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Rotella Masi Francolino – Urban Papers
La mostra raccoglie lavori realizzati in decenni diversi e con tre diverse tipologie operative, in cui i materiali cartacei sono primari e fondanti. Partendo dai frammenti urbani quotidiani, i tre artisti riflettono sui rapporti tra la cultura materiale e l’essere umano nel contesto contemporaneo.
Comunicato stampa
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Frittelli Arte Contemporanea inaugura sabato 10 dicembre 2016 Urban Papers. Rotella Masi Francolino.
L’esposizione raccoglie i lavori dei tre artisti realizzati in decenni diversi e con tre diverse tipologie operative. I materiali cartacei sono tra gli elementi fondanti del loro linguaggio. Tonalità e fisicità delle carte, l’essere composte nel tempo di una passeggiata o nella loro rielaborazione in studio, la costruzione delle superfici alterate da “ferite” di varia origine creano sintonie che superano le peculiari vicende artistiche dei tre autori.
I retro d’affiches di Mimmo Rotella (Catanzaro, 1918 – Milano, 2006) presenti in mostra, eseguiti tra il 1954 e il 1960, analizzano le forme e le materie che vanno a costituirsi sul retro dei manifesti pubblicitari – colle, ruggini, aggregazioni e residui eterogenei – tramite l’azione lacerante. Lo strappo diventa strumento di riappropriazione e reificazione della realtà urbana. L’artista poi “re-incolla” i manifesti al contrario, con la precisa volontà di far scomparire l’immagine originaria per soffermarsi sulla materia retrostante svelata.
Paolo Masi (Firenze, 1933) realizza tra il 1973 e il 1977 i Cartoni: il cartone da imballaggio, oggetto friabile e industriale, residuo urbano abbandonato, diventa lo spazio su cui l’artista interviene con incisioni, buchi, matite colorate, grafite, adesivi, veline e carta gommata, fino a portare alla luce e a rendere percepibile la struttura interna del supporto. I singoli elementi vengono poi organizzati in composizioni seriali, attraverso accostamenti che evidenziano “l’individualità nella costante” e facendo emergere analogie e differenze tra i vari riquadri polimaterici.
I Percorsi di Andrea Francolino (Bari, 1979), sequenze o gruppi di calchi di crepe in polvere di cemento impressa su carta, realizzati a partire dal 2015, rappresentano parentesi temporali o tragitti fisici, metafore concettuali dell’esistenza. Ogni lavoro riporta giorno, ora e coordinate satellitari che individuano precisamente lo spazio-tempo del suo agire. La crepa del manto urbano è la prova inconfutabile del divenire delle cose, simbolo della fragilità umana e della sua cultura mentre il cemento, materiale emblematico della contemporaneità, generalmente associato alle idee di durata e solidità, denota allo stesso tempo le proprie criticità.
Tre artisti di generazioni differenti che, partendo dai frammenti urbani quotidiani, riflettono sui rapporti tra la cultura materiale e l’essere umano nel contesto contemporaneo.
L’esposizione raccoglie i lavori dei tre artisti realizzati in decenni diversi e con tre diverse tipologie operative. I materiali cartacei sono tra gli elementi fondanti del loro linguaggio. Tonalità e fisicità delle carte, l’essere composte nel tempo di una passeggiata o nella loro rielaborazione in studio, la costruzione delle superfici alterate da “ferite” di varia origine creano sintonie che superano le peculiari vicende artistiche dei tre autori.
I retro d’affiches di Mimmo Rotella (Catanzaro, 1918 – Milano, 2006) presenti in mostra, eseguiti tra il 1954 e il 1960, analizzano le forme e le materie che vanno a costituirsi sul retro dei manifesti pubblicitari – colle, ruggini, aggregazioni e residui eterogenei – tramite l’azione lacerante. Lo strappo diventa strumento di riappropriazione e reificazione della realtà urbana. L’artista poi “re-incolla” i manifesti al contrario, con la precisa volontà di far scomparire l’immagine originaria per soffermarsi sulla materia retrostante svelata.
Paolo Masi (Firenze, 1933) realizza tra il 1973 e il 1977 i Cartoni: il cartone da imballaggio, oggetto friabile e industriale, residuo urbano abbandonato, diventa lo spazio su cui l’artista interviene con incisioni, buchi, matite colorate, grafite, adesivi, veline e carta gommata, fino a portare alla luce e a rendere percepibile la struttura interna del supporto. I singoli elementi vengono poi organizzati in composizioni seriali, attraverso accostamenti che evidenziano “l’individualità nella costante” e facendo emergere analogie e differenze tra i vari riquadri polimaterici.
I Percorsi di Andrea Francolino (Bari, 1979), sequenze o gruppi di calchi di crepe in polvere di cemento impressa su carta, realizzati a partire dal 2015, rappresentano parentesi temporali o tragitti fisici, metafore concettuali dell’esistenza. Ogni lavoro riporta giorno, ora e coordinate satellitari che individuano precisamente lo spazio-tempo del suo agire. La crepa del manto urbano è la prova inconfutabile del divenire delle cose, simbolo della fragilità umana e della sua cultura mentre il cemento, materiale emblematico della contemporaneità, generalmente associato alle idee di durata e solidità, denota allo stesso tempo le proprie criticità.
Tre artisti di generazioni differenti che, partendo dai frammenti urbani quotidiani, riflettono sui rapporti tra la cultura materiale e l’essere umano nel contesto contemporaneo.
10
dicembre 2016
Rotella Masi Francolino – Urban Papers
Dal 10 dicembre 2016 al 10 febbraio 2017
arte contemporanea
Location
FRITTELLI ARTE CONTEMPORANEA
Firenze, Via Val Di Marina, 15, (Firenze)
Firenze, Via Val Di Marina, 15, (Firenze)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 10-19
sabato su appuntamento
Vernissage
10 Dicembre 2016, ore 18.00
Autore