Rosandro Cattaneo
Narrazioni multiple

Rosandro Cattaneo è un creativo che opera attraverso le tecniche proprie della fotografia, di cui mette a frutto molte potenzialità. Per questa mostra abbiamo voluto campionare alcune delle sue esperienze che ci sono sembrate particolarmente singolari e che si inseriscono a vario titolo
nell’ambito delle ricerche d’arte degli ultimi cento anni.

Le rotazioni
Possiamo partire dalle fotografie dinamiche di luoghi, di edifici o di monumenti, i cui risultati rimandano in ambito futurista, che egli sviluppa mediante delle esposizioni multiple calibrate (8 scatti in sequenza circolare) da cui prende corpo una girandola di forme-colori che avvince l’occhio di chi guarda trasformando la rappresentazione in un gorgo che può avere effetto a volte centripeto e altre centrifugo. Una visione aerea, potremmo dire, che stravolge la staticità dei luoghi e li rende protagonisti di una realtà assoluta (astratta potremmo dire) in rigoroso e intrigante divenire.
I fiori d’artificio
Antiche stampe di fiori sono il soggetto cui guarda Cattaneo quando va ad estrapolare dalla loro immagine le strutture fondamentali. Egli sa che queste strutture posseggono per natura impianti che rispondono a regole formali di particolare equilibrio. Procede allora sottraendo via via parti della composizione fino a giungere alla sostanza della sua ricerca, che arriva a semplificarsi per presenze minimali - linee e punti che si possono accumulare e/o disperdere - assimilandosi alle esplosioni dei fuochi d’artificio. Si sostanziano così delle presenze che mimano movenze tra consistenza e trasparenza o sembrano sfaldarsi per filamenti di luce che sgocciolano (quasi “dripping” alla Pollock) dissolvendosi. Anche qui la memoria dell’oggetto di partenza si perde in una novità di immagine.
Il fantasma nell’opera
Coinvolgente è anche la serie di lavori in cui figure di musicisti, stampate in negativo sopra degli spartiti musicali, danno sonorità alle note che si rincorrono sul foglio. L’intervento del fotografo-artista compone e rilancia le suggestioni della scrittura musicale che sembra comunque, per sé, danzare sul foglio e la leggera presenza (pure fantasmatica) di un interprete per dare voce a una virtuale esecuzione dell’opera - o comunque del concerto - che si dipana tra i righi musicali e che magicamente si trasmette a chi si sofferma ad osservare la composizione.