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Rosario Lamberti – Utopia del visibile
In questi dipinti astratti non troviamo né rimandi narrativi, né localistici, poiché è proprio l’astratto che più riesce a far scaturire quella libertà di azione e potenza in atto che qui la materia espone senza reticenze o coperture
Comunicato stampa
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“Utopia del visibile”.
Si può definire il percorso artistico di Rosario Lamberti (Pompei 1963) a metà strada tra il bisogno e l’emergenza .
Il bisogno scaturisce da chi come lui vive il territorio vesuviano visceralmente, quasi come fosse un totem o un’istanza paterna: da riverire, ma anche da uccidere. L’Emergenza è quella artistica, che richiede una distanza estetica, una dimensione di distacco necessitata dal rapporto troppo empatico col fenomeno, che è quello tragico di un territorio inscritto nel precario e nel contingente.
In questi dipinti astratti non troviamo né rimandi narrativi, né localistici, poiché è proprio l’astratto che più riesce a far scaturire quella libertà di azione e potenza in atto che qui la materia espone senza reticenze o coperture.
Mai segnata da una Sehnsucht , o da una facile retorica retrospettiva, la ricerca artistica di Lamberti risulta, a mio avviso, essere più chiara e potente quando si affida ai valori della pittura astratta. Non ho mai chiesto a Lamberti se il suo dipingere richieda un metodo additivo o sottrattivo; è certo che la dimensione in cui si entra in queste grandi tele è quella dell’elemento primordiale, perciò senza sovrastrutture, e volutamente a-storica. Non c’è l’umanità liquefatta e che caratterizza le ascendenze tintorettiane dei suoi figurativi, né lo spauracchio fantasmatico della decorazione parietale onnipresente nel territorio pompeiano. 4 elementi: terra , fuoco, acqua e aria. Il suo è uno sguardo interiore panottico, che parte da periferie devastate dal cemento, fino a una meditazione ascetica che contiene geometricamente la forma. Le superfici appaiono piuttosto levigate, solo occasionalmente emerge della sabbia, o materiale inerte incluso nell’olio. I colori sono terragni e mai stridenti. Totale libertà espressiva, e perciò tragica poiché senza reminescenze o compiacimenti stilistici, è quello che trasmettono queste composizioni.
I grandi dittici esposti oggi qui a Fabrica, ci confrontano con la valenza che questo artista affida tuttora alla pittura: essa rimane, nonostante tutto il visibile a cui siamo esposti, un mezzo per avvicinare l’invisibile di un reale che può esser mostrato coltivandone l’aspetto illusorio e utopico.
Fabio Pinelli.
Si può definire il percorso artistico di Rosario Lamberti (Pompei 1963) a metà strada tra il bisogno e l’emergenza .
Il bisogno scaturisce da chi come lui vive il territorio vesuviano visceralmente, quasi come fosse un totem o un’istanza paterna: da riverire, ma anche da uccidere. L’Emergenza è quella artistica, che richiede una distanza estetica, una dimensione di distacco necessitata dal rapporto troppo empatico col fenomeno, che è quello tragico di un territorio inscritto nel precario e nel contingente.
In questi dipinti astratti non troviamo né rimandi narrativi, né localistici, poiché è proprio l’astratto che più riesce a far scaturire quella libertà di azione e potenza in atto che qui la materia espone senza reticenze o coperture.
Mai segnata da una Sehnsucht , o da una facile retorica retrospettiva, la ricerca artistica di Lamberti risulta, a mio avviso, essere più chiara e potente quando si affida ai valori della pittura astratta. Non ho mai chiesto a Lamberti se il suo dipingere richieda un metodo additivo o sottrattivo; è certo che la dimensione in cui si entra in queste grandi tele è quella dell’elemento primordiale, perciò senza sovrastrutture, e volutamente a-storica. Non c’è l’umanità liquefatta e che caratterizza le ascendenze tintorettiane dei suoi figurativi, né lo spauracchio fantasmatico della decorazione parietale onnipresente nel territorio pompeiano. 4 elementi: terra , fuoco, acqua e aria. Il suo è uno sguardo interiore panottico, che parte da periferie devastate dal cemento, fino a una meditazione ascetica che contiene geometricamente la forma. Le superfici appaiono piuttosto levigate, solo occasionalmente emerge della sabbia, o materiale inerte incluso nell’olio. I colori sono terragni e mai stridenti. Totale libertà espressiva, e perciò tragica poiché senza reminescenze o compiacimenti stilistici, è quello che trasmettono queste composizioni.
I grandi dittici esposti oggi qui a Fabrica, ci confrontano con la valenza che questo artista affida tuttora alla pittura: essa rimane, nonostante tutto il visibile a cui siamo esposti, un mezzo per avvicinare l’invisibile di un reale che può esser mostrato coltivandone l’aspetto illusorio e utopico.
Fabio Pinelli.
19
dicembre 2008
Rosario Lamberti – Utopia del visibile
Dal 19 dicembre 2008 al 19 gennaio 2009
arte contemporanea
Location
FABRICA
Roma, Via Girolamo Savonarola, 8, (Roma)
Roma, Via Girolamo Savonarola, 8, (Roma)
Orario di apertura
tutti i giorni fino alle ore 24 escluso il lunedì
Vernissage
19 Dicembre 2008, ore 19
Autore
Curatore