.
Nel 1979 espone a Roma alla Galleria La Salita e in seguito da Pio Monti e da Cleto Poleina.
Nel 1982 Giovanni Carandente cura la sua mostra nel Comune di Spoleto, nell’ambito del Festival
dei due Mondi.
Nel 1983 è invitato alla Casa Masaccio di San Giovanni e nel 1984 da Maurizio Calvesi alla
Biennale di Venezia.
Del 1985 sono le mostre alla ‘Sala d’Arme’ di Palazzo Vecchio a Firenze, alla Galleria Eolia di
Parigi, alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, alla Galleria Debora Scharpe di New York.
Dal 1986 al 1987 ha studio a New York dove espone alla Galleria Di Laurenti con una mostra
curata da Sam Hunter, con la Galleria Marisa Del Re e nel 1987 al “Queen Museum” con una
personale curata da John Yau.
Nel 1985 Howard Fox l’aveva invitato alla mostra sull’arte italiana tenuta all’Hirschhorn Museum di
Washington e Akron Museum di Ohio e nel 1987 a “Avant.Garde in the Eighties” al County
Museum di Los Angeles.
Del 1986 è invece la mostra sull’arte italiana al Seibu Museum di Tokio.
Del 1988 sono le personali alla Galleria Maeght di Parigi e alla Galleria Il Milione di Milano e
soprattutto la partecipazione alla Biennale di Venezia con la prima versione di Atto Muto
posizionata proprio all’ingresso del Padiglione Centrale. Dello stesso anno sono le mostre al
Museo di Arte Contemporanea di Sidney e alla Tate Gallery di Londra.
Nel 1989 partecipa alla mostra-evento del Palais de Tokio. Nel 1990 è nella mostra sugli anni
ottanta nell’ex convento di San Francesco a Sciacca, curata da Philippe Daverio.
Nel 1992 Janus cura la sua personale alla ‘Tour Fromage’ ad Aosta; nel 1994 Giovanni
Carandente quella al ‘Museo Marino Marini’ di Firenze e nel 1995 Gerard Georges Lemaire quella
a Fort Griffon a Besançon.
Del 1997 sono le mostre personali a Palazzo Fabroni di Pistoia, al Museo di Belle Arti di Budapest
e del 1999 quella al Museo di Belle Arti di Reims.
Nel 2002 è presente al Kunstverein Ludwigsburg a cura di Agnes Kholmayer e alla Galleria
Poggiali di Firenze, nel 2005 al Castello Scaligero di Malcesine, alla Galleria Raab di Berlino e alla
Galleria Luis Serpa di Lisbona.
Nel 2007 alla Galleria Marlborough di Monaco e a Palazzo Pitti, Giardino di Boboli, Le Pagliere e
Museo Archeologico di Firenze, con la cura di Alberto Boatto, il grande progetto Gambe in spalla.
Nel 2008 a Palazzo Forti a Verona a cura di Giorgio Cortenova e a cavallo tra il 2008 e il 2009 alla
Fondazione Mudima di Milano con testi e catalogo di Achille Bonito Oliva e Lorand Heghyi; nel
2010 al Centro d’Arte Contemporanea ‘La Malmaison’ e Villa Rothschild di Cannes a cura di
Frederic Ballester; nel 2011-2012 al Museo Cobra di Amsterdam con Karel Appel a cura di Werner
Van Den Belt.
Del 2013 è la mostra alla Galleria Marlborough di Monaco con testo di Oliveer Kaeppelin e alla
Galleria Marlborough di Madrid.
In questi anni lavora in modo continuativo attraverso progetti appostiti con la Galleria Poggiali,
grazie al supporto della quale è presente, tra le altre, al Teatro India di Roma, al complesso dell’Ex
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(Ord. Naz. Giornalisti, Elenco professionisti, tessera n. 064393)
cel. +39-335-7259518
@mail: marcoferri.press@gmail.com
Twitter: @marzocco58; Skype: marcoferri58
Monastero San Maurizio di Santo Stefano, Fondazione Gallo, in collaborazione con la Regione
Piemonte.
Lorand Heghy cura una serie di esposizioni in spazi museali in Cina tra il 2015 ed il 2016.
Nel maggio 2017 presenta all’Archivio di Stato di Venezia il progetto, appositamente concepito,
Controversie con il supporto della Galleria Poggiali di Firenze, consistente nella presentazione di
quattro sculture monumentali in bronzo: Capogiri d’oro, Camminare in croce, Doppia Controversia
ed Atto Muto.
Infine vanno citate alcune collezioni che ospitano opere di Roberto Barni in permanenza: la
Fondazione Giuliano Gori, Celle (Pistoia), Fondazione ‘Il Giardino di Daniel Spoerri, Seggiano,
Galleria d’Arte Moderna, Bologna Galleria d’Arte Moderna, Roma, Gabinetto Disegni e Stampe
degli Uffizi, Firenze Museo d’Arte Contemporanea ‘Luigi Pecci’, Prato Museo d’Arte
Contemporanea ‘Palazzo Forti’, Verona Museo d’Arte Moderna, Spoleto, Musée des Beaux-Arts,
Budapest, Queen Museum, New York, Tate Gallery, Print Collection, Londra, Galleria degli Uffizi,
Firenze (l’opera Passi d’oro collocata il 27 maggio 2013 in occasione del 20° anniversario della
bomba di via dei Georgofili, e Autoritratto/Scherzo, donato nell’aprile del 2014).
Tra le Istallazioni permanenti quelle a Bosco Rotondo, Helmond, Paesi Bassi, Isselkade,
Doesburg, Paesi Bassi Muzen Plan, L’Aja, Paesi Bassi Piazza del Comune, Gröningen, Paesi
Bassi Piazza Solidarietà, Certaldo, Piazza della Sala, Pistoia, Roseraie de Princesse Grace,
Monaco.
13
maggio 2017
Roberto Barni – Controversie
Dal 13 maggio al 03 luglio 2017
arte contemporanea
Location
CHIOSTRO DEI FRARI
Venezia, San Polo, 3002, (Venezia)
Venezia, San Polo, 3002, (Venezia)
Orario di apertura
Dal lunedi al venerdi ore 10.00 – 17.30
Vernissage
13 Maggio 2017, ore 16
Autore
Curatore