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Rudy Cremonini – Alla fine il cielo
Con il titolo “alla fine il cielo” l’artista bolognese Rudy Cremonini presenta una dozzina di opere recenti su tela negli spazi suggestivi della torre eptagonale di Moresco.
Comunicato stampa
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Inaugura il 7 giugno la mostra alla fine il cielo, opere di Rudy Cremonini, nella Torre di Moresco Centro Arti Visive. Il progetto dell’artista è scaturito dall’interpretazione simbolica della particolare struttura espositiva, la Torre Eptagonale del XII sec. di Moresco, uno spazio che si sviluppa in verticale, metafora di un movimento verso l’alto, di elevazione spirituale. Attraverso il filtro pittorico, Cremonini definisce l’idea di crescita umana e di passaggio dal mondo fisico, dall’entità materica, allo spirito immateriale; un percorso simbolico richiamato dagli stessi elementi cromatici che attraversano il buio della terra fino ad arrivare al bagliore luminoso del cielo, immagine di una forma superiore di fusione con la natura.
Le opere mostrano lo stadio iniziale dell’uomo, la forza e la tensione nel volersi opporre all’oscurità terrosa, all’amalgama sabbioso; l’idea dello scavo, del lavoro sotterraneo diventa tentativo di sopravvivenza, ma il foro di uscita, la sorgente da cui sollevarsi resta ancora labile ed effimera. Nel percorso di crescita si cerca allora una trasformazione, una possibilità che si traduce in spinta a costruire, a lasciare tracce di oggetti che ricordano un hangar, un carro armato, abbandonati in un paesaggio desertico e piatto. Allo stesso tempo, l’ascesa passa attraverso la ricostruzione di sé, ma quello che rimane è una testimonianza del volto umano ancora indefinito, modellato da una materia pastosa che raggiunge l’informe. Nel progetto dell’artista, questo tentativo di ricerca segna un momento centrale, un’evoluzione simbolica: la ricostruzione non è più qualcosa di fisico bensì diviene idea, spirito, immagine sacra. Le masse fangose lasciano il posto a tratti leggeri, costruiti per velature e l’astratta figura umana acquista verticalità, si delinea in uno sfondo di oscurità e si staglia eretta nella sua luce bianca fino ad esplodere nel bagliore dell’ultima sala, l’unica a pianta esagonale, la cima della torre, vicinissima allo spazio aperto del cielo. L’ambiente diventa qui il simbolo finale di tutto il percorso, l’atmosfera è rarefatta e la materia diviene aria, energia luminosa che palpita nella natura, nel volo che gli uccelli creano sulla tela, nel dinamismo del loro vortice. La figura umana si è così smaterializzata per trasformarsi in un’entità impalpabile, completamente assorbita e fusa nella perfezione della natura.
Le opere mostrano lo stadio iniziale dell’uomo, la forza e la tensione nel volersi opporre all’oscurità terrosa, all’amalgama sabbioso; l’idea dello scavo, del lavoro sotterraneo diventa tentativo di sopravvivenza, ma il foro di uscita, la sorgente da cui sollevarsi resta ancora labile ed effimera. Nel percorso di crescita si cerca allora una trasformazione, una possibilità che si traduce in spinta a costruire, a lasciare tracce di oggetti che ricordano un hangar, un carro armato, abbandonati in un paesaggio desertico e piatto. Allo stesso tempo, l’ascesa passa attraverso la ricostruzione di sé, ma quello che rimane è una testimonianza del volto umano ancora indefinito, modellato da una materia pastosa che raggiunge l’informe. Nel progetto dell’artista, questo tentativo di ricerca segna un momento centrale, un’evoluzione simbolica: la ricostruzione non è più qualcosa di fisico bensì diviene idea, spirito, immagine sacra. Le masse fangose lasciano il posto a tratti leggeri, costruiti per velature e l’astratta figura umana acquista verticalità, si delinea in uno sfondo di oscurità e si staglia eretta nella sua luce bianca fino ad esplodere nel bagliore dell’ultima sala, l’unica a pianta esagonale, la cima della torre, vicinissima allo spazio aperto del cielo. L’ambiente diventa qui il simbolo finale di tutto il percorso, l’atmosfera è rarefatta e la materia diviene aria, energia luminosa che palpita nella natura, nel volo che gli uccelli creano sulla tela, nel dinamismo del loro vortice. La figura umana si è così smaterializzata per trasformarsi in un’entità impalpabile, completamente assorbita e fusa nella perfezione della natura.
07
giugno 2015
Rudy Cremonini – Alla fine il cielo
Dal 07 giugno al 12 luglio 2015
arte contemporanea
Location
TOMAV – TORRE DI MORESCO CENTRO ARTI VISIVE
Moresco, Piazza Castello, (Fermo)
Moresco, Piazza Castello, (Fermo)
Biglietti
intero euro 2
Orario di apertura
da venerdì a domenica 17.30 - 20
Vernissage
7 Giugno 2015, ore 18.30
Autore
Curatore