Un lavoro di ricerca incentrato sul rapporto tra fotografia e memoria storica ed individuale è al centro dell’attività di Bolis. In questa interazione la nostalgia gioca un ruolo chiave perché ci ricorda implacabilmente che tutto ciò che abbiamo sperimentato, che abbiamo amato, che abbiamo coltivato nel passato non tornerà più e non ci appartiene più. E’ legata al tempo che, a differenza dello spazio, è irreversibile, è fatto di istanti che non si ripetono. La nostalgia ha come oggetto, come sostanza del proprio pensare, della propria immaginazione, un’esperienza che è completamente finita. E la fotografia tenta, con la sua presunzione di fissare per sempre un attimo di quel tempo, di consolarci e di raccontarci un’altra storia.

… Mario ha costruito un delicato e al tempo stesso potente racconto incrociato, nel quale piccole e grandi storie si intrecciano e si confondono tra loro. Un racconto che linguisticamente mescola e utilizza diverse tipologie fotografiche: il reportage di viaggio, la raccolta schedativa, il documento storico, l’album privato. Il tutto a partire appunto da una piccola storia personale, da un brandello di memoria privata che poi improvvisamente si allarga in memoria collettiva … (Claudio Marra)