Improvvisamente invade la città un duetto di giovani artisti con innovativa espressione. L’arte di strada, appare più misteriosa quando la chiamano street art e incuriosisce. Con seria professionalità Yari Sacco e Sabort (Walter Lo Biondo), realizzano delle opere d’arte partendo da alcuni frammenti “ paesaggi “ stradali, ben individuati, biografati attraverso una normale etichetta contenente la didascalia dell’opera ancora inesistente. Fotografano questo spazio ambientale prescelto, procedendo in seguito alla produzione pittorica di queste porzioni segnalate. Questo loro modo di essere artisti fa venire in mente taluni dei grandi dell’arte popolare; Mimmo Rotella, “spiccicatore” di manifesti, eseguendoli in un contesto dissimile dal motivo per il quale erano stati avverati. Quando sono stato a New York (ho avuto conferma sulla mia teoria dell’Arte Sentimentale, 1999) ho visto di persona la città veloce, la città che nasconde nel suo silenzio, personaggi che Gino De Amicis alcuni decenni passati, alla Biennale di Venezia 1972, aveva sbattuto all’attenzione di una borghesia mascherata, sorda e assente alle necessità della gente di street. Questi due studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, con una sensibilità quasi rara in questi tempi, rivolgono la loro attenzione artistica anche ad un personaggio delle strade fiorentine, che nelle opere, diventerà insieme alle etichette, la Musa ispirante una riflessione totale sull’arte e sulla vita di oggi.

Firenze 28 Gennaio 2010

Amedeo Lanci