“ Il percorso artistico di Roberto Sanchez nasce con la pittura e solo da alcuni anni ha ampliato la ricerca nel campo della fotografia. Un modo di intendere la fotografia sempre, però, con l’occhio del pittore, anzi, come estensione delle necessità espressive che non riusciva ad evidenziare nel non figurativo. Nelle nuove immagini presenti nella mostra, prevalentemente in b/n ritoccato a pastello, costruisce uno spazio prima fisico e poi mentale in cui tira fuori tutto ciò che per lui è urgente: questo attraverso un linguaggio simbolico, di oggetti ed immagini che si relazionano tra loro. Non a caso il titolo della prima mostra è stato “Relazioni pericolose”. Pericolose perché la composizione, le immagini, i simboli prendono spesso vita autonoma; non sempre è l’artista che decide a priori il senso ma è come se i significati apparissero da un altrove. Uno spazio da un lato intimo perché ritrova i suoi quadri (simbolo di presenza come deus ex machina) e le suggestioni un po’ oniriche del vissuto che gli appartiene, dall’altro un luogo aperto per coinvolgere l’altro, per ospitare chiunque a giocare ad una specie di rebus a soluzioni multiple. In sostanza con queste opere, dando spazio ad elementi significanti che vanno oltre la ricerca compositiva, sottolinea una sua sottile angoscia del vuoto. Rifiuto dell’ horror vacui della paventata assenza di significato dell’essere, ed una affermazione: che non siamo da soli a crearci significati ma essi esistono oltre noi.”
“Il titolo ‘Tocco del ritocco’ della presente mostra al Museo Minimo ha una componente ironica senz’altro, ma indica come il ritocco manuale dell’immagine fotografica dia, appunto, un tocco straniante, onirico e talvolta surreale che permette a Sanchez di farci esplorare il suo mondo artistico ed emotivo.”

Carolina Mantellini